Esce in doppio formato, cd e vinile 12”, per la sempre attivissima Iron Bonehead Productions questo “Chrysalis”, secondo lavoro dei tedeschi Vitriol, oscuro ed enigmatico duo proveniente da Norimberga, formato da T.H. e P.D. (ormai l’abitudine di scegliere come pseudonimi le semplici iniziali dei propri nome e cognome è diventata dilagante ed inarrestabile), la cui onomima demo di debutto risale al 2016. Già allora i nostri ci avevano offerto un magmatico e promettente connubio di black/death metal, intriso di blasfemo misticismo e declinato in maniera piuttosto personale. Oggi la loro musica, che pare una multiforme creatura lovecraftiana senza nome, sta percorrendo strade ancora più tortuose ed ulteriormente completando la propria trasformazione, proprio come una crisalide dalla quale è pronto a fuoriuscire l’insetto adulto, in tutto il suo mostruoso splendore.
I Vitriol definiscono la loro proposta con l’evocativa espressione “cryptic metal carnage”, che tutto sommato rende abbastanza bene l’idea di ciò che andremo ad ascoltare una volta premuto il tasto play del lettore, perché la musica dei nostri è un concentrato di violenza sudicia e morbosa immersa in atmosfere rituali e decadenti. I Vitriol celebrano il loro velenoso cerimoniale in maniera risoluta ma al tempo stesso non danno mai una forma categorica e definitiva al loro diabolico metal of death soffocato da acide visioni e non si lasciano facilmente imbrigliare da rigidi schemi compositivi e da confini di genere: la loro musica segue fondamentalmente l’istinto, non ha una struttura precisa e sembra insinuarsi nelle orecchie dell’ascoltatore come un malefico serpente tentatore, ammaliandolo con seducenti improvvisazioni, per poi travolgerlo all’improvviso con un’ondata di ferocia sanguinolenta e macabra.
Le due tracce qui presenti sono di lunga durata (la prima di circa nove minuti; la seconda si attesta addirittura sui dodici) e si muovono sinuose nel giardino dei frutti proibiti, esplodendo e disintegrandosi continuamente in un caos brulicante e bollente, tra introduzioni rumoristiche, riff ipnotici e pastosi, invocazioni deliranti, fughe strumentali imprevedibilmente vicine ai territori del rock “satanico” e psichedelico dei tempi che furono (nella parte iniziale di “Soma Somnambulistic Trance” fa la sua comparsa perfino una chitarra acustica di gusto orientaleggiante, o si tratta di un sitar?), urla laceranti di bestia ferita e tutto il più consueto armamentario del black/death metal old school più selvaggio e bestiale.
Non manca proprio niente affinché il rituale criptico e labirintico che i Vitriol hanno deciso di mettere in musica sia completo, facendo incontrare ad un cadaverico ed inusuale banchetto in una caverna nascosta e sotterranea i Coven e i Black Widow con i Katharsis e i Beherit, per quanto sorprendente possa sembrare. Non mi resta quindi che consigliare, soprattutto agli amanti del metal estremo che riescono a staccarsi dai soliti luoghi comuni senza troppe crisi d’astinenza, l’ascolto di questo lavoro, che riesce ad essere sia fisico che etereo, sia polveroso che estatico.