L’instancabile e iperattiva Nuclear War Now! Productions spalanca ancora una volta per noi le porte dell’inferno con questa gustosa release intrisa dell’odore pungente dello zolfo, che vede protagoniste due realtà abbastanza giovani e probabilmente poco note nel circuito estremo, ma che a mio giudizio varrebbe invece la pena di conoscere. Si tratta dei belgi Perverted Ceremony, che hanno già all’attivo un lavoro sulla lunga distanza (“Sabbat Of Behezaël”, pubblicato nel 2017 sempre con la stessa etichetta) e dei finlandesi Witchcraft, che invece hanno alle spalle, come ogni gruppo di culto che si rispetti, la consueta trafila, per la verità già piuttosto nutrita, di demo e split nei più vari formati. Questi due simpatici gruppi di teppisti sonori uniscono le loro sacrileghe forze in questo split, nel nome del satanasso, della blasfemia più spinta e ignorante e del black metal più primordiale e radicale, declinato però con un certo gusto atmosferico, discorso che vale soprattutto per i Witchcraft.
Ad aprire le danze di morte sono però i Perverted Ceremony che, dopo la classica e breve intro infernale, mettono immediatamente in chiaro i loro intenti bellicosi e distruttivi, sparandoci in faccia una manciata di pezzi finora inediti, all’insegna del metal of death più cacofonico e bestiale, dal retrogusto quasi sudamericano, se non fosse per un certo feeling cimiteriale e demoniaco, ben veicolato da inserti tastieristici che restano sullo sfondo e a margine della devastazione sonora ma che impreziosiscono il risultato finale, dando corpo ad atmosfere demoniache e scongiurando in parte l’effetto copia-incolla, purtroppo sempre presente in releases di questo tipo.
D’altra parte non poteva che essere così, dal momento che “Nighermancie” è un termine che deriva dal tedesco medievale e, come facilmente intuibile, significa appunto “negromanzia” o “arte nera”: l’atmosfera generale quindi non avrebbe che potuto essere quella di una messa nera, con tanto di pentacoli, caproni, vergini nude da sacrificare e quant’altro.
Atmosfera che viene ancora di più esaltata dalla proposta, altrettanto estrema ma più rallentata, dei Witchcraft, che nel loro “Black Candle Invoker” ci propongono brani risalenti alle sessioni di registrazione della demo “Diablerie” del 2017, e precisamente una diversa versione di questa canzone e due pezzi inediti.
Come nella demo appena citata e nella più recente “Nightmare Goetia” del 2018 i nostri bestiali amici non nascondono il loro amore sconfinato (oltre che per i rituali satanici) per i primi Beherit e per gruppi come Blasphemy e Impiety ma stemperano la furia infernale della loro musica attraverso ritmiche più pesanti e pachidermiche, talvolta davvero al limite del doom più funereo, incorniciando il tutto con tappeti tastieristici sempre presenti, sia come intermezzi orrorifici da brividi lungo la schiena, sia come insistito sottofondo strumentale nel corpo delle canzoni, con la voce che spesso resta distante e sfocata a salmodiare le sue litanie diaboliche, per un risultato finale che riesce ad essere insieme decisamente violento ma anche spettrale ed oscuro.
La produzione è ovviamente sporca e grezza per entrambe le bands coinvolte, pur senza andare oltre al limite dell’ascoltabile, ma da un’uscita di questo genere non sarebbe lecito attendersi qualcosa di diverso. Tirando le somme, se vi piacciono queste sonorità, date senza indugio un ascolto a questo discreto split, che non sconvolgerà di certo la scena estrema ma che si lascia comunque apprezzare. Let the sabbath begin.