I Morketida hanno fatto breccia nei nostri cuoricini neri grazie a quel dischetto del 2018 che prendeva il nome di “Panphage Mysticism”, un ottimo bignami di black metal old school rarefatto, plumbeo e funereo, caratterizzato da pezzi oscuri, malvagi e lenti. A distanza di due anni i nostri tornano sul mercato con questo ep ma qualcosa non quadra. Se il precedente platter era tutto basato sul minimalismo oscuro del bianco e nero, colori che riflettevano l’essenza scarna e malvagia della musica proposta dalla band, questa nuova fatica si presenta con una cover variopinta e con contenuti di fantasia mostruosi, degni di un qualsiasi disco brutal/death americano. Sarà un cambio di direzione esclusivamente grafico o abbiamo a che fare con una band che ha deciso di virare su altri lidi stilistici? Come spesso accade la verità sta nel mezzo; infatti il combo finlandese in queste quattro tracce (di cui una è una cover) cerca di inasprire la propria proposta spingendo maggiormente il piede sull’acceleratore rispetto al debut album. Ne consegue, come naturale sia, un approccio più classico, con un maggior quantitativo di blast beat canonici e doppia cassa a martello, che rimane comunque fedele alle atmosfere sinistre che caratterizzavano il precedente lavoro. I tre pezzi inediti sono abbastanza aderenti a un black metal canonico e veloce, pompato con tastiere lugubri e sinistre, che accompagnano minuto dopo minuto ogni singolo brano dotandolo di quella carica negativa che permeava il debut, anche se qui l’enfasi viene spostata maggiormente sulle chitarre che macinano imperterrite melodie indiavolate.
L’opener è un vero e proprio macigno black metal di scuola finnica senza compromessi, veloce, oscuro e glaciale come tradizione insegna, ma è con la seguente “Upon The Aged Heavens” che la band torna a rallentare i ritmi e ad enfatizzare il lato più evocativo e sinistro del proprio sound. La title track sconfina in più occasioni nel symphonic black metal, ricordando quello che potevano essere i Limbonic Art o i Dimmu Borgir alle prime armi, ma più scarni e gretti, grazie a un giro di tastiere inquietante e d’effetto che ti ipnotizza, per poi trascinarti nell’ennesima tempesta di blast beat e riportarti nell’abisso grazie a rallentamenti e voci d’oltretomba.
Completa l’ep una buona cover del classico “Unsilent Storms In The North Abyss”, suonata con riverenza e fedeltà all’inarrivabile originale. Particolare la performance vocale al limite del soffocato, che si distacca dal classico scream acuto, e, unita alle maggiori influenze della second wave, riesce a dare a questa prova della band un tocco di freschezza gelida. Al contempo però il parziale cambio di scelte stilistiche ha fatto perdere quella peculiarità che era emersa nel primo lavoro.
In attesa del nuovo full length, i Morketida sottolineano la volontà di prendere le distanze da sonorità più lente per avvicinarsi a un approccio probabilmente più “Norway oriented”, grazie a suoni affilati e veloci, senza tuttavia rinunciare del tutto alla melodia e al costante ausilio dei synth. Difficile giudicare una prova da soli tre pezzi ma rimaniamo sintonizzati perché le potenzialità di questi ragazzi sono decisamente interessanti.