Da poco fuori con la loro omonima demo di debutto, i nostrani Black Raptus propongono un black vecchio stile, sporcato da influenze black n’ roll e da un certo piglio punk. Andiamo a conoscere meglio il loro universo musicale e concettuale attraverso le parole del chitarrista Hvrvs e degli altri membri della band.
Salve ragazzi, raccontateci la storia della band eparlateci della demo omonima “Black Raptus”,che trovo molto oscura e malata…
La band all’inizio ci ha impiegato qualche mese a trovare un equilibrio, soprattutto data la mancanza di un bassista, fino all’arrivo di Lifedestroyer. Nel 2019 abbiamo registrato la nostra demo, sempre pubblicata nello stesso anno. La nostra idea iniziale era di rendere il tutto crudo, diretto, rabbioso e senza troppi fronzoli, in modo tale da far capire immediatamente all’ascolto la nostra idea di black metal a livello compositivo, inoltre abbiamo come prima pubblicazione cercato di rendere omaggio al black metal che fu…mutato col passare del tempo (la cover di “Too Old Too Cold”).
Il concetto lirico e visivo per un progetto come il vostro quanto è importante, e che tipo di impatto potrebbe avere anche in un contesto live?
Premettendo che l’aspetto musicale è ciò che maggiormente conta, l’aspetto visivo vuole la sua parte e ci aiuta ad esprimere il nostro messaggio su disco come live. Per quanto riguarda l’aspetto lirico e visivo si ritorna inevitabilmente all’essere diretti, sono due aspetti molto importanti, ma allo stesso tempo basici e non troppo elaborati in questo caso. Parlando di un contesto live possiamo dire che tutto potrebbe portare ad una situazione movimentata… molto movimentata… per poi passare ad un’atmosfera più tetra e depressiva…
Vi chiedo di usare tre aggettivi per descrivere la vostra proposta musicale…
Anonima, fredda e aggressiva.
In un luogo come l’Italia, quanto è difficile esprimere e far conoscere la propria musica estrema?
Ovviamente, oltre che a non sostenere a livello progettuale la scena, l’Italia non è nemmeno terreno fertile per il black metal e i generi estremi in generale, nonostante alcune nostre band abbiamo fortemente contribuito a questo movimento nei decenni passati.
Il vestiario che usate nelle foto session mi piace molto e attira subito l’occhio. Da cosa nasce questo aspetto scenografico dei Black Raptus e cosa vuole rappresentare?
La tunica è stata un’idea per cercare di mantenere il più assoluto anonimato, non cerchiamo fama né soldi, dunque cerchiamo di “nascondere” il nostro lato da esseri umani… inoltre senza perderci in tanti giri di parole… è stata una dedica verso un gruppo di cui il nostro cantante Draugr è follemente innamorato, i Black Witchery. Come detto precedentemente, l’aspetto visivo sostiene il messaggio che vogliamo trasmettere. Il male, le deviazioni e la cattiveria presente in ogni popolo, Black Raptus è il lato oscuro, malato e perverso che ogni essere umano ha nel DNA. E che lo porta all’autodistruggersi. Anonimo perché rappresenta tutti, equo perché non fa distinzioni anticostituzionali e antisistema… l’omicidio visto come unico mezzo per una giustizia terrena e naturale, rivolta sanguinaria contro il mondo moderno.
Le band che vi hanno influenzato maggiormente quali sono state? E quanto ancora vi sentite legati a certe sonorità old school?
Senza dubbio i Darkthrone in primis, in secundis gli Horna, si sente chiaramente anche che non abbiamo mai messo da parte alcune sonorità punk o black n’ roll…. con una punta di Nattefrost. Siamo molto legati al nostro primo sound ma vi assicuriamo che nei mesi di scrittura dell’lp lo abbiamo innovato e ci siamo perfezionati (crediamo); non vogliamo darvi anticipazioni perché vogliamo che siate voi a giudicarci. Per quanto ci riguarda non suoniamo né con vincoli né con dogmi.
La vostra musica è rivolta solo ai maniaci del black metal oppure, considerate anche le influenze punk e rock n’ roll, pensate che vi si possa avvicinare anche un pubblico diverso?
Assolutamente sì, siamo indirizzati a tutti coloro che vogliono recepire a pieno il messaggio, non facciamo né politica né nulla di simile, siamo aperti a tutti. La nostra musica è rivolta a chiunque, grandi e piccini…Non abbiamo un target scelto a cui indirizzare il nostro lavoro.
Se ogni membro della band fosse un animale… quale sarebbe di voi il capobranco, e quello più aggressivo?
Siamo quattro cani sciolti con obbiettivi ben presenti, concentrazione ed aggressività… sono qualità all’interno di ognuno di noi…
Progetti per il futuro?
Ovviamente si spera in qualche live, l’album è in cantiere, non appena sarà possibile ultimeremo le registrazioni, speriamo di poter tornare sul palco non appena ce ne sarà la possibilità, sperando di non portare altri cataclismi come la nostra prima data (ovvero i primi casi di Codogno…).
Bene, concludete l’intervista come meglio credete…
Draugr: Tenete duro che in futuro ci divertiremo molto a recuperare tutto il tempo perso; Nazghul: Sento delle voci…; LIfedestroyer: lunga vita al black metal e ai Black Raptus; Hvrus: Nonostante tutto…, avanti LVPIAE