Dai più profondi abissi dell’underground russo, arrivano i Goatpreacher, attraversando direttamente la porta dell’inferno per portarci la buona novella con il loro black/death metal dal sapore rituale, brutale e selvaggio, che ci riporta indietro alle origini del genere per come oggi le conosciamo. Il gruppo ha esordito nel 2015 con la demo “Chaos Sabbath” ed oggi giunge al meritato traguardo della prima fatica sulla lunga distanza con questo “Unholy Black Magic Ov Fire”, che esce in formato cd e in edizione limitata a sole cento copie per la misconosciuta etichetta ceca FRSTT DRKNSS Productions. Il sound e l’approccio sono d’altri tempi, esattamente come ci si potrebbe aspettare da un gruppo che ha la parola “goat” nel proprio nome: i chitarroni macinano lineari riff, tra toni ribassati e zanzarosi; la muscolare sezione ritmica fa a dovere il suo lavoro; la voce è il classico screaming animalesco, riverberato e demoniaco come si conviene; la registrazione cantinara ed artigianale completa infine il quadro di un disco che non concede assolutamente nulla al mainstream e rimane aggrappato con le unghie e con i denti ad una concezione DIY, che per alcuni potrebbe suonare irrimediabilmente retrò e superata ma che per altri rappresenta l’essenza stessa del metallo nero di matrice underground, quella magia che ci aveva conquistato da adolescenti e che cerchiamo disperatamente di riscoprire nella sua purezza, a dispetto dell’inesorabile trascorrere degli anni.
“Unholy Black Magic Ov Fire” non brilla certo per particolari soluzioni compositive od esecutive, quanto piuttosto per la presenza di alcune buone idee, indispensabili per distinguere un disco dagli altri nel mare magnum di anonime proposte dello stesso genere. Sono, come sempre, i particolari a fare la differenza: un rallentamento soffocante e cimiteriale ben piazzato; un assolo al fulmicotone di quelli che fanno tanto Slayer e vecchio death metal anni novanta; un urletto speed ad inizio canzone; qualche stacco leggermente più atmosferico.
Piccoli particolari appunto, in un album che, a partire dall’opener “Necroworship About Grave” e fino alla conclusiva cover degli Impaled Nazarene (tratta dal seminale esordio della band finlandese “Tol Cormpt Norz Norz Norz”), è una lugubre passeggiata in un cimitero sconsacrato, in compagnia dei vari Von, Sarcofago e Beherit (ma anche i primissimi Darkthrone, quelli di “Thulcandra” e “Cromlech”, vengono a mio parere citati a più riprese), condita da blasfemie di varia natura e da una cattiveria quasi tangibile. Non c’è molto altro da aggiungere perché “Unholy Black Magic Ov Fire” è questo, niente di più e niente di meno: un dischetto saldamente ancorato al passato, che sceglie consapevolmente l’attitudine e la dimensione del “culto”, suonato con dedizione e rivolto unicamente ad una ristretta cerchia di appassionati, i quali saranno ben lieti di tornare, almeno per questa mezz’ora scarsa, all’epoca d’oro del tape trading e delle fanzine fotocopiate. Il tutto senza scadere nella banalità e dimostrando di saper suonare con cognizione di causa.