Sulle nostre pagine virtuali ci siamo occupati abbastanza spesso di dark ambient, genere concettualmente affine per diversi aspetti al black metal, specie nelle sue interpretazioni più oscure e ossessive. Harrogat è un’interessante realtà dark ambient italiana, che ha all’attivo diversi lavori e che si appresta a pubblicare il prossimo album, “Ignotvs”. È quindi con piacere che andiamo a conoscerla meglio attraverso questa intervista.
Come riesce il mondo contorto del progetto Harrogat a creare instabilità nell’ascoltatore durantel’ascolto delle tue opere?
Ho sempre visto la musica ambient come un genere spaziale, un qualcosa che fa viaggiare la mente. Immagina di trovarti solo nell’universo, senza gravità, con le braccia e le gambe distese e tu che fluttui nel nulla, e ciò che puoi vedere sono solo galassie e nebulose. Ecco cosa è la musica ambient, creare spazio nella mente e credo che questo serva ad ognuno di noi. Staccare la mente dalla realtà noiosa e stressante di tutti i giorni, stimolandola a crearsi un universo a sua immagine e somiglianza dove potersi rifugiare e rilassare. I suoni dark hanno lo stesso ruolo, fondamentalmente.
Come viene percepito il dark ambient in Italia?
In Italia non credo sia proprio percepito, giusto pochi adepti detengono questo privilegio. Ci sono comunque grandissimi artisti ai quali faccio riferimento. A mio parere ci sono artisti italiani che non hanno nulla da invidiare a quelli stranieri. Ovviamente sono gusti, ma la cosa bella del dark ambient è che il genere è molto aperto e, se si è bravi, con praticamente tutti gli strumenti è possibile comporre ottimi brani.
Da dove prendi spunto per i tuoi suoni ricercati, per creare quelle emozioni contrastanti e quelle vibrazioni che emergono dalla tua musica?
Io ho tre grandi maestri da cui prendo molta ispirazione. Uno si chiama Matt Uelmen. Lui mi ha immerso in questo genere con la colonna sonora del videogioco “Diablo II – Lord Of Destruction”, e forse qualche fan di questa saga avrà notato da dove ho acquisito il nome del progetto. Dopo ho ampliato i miei orizzonti con Atrium Carceri e Metatron Omega, anche se prima ho ascoltato l’album “Hvis Lyset Tar Oss” di Burzum.
Come vengono concepitele cover delle tue produzioni: è una scelta naturale, che riecheggia dentro la tua mente in fase compositiva oppure c’è dell’altro?
Dipende. La copertina di “Galeria” è stata studiata. Avevo intenzione di creare una storia ambientata a Galeria Antica, questo borgo vicino Roma abbandonato nel 1809. Sono andato quindi a visitare questo borgo e quello che volevo era proprio il campanile di San Nicola, il campanile della chiesa principale del villaggio. Quella quindi è stata studiata. “Galeria II”, invece, fu presa da uno scatto totalmente casuale che feci poco dopo mentre ero in visita. Ho visto la foto, ho sentito un richiamo e ho immaginato un fantasma nel vicolo. Era perfetto per creare la vedova, la prima traccia del secondo album. La cover di “Ephel Duath”, invece, rappresenta la maschera del Re Stregone di Angmar. Nel dark ambient spesso i racconti di Lovecraft ispirano gli artisti nelle loro composizioni mentre nel black metal si è generalmente più incentrati su Tolkien. Amando gli scritti di Tolkien ho voluto portare le storie di questo grandissimo scrittore tra le mie note dark ambient. “Conquer” e “Pandemonium” sono state studiate perché fanno parte del filone di “Galeria” e “Galeria II”, quindi le avevo in testa fin dall’inizio. Per “Sigillum” invece avevo un’altra idea, totalmente diversa, ma optai per una copertina gotica in onore della cattedrale di Notre Dame, che era stata danneggiata poco tempo prima della pubblicazione dell’album. “Ignotvs invece è stato sognato durante la notte: un teschio con dei tentacoli dentro una grotta.
Quanto la tecnologia e l’uso del pc sono stati importanti per esprimere la tua vena creativa?
La tecnologia mi ha aiutato tantissimo. La possibilità di poter equalizzare i suoni campionati è tra le cose più importanti quando componi. E non parlo solo delle frequenze. In questo genere è quasi impossibile creare un suono perfetto da zero.
E senza la tecnologia, con la tua creatura, Harrogat, che musica avresti composto? Avresti adottato un altro moniker?
Se la tecnologia non fosse esistita non sarebbe esistito neanche Harrogat. Ma andiamo con ordine. Io adoro la cultura norrena, passione che sicuramente ho scoperto grazie al black metal scandinavo, per cui avrei trovato un nome d’arte da vichingo, magari di qualche re norreno o qualche guerriero di cui ancora oggi riecheggiano le gesta. Se la tecnologia non esistesse non avrei avuto neanche la possibilità di suonare una chitarra elettrica, al massimo una classica o acustica, anche se quest’ultime non sono i miei strumenti preferiti. Molto probabilmente avrei suonato strumenti a corde, come pianoforte oppure violini e contrabbassi. O magari avrei fatto il direttore d’orchestra. Sì, amo la musica classica e in alcuni dei miei brani si sente questa mia passione per l’orchestra.
Se dovessi usare poche parole, o un colore, per descrivere la tua musica come se fosse una natura morta, quali useresti?
Galeria Antica. Più natura morta di così non saprei a cosa pensare. Sì, tutto inizia da li. Prima ho detto che la musica ambient ti aiuta a spaziare nel vuoto ma il vuoto non si intende per forza a livello materiale. Il vuoto potrebbe essere visto anche come assenza di vita, magari solo di vita umana. I miei lavori sono sempre dei concept album e quando li pubblico creo sempre una storia guida che dovrebbe aiutare l’ascoltatore a immedesimarsi e a vivere la musica. Poi ognuno ha la sua mente e si creano quindi immaginari diversi dai miei, ma penso che la descrizione migliore sarebbe “cerca di trovarti da solo, in un luogo lontano dalla città, dove l’essere umano più vicino si trova a diversi chilometri di distanza. Sei solo tu e la natura. Dove vorresti trovarti? Nello spazio? In un villaggio ormai dimenticato e decadente? Vuoi essere completamente solo o avere la compagnia degli animali?”. La mia musica potrebbe cambiare il suo colore in base alla scelta del luogo da parte dell’ascoltatore.
Il dark ambient potrà un giorno avere una maggiore visibilità, magari attraverso riviste o siti specializzati nel settore o eventi dedicati?
Io penso di sì ma solo se la gente si interessasse alla musica in maniera più consona. Credo che la musica ambient, in generale, sia uno dei generi più ascoltati al mondo, solo che la gente non sa che la sta ascoltando. In un film ci sono tantissime tracce ambient, o dark ambient se è horror. Stessa cosa per tantissimi videogiochi che negli ultimi anni sfornano colonne sonore da brividi.
Spesso accade che chi suona black metal evidenzi nelle proprie composizioni influenze dark ambient e che gli ascoltatori di metal estremo siano ammaliati da questo genere. Come spieghi questa affinità?
Il black metal e il dark ambient vengono ascoltati da persone estroverse. Sia chiaro, estroverse dalla società. Di solito chi ascolta black metal non ama la società e la sua evoluzione, vede il trascorrere del tempo sotto un’altra prospettiva, una prospettiva che non è arrivabile da tutti. Il fatto parte dal sistema, dove i più potenti vogliono farti vedere che va tutto bene quando in realtà siamo solo dei numeri. Come ho appena detto noi vediamo la realtà da una prospettiva diversa, quindi percepiamo i fatti in maniera discordante e capiamo di essere presi in giro. Le cose imposte, il seguire la massa, l’essere tutti uguali e fare tutti le stesse cose non sono fatte per noi. Il black metal e il dark ambient sono espressioni di rabbia e poco adattamento ad un sistema marcio che contribuirà alla distruzione della specie. E per questo non credo manchi ancora molto.
Un giorno potrà prendere corpo la folle idea di un live di Harrogat, magari in un contesto ideale, come un bosco, e per pochi intimi…
Non saprei, devo prima combattere un mio grande nemico. Sono introspettivo. Non amo stare al centro dell’attenzione, nonostante salire sul palco sarebbe un sogno. Preferirei poterlo fare con un gruppo black metal, magari, almeno non sarei io il protagonista assoluto. Ma se volessi suonare dark ambient opterei per due luoghi: o un luogo abbandonato, come appunto Galeria Antica, oppure dentro una chiesa sconsacrata e in disuso,ancora meglio se decadente.