Sono catalani, giovani, incazzati e odiano qualsiasi tipologia di credo religioso, anche se il loro bersaglio preferito è Gesù Cristo. Il terzetto di Tarragona, cittadina non lontana dalla solare Barcellona, è avvolto più che mai nell’oscurità del maligno e nella foschia misantropica. Il debut album “Victorious Satan”, in uscita a fine novembre 2018, dopo appena un ep del 2016, era già pronto nel 2014: per problemi di line up è stato pubblicato diverso tempo dopo ma ha tutta l’intenzione di spaccare in due la scena metal iberica underground, tanto è potente il suo impatto. Black metal con qualche infarinatura death: nulla di nuovo, tutt’altro, anche se non sono moltissimi i gruppi che si sono cimentati con questo sottogenere provenienti dalla Spagna, che ha forse una tradizione più classicamente metal. Invece i Mørknatt (che da fonti dovrebbe significare “il sentiero all’interno del tramonto”, ossia sino alla morte), nonostante la giovane età, non le mandano a dire e producono un disco carico di odio, caos e violenza, con professionalità e personalità da band navigata. C’è poco da dire su un disco come “Victorious Satan”, tranne che è la classica mazzata sui denti che non lascia tregua e inanella un cazzotto da ko dopo l’altro: produzione efficace che predilige l’impatto ma rimane coerente con i canoni del genere; songwriting che non ha nella varietà il suo punto forte ma si fa apprezzare per la sua quadrata determinazione; liriche blasfeme adatte al contesto.
Nulla da eccepire, questo è un disco che fa il suo sporco e onesto lavoro senza voler andare a cercare soluzioni differenti da quelle comprese nei canoni e clichés del genere: riff affilati, doppia cassa, blast beat e ritmiche schiacciasassi fanno un’orgia demoniaca che accompagna la voce mai invasiva del leader Febo per tutta la durata del disco. Se qualcuno avesse anche un minimo dubbio sulle capacità del terzetto catalano, basta che prema play e lasci partire “Jesus Funeral”: un tempo quasi tribale lascia strisciare in sordina la gracchiante voce di Febo, che ben si sposa con le ritmiche, per poi esplodere in un più lineare ritornello. La seguente “Diabolus Frequences” è il brano che più rispetta i classici canoni del blackened death metal nel senso più ampio del termine, con l’alternanza tra growl e scream e il devastante lavoro delle pelli, instancabile e mai eccessivamente lineare. Ma è quando sopraggiungono “I Have Sinned” e la title track che ci si rende conto di che pasta sono fatti i nostri amici satanici. Un continuo ripetersi di riff tagliagola ci avvolge in una spirale e ci trascina nei gironi dell’inferno. Nella title track, una vera e propria suite di quasi nove minuti di caos anti religioso, la dose di melodia nel guitar work è ancora più marcata ma non sminuisce l’aggressività del riffing, letale come una droga.
Concludono il disco tre brani già presenti nel primo ep della band e qui inclusi come bonus tracks, nei quali si percepisce una leggera differenza di sound e di approccio al genere. In conclusione “Victorius Satan” è un disco che nulla aggiunge al già inflazionato mercato underground estremo ma da parte sua ha appunto la spensieratezza di non voler dimostrare nulla a nessuno. I Mørknatt suonano con grande personalità e fanno ciò che a loro più aggrada infischiandosene dei trend del momento e infilando nove brani killer che filano lisci come lame affilate non stancando mai l’ascoltatore. Ulteriore punto di forza è la produzione equilibrata, professionale e potente, che risulta la ciliegina sulla torta della performance eccellente di questi tre ragazzi che, continuando così, avranno di sicuro il futuro dalla loro parte.