Last Century

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Una band che non appartiene al genere del quale solitamente ci occupiamo su queste pagine virtuali ma pur sempre una band di metal estremo nell’accezione più ampia del termine, nello specifico un thrash metal con venature progressive. Andiamo a scoprire qualcosa in più sui veneti Last Century, che da poco hanno pubblicato il primo full length “A State Of Being Aware”.

Iniziamo subito a parlare del progetto Last Century… quindi presentate la vostra band al nostro pubblico assetato di metal…

Noi Last Century siamo un gruppo progressive thrash (o technical thrash)metal da Vicenza; siamo nati circa sei anni fa e da allora abbiamo affiancato l’attività concertistica, che per ora si è concentrata nel Nord Italia, alla pubblicazione di un singolo (“Call Of War” del 2016 n.d.r.), un ep (“Mandatory Disguise” del 2018 n.d.r.) e un nuovissimo full lenght. Un anno fa abbiamo anche firmato con l’etichetta maltese Maculata Anima Records. Il gruppo è composto da: Roberto Biasin,chitarra,voce e principale compositore della band; Luca Piccolo al basso; Giovanni Giustioli alla batteria e vari musicisti che si avvicendano al ruolo della seconda chitarra.

Parlateci del vostro primo full length intitolato “A State Of Being Aware”… che tipo di supporto sta avendo il prodotto finale? E quanto puntate su questa release?

A State Of Being Aware” è il frutto di anni di esperienze in campo musicale, molte canzoni le suoniamo da anni, altre sono nuove… tutte incanalate in un loro stile che caratterizza questo album di cui dopo parleremo. Stiamo vendendo copie fisiche, disponibili anche su bandcamp e ordinabili anche scrivendoci, il disco inoltre è anche su spotify e sulle altre piattaforme, senza contare il videoclip del singolo “Slaves Of Time” su youtube. Speriamo che la gente ci sostenga ascoltando il nostro lavoro e seguendoci.

Cerchiamo di soffermarci e di concentrarci sulla parte lirica… che tipo di argomenti avete trattato e cosa volete trasmettere a chi vi ascolta con i testi da voi creati?

Il titolo nasce dal fatto che ogni brano possiede un suo tema,l’unico filo conduttore (del tutto involontario per altro) che univa i testi era l’essere consci di qualcosa:problemi, argomenti, fatti, descrivendoli ma senza avere reali soluzioni. “Eternal Return” parla della natura umana e della sua recidività, “SlavesOf Time” dell’inesorabile scorrere del tempo e del fatto che non possiamo fermarlo, “Bound To Lies” si concentra sulla pazzia “cosciente”dal punto di vista del malato, “Enemy Zone” è più incentrata sui rapporti umani, “Humanity Deception” e “The Black Lodge” sono due canzoni con temi più fantascientifici/esoterici. Ogni ascoltatore è libero di cogliere ciò che vuole e lo farebbe anche se noi non lo volessimo, perciò noi ci concentriamo sull’esprimere noi stessi.

Il genere musicale da voi proposto come lo volete definire?

Il nostro è un thrash metal che si è evoluto,prende a piene mani influenze progressive e technical e non bada minimamente ai canoni che un genere dovrebbe avere secondo le varie “presunte leggi” di cui si sente parlare nel mondo della musica e soprattutto del metal. Ci concentriamo molto sulle parti strumentali dei nostri pezzi e diamo molto risalto alla musica.

Quanto siete sodisfati della nuova release e che tipo di sensazioni riesce a darvi ancora quando l’ascoltate?

Siamo molto soddisfatti, le nostre canzoni, la produzione e l’artwork rispecchiano le nostre idee, è praticamente tutto come volevamo sotto questo punto di vista.

Il genere da voi proposto nel 2020 quanto può e quanto riuscirà a dare nel circuito estremo italico?

Il nostro è un genere particolare, meno apprezzato di altri forse, può dare tantissimo, se lo farà dipende da quanta gente riusciremo ad attrarre.

La copertina cosa vuole andare a raffigurare… e i colori da voi scelti sono stato casuali, oppure dietro ci sono delle similitudini che vanno ad incastrarsi con i testi? 

Come spiegato prima, il senso del titolo “A State Of Being Aware” si spiega con il filo conduttore dell’essere consci; questo volto spaventato si trova immerso in un mare di blu e trova sé stesso perso nella sua mente che ormai è un labirinto senza via d’uscita. La musica, le lyrics, l’artwork e la produzione s’intrecciano per creare ciò che noi volevamo esprimere e che speriamo il pubblico lo colga.

A voi le ultime parole…

Grazie per questa intervista.