Noisefog è un progetto solista italiano, nato di recente e con all’attivo l’ep di debutto “Into The Ruin” e il full length “Perseverance Of Misanthropy”, per il momento disponibile soltanto in formato digitale. Abbiamo colto l’occasione per scambiare quattro chiacchere con l’omonimo mastermind per andare a conoscere meglio questa nuova realtà che si muove nel sottobosco underground nostrano.
Per prima cosa, parlaci del prossimo lavoro: quale direzione musicale prenderà e di quali tematiche si occuperà?
Il prossimo full sarà incentrato esclusivamente su un contesto musicale old school,che vedrà protagonista molto più il death metal. Ho deciso di tornare all’origine perché, a mio avviso, per conoscere il futuro bisogna guardare al passato. Come il full precedente sarà un concept album, incentrato sostanzialmente sul paganesimo, trascinando dentro tutto l’odio e il desiderio di vendetta nei confronti del cristianesimo. Hel, per i Norreni, è la dea della morte. Infatti sulla cover dell’album sarà rappresentata condannata al rogo dai cristiani: ma le fiamme la fortificheranno, fino a creare una sorta di ragnarok, dove tutto il ribrezzo creato dal cristianesimo sarà estirpato per sempre.
In che modo le tue liriche si sono evolute e qual è il filo conduttore dei tuoi testi (una sorta di marchio di fabbrica, se così si può dire)?
Tendenzialmente cerco di mantenere una linea abbastanza conforme dall’inizio fino alla fine, continuando aconcentrarmi sul paganesimo ma arricchendo il contesto sotto altri aspetti, quali la coscienza dell’uomo, la politica nell’impatto sociale, l’indispensabile misantropia e il mio modo di intenderla.
In che modalità entra la tua mente mentre componi?
Lo considero un processo personale. È una forma intima incentrata tutta sull’odio verso la religione cristiana e l’apatia di chi senza nessuno sforzo crede in una visione virtuale, senza avere nemmeno la minima intenzione di rispettare sé stesso.
Quanto è cambiato il tuo modo di comporre e in che modo sei riuscito ad evolverti rispetto al tuo debutto “Into The Ruin”? Che ricordi hai di quell’ep?
Molto spesso mi ritrovo ad ascoltarlo e, a distanza da più di un anno, continuo a pensare che è esattamente come l’avrei voluto. Mi sono ritrovato a comporre delle tracce volutamente non trattate a livello di sound proprio per omaggiare i nostri fottuti padri del black metal e il loro necrosound. Ovviamente con questo nuovo full ho voluto spingermi più in là, stando attento alle composizioni e al sound. Questo sarà l’album che più mi rappresenterà.
In che modo Noisefog potrà portare la sua musica su un palco, dal vivo? Oppure pensi che non si tratti di un progetto adatto alla dimensione live?
In realtà all’inizio del progetto Noisefog, mi ero ripromesso di non fare mai dei live perché considero il black metal un genere così puro da doversi preservare dalla merda che c’è in giro e proporlo ai soli veri blackster. Però credo ancora che ci sia qualcuno a cui possa piacere il senso vero di questo genere e quindi sicuramente in futuro ci sarà qualche mia apparizione. Credo che nei miei live ci saranno molte scene crude e macabre degno di nota.
Le tue canzoni trattano anche di un tema come la guerra o è comunque un tema che tratterai in futuro?
Sono sempre stato affascinato dal periodo bellico. Infatti in questo album qualche riferimento storico ci sarà soprattutto nelle tracce “Altar Of Revenge” e “Lead In The Cemetery”. Sì, sono molto propenso in futuro a comporre un album che richiami i periodi bellici.
Chiudo l’intervista chiedendoti se temi filosofici potranno entrare nel mondo di Noisefog…
Io credo che non esisterebbe un mondo se non ci fosse la filosofia. Vi sono molti autori interessanti ma sinceramente ho sempre voluto creare una filosofia fottutamente mia e sto iniziando proprio da qui… da Noisefog!