Esplorando in lungo e in largo i bassifondi dell’underground, come del resto è nostra abitudine, alla ricerca di qualche lavoro degno di nota, ci siamo imbattuti nell’oscurissimo progetto Order Of Nosferat, del quale non si sa praticamente nulla, se non che si tratta di un duo composto dal leader Count Revenant (personaggio attivo sulla scena tedesca con altri pseudonimi), coadiuvato da Anzillu alla batteria. Questo “Necuratul” rappresenta il loro esordio sulla lunga distanza e vede la luce (delle tenebre) sotto l’egida della teutonica Purity Through Fire, etichetta tra le più attive ed affidabili, che ancora una volta propone un’edizione elegante (ed ovviamente limitata) in lp, cd e digipack A5. È un dato di fatto che il black metal più grezzo e true sta ultimamente riscoprendo tematiche legate al vampirismo, inteso in un’accezione esoterica e sanguinosa, molto distante, anzi direi diametralmente opposta, rispetto a quella più goticheggiante e languida alla quale alcuni di noi erano forse più abituati. Lo abbiamo notato parlando di recente dell’ultima fatica degli Unholy Vampyric Slaughter Sect e del debutto dei Wampirvs Sinistrvs ma si tratta di un concept non nuovo, che risale almeno al primo full length dei Black Funeral e quindi alla metà dei mai troppo rimpianti anni novanta.
Gli Order Of Nosferat dai Black Funeral riprendono non solo il concept ma anche l’impostazione che prevede la commistione tra ferale e rozzo black metal e ambient/dungeon synth inquietante e magico: un connubio ampiamente collaudato, che in quest’occasione è sistematico, in quanto vi è una perfetta alternanza tra episodi marci e nerissimi ed intermezzi (anzi vere e proprie canzoni) più eterei e carichi di cupi presagi. Gli episodi black sono costruiti in modo tradizionalissimo: riffing scarno e minimale, batteria stile pentolaccia e screaming demoniaco; il tutto accompagnato da una produzione artigianale e casereccia che esalta un sound tipicamente da cantina, che in questo caso risulta fondamentale per sottolineare l’atmosfera mortifera che letteralmente trasuda da ogni nota.
Ogni cosa (compresa l’attitudine elitaria della proposta) richiama alla mente gruppi come Mütiilation, Belketre, Funeral, Vlad Tepes, e in definitiva tutta l’allegra combriccola delle Légions Noires, che ha rappresentato l’ala più estrema della scena black francese nel corso dell’ultimo decennio del secolo scorso. Nulla di nuovo quindi (anzi qui tutto puzza volutamente di vecchio, sotto ogni aspetto) ma canzoni come la bathoryana “Servant Of Orlok”, la frenetica title track e la conclusiva “As Light Withered My Skin” compiono a dovere il loro sporco lavoro, grazie anche ad un uso molto intelligente delle tastiere, ben dosate nel contesto raw per dare corpo alla malinconica melodia di alcuni passaggi. Dal canto loro i brani ambient sono altrettanto lineari ma molto suggestivi e spesso sfociano nel suono di un organo o di un pianoforte, restando sospesi in una narrazione a metà strada tra il fiabesco e l’angosciante.
L’insieme nel suo complesso funziona e ricostruisce con efficacia paesaggi musicali ben conosciuti ma comunque sempre emotivamente coinvolgenti: in definitiva “Necuratul” è un disco di nicchia, il cui ascolto potrebbe risultare ostico per molti; d’altra parte è rivolto esclusivamente agli estimatori di un certo tipo di sonorità, per i quali in futuro potrebbe forse anche diventare un piccolo oggetto di culto. E giusto per fomentare il vostro entusiasmo adolescenziale, vi lascio con le dichiarazioni bellicose ed intransigenti di Count Revenant: “Rendete omaggio a tutti coloro che mantengono ciò che è regale nel black metal! Coloro che ne assorbono lo spirito come dovrebbe essere! Fanculo a tutti coloro che non hanno il coraggio delle loro convinzioni, corrompendo così un genere costruito sulla forza! Infiltrati di un’altra via che sono destinati ad essere cacciati… Colpite coloro che non sono vampiri… Non tollerate nulla!”. Ecco, anche questo ci riporta agli anni novanta e alle interviste meravigliosamente deliranti di quel periodo!