A distanza di due anni dal precedente “Tales Of The Enchanted Woods” tornano i Grima, giovanissimo ma già esperto duo russo che continua a proporci un atmospheric black metal di elevata caratura. Morbius e Vilhelm, gemelli nella vita reale, compongono un disco maturo, che è il naturale prosieguo dei primi due full length, enfatizzando la vena atmosferica e depressiva e aumentando il coefficiente tecnico e compositivo, pur conservando l’attitudine malinconica e sinistra dei primi due dischi. I boschi, la neve e le gelide lande siberiane sono la fissazione di questi due ragazzi, che ripercorrono universi paralleli tolkeniani perdendosi tra bufere e ghiaccio e narrando antiche storie ancestrali come menestrelli vestiti di nero, alternando sfuriate di blast a momenti più cadenzati ma sempre intrisi di malsana melodia, elemento che caratterizza ogni singola nota di questo nuovo “Will Of The Primordial”. Nulla di nuovo, sia ben chiaro, ma pure questa volta i nostri fanno centro con un disco ben suonato e ben prodotto, lontano anni luce dai canoni standard del black più becero e oltranzista, dando grande spazio alle tastiere e alla fisarmonica, strumento tipico russo che supporta quel piglio folk/pagan da sempre presente nei lavori dei Grima, creando atmosfere lugubri e ghiacciate che ci accompagneranno in questo viaggio tra lande bianche e desolate: la taiga siberiana è il focus delle composizioni dei Grima e l’impatto emotivo è notevole e letteralmente disarmante, in un contesto consono ad alci, orsi bruni, cervi e volpi artiche, tra pecci siberiani, alti e robusti pini e abeti rossi. “Siberian Sorrow” e “The Shrouded in Darkness” aprono il disco nel miglior modo possibile, capitalizzando tutta l’esperienza acquisita in passato della band e evidenziando tutte le caratteristiche peculiari del lavoro.
Il midtempo dell’opener incede lentamente, come un anziano che si destreggia con difficoltà tra gli arbusti innevati: l’ariosità delle chitarre acustiche e la triste melodia della fisarmonica creano uno spessore melodico di grande pathos, facendo di questo brano sicuramente uno dei più rappresentativi del lotto, insieme alla doppietta finale composta da “Blizzard” e “Howl At Night”, più diretta e snella la prima, più articolata ed epica la seconda, che si snoda come in un labirinto di alti e innevati alberi per oltre nove minuti di drammatico black metal atmosferico, dove sfuriate e atmosfere eteree, scream e clean vocals si intrecciano come coinquilini del medesimo habitat, rispettandosi e condividendo tutto ciò che li circonda.
Cinquanta minuti scarsi dove collidono costantemente influenze melodiche ma sempre oscure e l’aggressività cruda e spartana tipica del black, caratterizzata da blast beat e tremolo e condita dall’acuto ma mai fastidioso scream di Vilhelm; il tutto influenzato da infarinature pagane che danno quel tocco in più di personalità a ogni composizione. Il massiccio utilizzo delle tastiere non pregiudica la brutalità della proposta, sempre potente ma ottimamente equilibrata con i momenti atmosferici che immergono l’ascoltatore nel culto della foresta più antica, nel suo potere e nella magia che emana, dove il Grima è un dio supremo, un potente spirito che protegge solo ed esclusivamente chi vive nelle foreste e punisce chi non rispetta la natura. “Will Of The Primordial” è un classico album di atmospheric black metal e si inserisce nel solco di una proposta che oggi rimane comunque piuttosto inflazionata. Tuttavia, grazie a un songwriting complesso e mai scontato e ad una produzione più che buona, i Grima riescono a spiccare nella mischia offrendoci un prodotto fresco, per non dire glaciale, pur rimanendo nei classici clichés del genere, con alternanza tra brani lunghi e articolati e break atmosferici d’impatto. Un disco che farà gola a tutti coloro amanti di queste sonorità ma potrebbe soddisfare pure i più cattivi oltranzisti del sound norvegese: il nostro eroe si fa strada attraverso la foresta invalicabile della taiga e la sua unica speranza di sopravvivere è pregare il Grima di avere pietà di lui.