Ultio – Fera

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Esce per la neonata etichetta indipendente italiana Brucia Records, la cui attività è focalizzata esclusivamente su produzioni in edizione limitata in ambito black metal e generi affini, questo “Fera”, ep di debutto di Ultio, originariamente realizzato come demo nel 2018. Si tratta di una one man band dietro la quale si cela l’omonimo factotum, che propone un black metal furioso e devastante, che incarna piuttosto bene un certo tipo di atmosfere crude e ferali tipicamente anni novanta. Pare che nella composizione e nella registrazione dei pezzi qui presenti l’improvvisazione abbia giocato un ruolo non di secondo piano: eppure le canzoni non sono un semplice sfogo di brutalità fine a sé stessa ma risultano abbastanza equilibrate tra istinto raw ed una certa propensione alla melodia, che fa inevitabilmente accostare la proposta di questo progetto alla scuola svedese (ma non solo e non necessariamente) e quindi a gruppi come Dark Funeral, Marduk, Watain ma anche Gorgoroth, Carpathian Forest e 1349, tutte bands che vengono espressamente citate come fonte di ispirazione.

Il che è vero (e personalmente aggiungerei anche i Craft) ed assolutamente normale e comprensibile, considerato il genere proposto ed il fatto che siamo comunque di fronte ad un esordio assoluto, ma ciò non significa necessariamente che la musica di Ultio sia una piatta e sbiadita fotocopia di quella dei gruppi ai quali obbligatoriamente paga dazio. Infatti, mescolata ai riff animaleschi, alle harsch vocals demoniache e alle insinuanti e sinistre melodie, si percepisce una certa atmosfera inquietante e guerresca: sarà proprio per l’impatto sonoro veicolato dalle trame melodiche o per la registrazione leggermente riverberata, fatto sta che in più di un’occasione fa capolino un feeling tra il macabro e l’epico, che personalmente ho gradito e che in effetti potrebbe essere una via espressiva efficace da percorrere anche in futuro. Certamente “Fera” non è un’uscita priva di difetti, che sono poi quelli tipici di molti debutti, che scontano quasi fatalmente qualche imperfezione o qualche ingenuità compositiva, così come la mancanza di un’impronta personale che possa essere già forte e riconoscibile.

A fronte di ciò abbiamo però tra le mani un lavoro fresco e genuino, che fa dell’immediatezza belluina e dell’assalto frontale i propri principali punti di forza, con qualche spunto di grande interesse (il riff iniziale di “Beasts” ad esempio è davvero ben riuscito e coinvolgente) e che lascia intravedere ampi margini di miglioramento. Sicuramente piacerà agli amanti delle sonorità old school più vorticose ed evocative e a quanti gradiscono la violenza bestiale, incanalata però in strutture compatte e solide.