Sempre sia lodata la Nuclear War Now! Productions dell’instancabile Yosuke Konishi, sia per i quintali di lordura musicale fresca di stagione che dà alle stampe ad un ritmo indiavolato, sia per il ripescaggio di vecchie ed ormai dimenticate piccole perle del passato, riesumate ed accuratamente rispolverate, per evitare che restino sepolte dalla sabbia del tempo. È il caso di questo “Knights From Hell”, unico album degli svedesi Vassago, band certamente minore ma forse non del tutto sconosciuta a più maniacali cultori dell’underground black dei sempre gloriosi anni novanta. In un decennio in cui nella musicalmente assai fertile terra di Svezia il black metal codificava le sue coordinate stilistiche, fatte di velocità, tecnica, potenza, dinamismo e oscure melodie, c’era chi volgeva lo sguardo al recente passato, recuperando l’energia primitiva e malefica dei primi Bathory e mescolandola con le nuove tendenze dell’estremo, per un risultato finale assolutamente esplosivo. I nostri nascono nel lontano 1987 con il nome di Sadist, per volere di Niclas “Pepa” Andersson e Micke “Sin” Backelin. Non riuscendo a trovare altri musicisti per completare la formazione, non pubblicarono nulla con questo moniker, anche perchè entrambi coinvolti nei Lord Belial, che ebbero decisamente più fortuna e notorietà, dando alle stampe nel corso degli anni novanta ottimi lavori, com “Kiss The Goat” e “Unholy Crusade”. I nostri due amici tuttavia erano intenzionati a dare libero sfogo al lato più selvaggio e ferale della loro visione musicale, a prescindere dagli elementi melodici e dalle contaminazioni indubbiamente presenti nel sound dei Lord Belial. Per questo decisero di riesumare il precedente progetto, con il nome di Vassago, reclutando tali Aggressor e Hellfire per completare la line up e dando alle stampe la prima demo, “Nattfykt”, nel 1994, uscita in cassetta per la Total War Productions, etichetta della band. Il suono di questa release era però assolutamente deficitario e insoddisfacente, tanto che il progetto fu messo nuovamente sotto naftalina, per risorgere ancora nel 1996 con la pubblicazione dello split “Hail War!” in compagnia dei tedeschi Antichrist, sempre sotto l’egida della Total War Productions. Gli impegni con i Lord Belial non permisero a Pepa e Sin di dedicare il giusto tempo alla creatura Vassago, fino all’incontro con il nuovo batterista, tale Sadistic Sodomizer, la cui furia incessante nel percuotere le pelli fu giudicata l’ideale per il sound barbarico e primitivo che i nostri avevano in mente. La band firmò quindi un contratto con la No Fashion Records, etichetta svedese allora molto attiva e intraprendente, che diede alle stampe, tra gli altri, i debutti di Dark Funeral, Dissection e Katatonia, oltre che diversi lavori degli stessi Lord Belial, e pubblicò nel 1999 questo album, ad oggi unica fatica sulla lunga distanza della band ed ultima testimonianza sonora del progetto, che di lì a poco si sciolse definitivamente.
“Knights From Hell”, che vede la partecipazione di altri musicisti in qualità di session guests, fu registrato a Los Angeles e prodotto niente di meno che da Andy Laroque, noto chitarrista di King Diamond, ed è una vera e propria dichiarazione di guerra, una detonazione di violenza allo stato puro, che tuttavia frulla diverse influenze e si lascia ancora oggi apprezzare, non solo per la ferocia sfrenata e la potenza dell’impatto generato da voce e strumenti. Tra riff secchi e laceranti e mitragliate di batteria precise e chirurgiche, sulle quali si staglia lo screaming tagliente e stentoreo di Sin, sono infatti percepibili diverse influenze e suggestioni provenienti da vari settori dell’estremo, che i nostri riescono ad amalgamare con grande maestria, restituendoci un disco sostanzialmente equilibrato nel suo essere così radicalmente e irrimediabilmente senza compromessi: c’è quella follia iconoclasta e quel piglio sopra le righe che richiama i primi Impaled Nazarene, o lavori assolutamente folli come “Hosanna Bizzarre” dei Tsatthoggua e “Striðsyfirlýsing” dei Vondur; c’è quell’eneregia bestiale che rimanda alla più scatenata brutalità made in Sweden, e quindi a gruppi come primi Marduk e Satanic Slaughter; c’è una rabbia esplosiva e feroce, che proprio nella seconda metà degli anni novanta dava origine alla corrente del così detto war metal (ancora Marduk, ma anche Niden Div. 187 e Zyklon B); c’è il recupero di sonorità più old school, tanto che in alcune occasioni (“Destroyer”, “Satanic Slayer”) sembra davvero di ascoltare una versione a quarantacinque giri dei primi Sodom, quelli dell’imprescindibile “In The Sign Of Evil”.
Il tutto reso ovviamente con enorme furia espressiva ma anche con una certa abilità tecnica (non abbiamo a che fare con musicisti dell’ultima ora), attraverso pezzi brevi e ficcanti, affilati come stiletti che si conficcano dolorosamente nella carne. Menzione d’onore spetta a “Anal Fistfuck”, pezzo dal testo delicatissimo e dall’andamento quasi punkeggiante che, a giudizio di chi scrive, si aggiudica la palma di miglior canzone del lotto. “Knights From Hell” sta probabilmente un paio di gradini sotto ai capolavori assoluti che la scena black metal seppe sfornare, nelle sue varie ramificazioni e sottogeneri più o meno contaminati, durante l’ultimo decennio del secolo scorso, me è un lavoro che vale sicuramente la pena di riascoltare, per la genuina violenza che è in grado di sprigionare, per la lucida e calcolata follia che serpeggia in ogni nota e per la prova generale decisamente sopra le righe di tutti i musicisti coinvolti. Una testimonianza del passato, da recuperare senza indugi grazie a questa ristampa.