È inutile che mettiate insieme la vostra black metal band di sfigati, pitturandovi la faccia per sembrare più malvagi e cercando disperatamente di scrivere qualche riff o melodia decente copiando qua e là. È perfettamente inutile perchè tanto in Finlandia c’è già qualche gruppo (e se ancora non c’è, spunterà fuori dalla sera alla mattina come un fungo velenoso) che si pitta in modo più arrogante, con più sangue e più borchie, che scrive riff più gelidi, taglienti e mortiferi e che senza dubbio suona black metal meglio di voi. È un dato di fatto, rassegnatevi. Sarà l’effetto del kalakukko e del lonkero. Ma è inevitabile come la scadenza mensile del mutuo. Prendete ad esempio i Sadokist. Anche loro copiano ma lo fanno con grande stile e con questo nuovissimo “Necrodual Dimension Funeral Storms”, che esce per la sempre attivissima Hells Headbangers Records, ci danno una lectio brevis di come si debba suonare black/thrash nel modo più trucido e maleducato possibile (ed in effetti non c’è altro modo di suonarlo), pescando a piene mani dai vari Venom, Aura Noir, Desaster, Nifelheim e compagnia, e rivitalizzando il tutto con una massiccia dose di cattiveria puramente black che esalta il lato più selvaggio e cafone della loro musica.
Il nostro simpatico trio, formato da Sadist Stalker (unico membro rimasto della line up originaria) alla voce, al basso e alla chitarra ritmica, Vorrtexx Armageddon alla chitarra solista e Sagittariuz Perverzor alla batteria, nasce nel 2007 e l’anno successivo pubblica la primo demo, “Evil Sado Fuckin’ Metal”, che già dal titolo mette immediatamente in chiaro le caratteristiche del loro sound, fatto di sputi, vomito, rutti, birra, figa e invocazioni al satanasso. Caratteristiche plasticamente definite nel primo album, “Thy Saviour’s Halo, Held By Horns” del 2014, ed oggi ribadite in quest’ultima fatica sulla lunga distanza, che li farà sicuramente apprezzare da tutti coloro che amano velocità folli, riff thrashy macinati uno dopo l’altro, assoli slayeriani come se piovesse e tanta, tantissima dedizione per la vecchia scuola e per quel periodo, coincidente grosso modo con la seconda metà degli anni ottanta, quando i vari sottogeneri dell’estremo non erano ancora ben delineati e differenziati tra loro e si suonava per far male, senza troppe seghe mentali.
Il sound dei Sadokist, che loro stessi definiscono “speed metal of death”, non è nient’altro che una maligna e caustica miscela di black e thrash, resa in forma esplosiva e con un piglio dannatamente retrò: violenza e ancora violenza, in un frullato indigesto che mescola Bathory, Necrovore e suggestioni provenienti in egual misura dalla sacra triade del thrash teutonico e dalla scena underground sudamericana a cavallo tra fine anni ottanta e inizio novanta. Un sound familiare dunque, che i nostri tre pazzoidi riescono tuttavia a rendere in maniera piuttosto fresca e vitale, spingendo in maniera particolare sul pedale della maleducazione e dell’impatto distruttivo, come dimostrano pezzi come “Planet Of Shit” e “I Will Fuck Tonight”, vere chicche di eleganza da headbanging obbligatorio, da far ascoltare ai vostri amici nel corso di qualche festa ad alto tasso alcolico.
La produzione è raw come si conviene per una proposta di questo genere, ma non al limite dell’inascoltabile; il che è senz’altro un bene perchè la musica dei Sadokist è fatta anche di varie sfumature ed influenze che diversamente sarebbero state difficilmente percepibili e sarebbero andate completamente perse, confuse nel marasma sonoro. Caustici, perversi, eccessivi, insensati e completamente posseduti: dalla Finlandia, ecco a voi i Sadokist. Io un ascolto ai loro dischi lo darei, prima di decidere di mettere insieme una black metal band.