Galpedar – Eridan Hordes

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1984

Duo italiano di recente formazione, i Galpedar sono formati da Helhest (chitarra e synth) e Rhiw (basso, drum machine e voce), entrambi impegnati anche nel progetto Falce, che propone sonorità symphonic/avant-garde. Questo “Eridan Hordes” è la loro demo d’esordio, concepita, realizzata e distribuita con assoluta fedeltà ai dettami del “do it yourself” e pubblicata in formato cd e in edizione limitata a sole cento copie numerate a mano, del tutto professionale, con tanto di foglio autografato dai componenti del gruppo, foto e testi (e questo lo rende una piccola chicca per i malati di collezionismo). La band si è formata nel corso del 2020 ed in questo esordio ci propone due brani ben strutturati di classico black metal freddo ed ossessivo, che si apre però volentieri ad influenze paganeggianti di più ampio respiro, mettendo spesso in mostra un piglio da cavalcata epica. Il sound è ben radicato negli ormai mitologici anni novanta, chimera che quasi tutti i gruppi underground cercano di far rivivere, con alterne fortune: il riffing paga dazio a gruppi come Darkthrone, Vargsang ed epigoni vari ma, come detto, è caratterizzato da un approccio epicheggiante che lo rende piuttosto fresco e coinvolgente, sulla scia anche di certe realtà tedesche come Moonblood e Graven (per non citare i mostri sacri Bathory, che estendono la loro influenza su questo genere di sonorità nel corso dei decenni, come un fantasma che aleggia sulle nuove leve).

Il suono è coerente con il genere proposto e la produzione ci restituisce l’essenza sonora tipica dell’ultimo decennio del secolo scorso, senza per questo risultare eccessivamente sporca o confusionaria e senza che la drum machine “rovini” l’atmosfera “antica” dei pezzi (anzi, direi che sembra proprio una vera batteria). Anche il cantato di Rhiw si inserisce nel solco della tradizione: uno screaming rauco, grezzo e feroce quanto basta, che personalmente ho trovato più efficace ed espressivo nella title track piuttosto che nella successive “Ablaze My Soul”. Entrambe le canzoni però sono valide e costruite con buona consapevolezza nei propri mezzi: potremmo dire che l’opener suona più dinamica e solenne, vagamente melodica, mentre la seguente traccia mi è parsa più fredda e monolitica.

I limiti di questa prima uscita targata Galpedar a mio giudizio risiedono in una certa prevedibilità del songwriting e nella ancor troppa dipendenza dai modelli di riferimento del giovane combo italiano. Difetti tuttavia assolutamente scusabili, trattandosi di un debutto assoluto. “Eridan Hordes” con i suoi poco più di dieci minuti di durata è comunque un discreto biglietto da visita, per una band che potrebbe in futuro regalarci qualcosa di veramente interessante, scovando un percorso maggiormente personale, pur conservando la doverosa devozione nei confronti dei loro numi tutelari.