Dopo le dichiarazioni di Don Of The Dead, leader maximo dei Nunslaughter, circa il suo impegno in un progetto parallelo davvero estremo, siamo qui a recensire appunto il debutto assoluto dei Nighnacht, la bestia partorita dalla mente malata di Don. Che aspettarsi pertanto dal songwriting di un perverso e riluttante essere come lui? Un massacro becero e collettivo senza cognizione di causa: ecco cosa tutti noi dovremmo aspettarci. Già dal canto loro i Nunslaughter sono una delle bands più allucinate che esistono nel panorama estremo, grazie al loro death/thrash metal condito di blasfemia, satanismo e bestemmie e vantano pure una delle discografie più bizzarre esistenti, per via della quantità smodata di ep, split, demo e live album prodotti, a fronte di soli quattro full length. Nei Nighnacht la voglia di fare casino nella maniera più arrogante e bizzarra possibile è palese e si concretizza in dodici minuti di massacro sonoro che pare uscito da una sala prove dove gli strumenti sono pestati con rabbia da energumeni ubriachi, che hanno come unico scopo ruttare in faccia alle persone la loro poca voglia di vivere secondo i canoni imposti dalla società. Effettivamente l’ep ci consegna cinque tracce nelle quali di innovazione ed ispirazione non c’è neppure l’ombra, in quanto tutto è sommerso dalla bestialità delle esecuzioni, con la voce del solito Don che fa il diavolo a quattro. I suoni sono ribassati al limite del drop amplificato da una produzione volutamente low-fi, dove il rullante della batteria sembra un pugno sulla nuca ogni qualvolta viene colpito. La durata media delle songs, di circa due minuti, dimostra come l’intento della release sia quello di offrire, oltre che un biglietto da visita per la neonata band, un prodotto che bada esclusivamente al sodo e non mette in mostra particolari orpelli compositivi, basando il sound su sonorità prettamente death ma con l’attitudine sfacciata del punk/core old school e del black n’roll, senza volersi soffermare su una definizione ben precisa, viste le contaminazioni radioattive che colpiscono questo dischetto.
D’altronde già dalla copertina il messaggio è esplicito: chi mai metterebbe un caprone intento a spappolare la faccia un povero cristiano con una mazza chiodata se non dei pazzi depravati? L’up tempo di “Vultures Feed On Me” è ben definibile come il minimo comune denominatore di questa prima release della band, a partire dall’incalzante sound primordiale, stile trapano che entra nelle cervella, e il rantolo del solito Don, che pare tanto una lamentela e non un cantato. Gli altri pezzi del lotto sono tutti molto simili: composizioni anticristiane che detestano qualsiasi affiancamento a produzioni più orientate al mercato o alla melodia. Se qualcosa può piacere i Nighnacht fanno esattamente l’opposto, come i bambini dispettosi che disubbidiscono alla maestra. Riff serrati, bassi, distorti e pesanti come macigni fanno l’altalena tra tempi veloci come Ferrari ed altri volutamente lenti, pachidermici e pesanti come ippopotami in stato di gravidanza avanzata. Un continuo alternarsi che ad ogni modo non lascia respirare l’ascoltatore, costantemente colpito in faccia dalla distorsione estrema di tutti gli strumenti. Difficile giudicare l’operato della band da queste poche tracce e in così pochi minuti: i nostri, con l’obbiettivo di essere odiati e schifati da tutto il pianeta terra grazie alla loro musica satanica e cattiva, ci danno però la possibilità di capire che il full lenght di debutto, annunciato per la fine dell’anno corrente, metterà a ferro e fuoco tutto ciò che incontrerà. Consigliato solo agli estremisti amanti dell’orrido, dei B movies e dei farmaci scaduti: in questo Mr. Don è un campione assoluto.