Con un moniker che significa nella nostra lingua “senza speranza” non possiamo aspettarci che una bella iniezione di negatività al quadrato. La missione di questa nuova e misteriosa band austriaca di sicuro non è quella di salvare la sacra fiamma del black metal dagli impostori, ma semplicemente proporre quarantacinque minuti di ossessione blasfema dal taglio novantiano, condita da una certa melodia sinistra e poco raccomandabile, come il classico carillon che si trovava nella stanza degli ospiti a casa della nonna. Come di consueto, pure gli Aussichtslos non inventano niente, e se ne guardano bene: prendono una forma ben collaudata (come chitarre dignitosamente zanzarose che potrebbero infastidire i più modernisti, scream vocals tipiche di chi ha bevuto mezzo litro di cianuro e un bel mix di up/mid tempos, senza mai dedicarsi alle ancor più tipiche sfuriate in blast beats) e fanno di questi elementi classici e intramontabili un tutt’uno con le loro idee malsane. Ciò che genera l’incrocio di questi ingredienti sono sei tracce acide e vintage che ci trasportano nel fatato mondo della band senza che ci sia un ritorno. Ai primi ascolti si può rimanere interdetti dalla produzione minimale e old school scelta dal gruppo per dare quel tocco magico e senza tempo al disco; con le chitarre in primo piano e l’acuta voce spesso si perde l’orientamento rischiando di fare confusione tra un pezzo e l’altro; solo dopo vari ascolti tutto torna e assume connotati epici e più dettagliati. “Völlig Aussichtslos” è un disco che affonda le sue radici nella scuola finlandese e tedesca, dove echi di malinconia ripercuotono le fondamenta delle composizioni, strutturate in maniera complessa per quanto riguarda il gran numero di riff che ogni pezzo contiene ma al contempo sempre lineari nonostante l’elevata durata di ognuno, necessaria alla band per creare atmosfere senza neppure l’ausilio di tastiere o strumenti simili.
Mostruoso il guitar work di Garst, davvero una furia nel tremolo e nel produrre un quantitativo infinito di riff, sempre melodici e taglienti come spade. Dopo vari ascolti pure le vocals di Norsk finiscono con l’essere più accessibili, riuscendo a inserirsi perfettamente nel contesto di ghiaccio del disco, nonostante sia evidente che pecchino di una leggera monotonia in quanto il range è effettivamente limitato. I sei brani, tra i quali non riusciamo a definirne uno migliore di un altro, riescono nell’intento di essere ben collegati tra loro, cosa che se da un lato può essere un pregio in quanto “sai cosa ascoltare”, dall’altro può creare, soprattutto in prima battuta, una certa confusione. “Völlig Aussichtslos” è quindi un buon disco, addirittura complesso e per certi versi pure ostico, non perché sia ricco di tecnicismi, che nel contesto sarebbero stati fuori luogo, ma perché riesce a rappresentare in modo efficace e ossessivo negatività e oscurità, incarnando il black metal nella sua forma più criptica e inaccessibile. Difficile che chi ascolta un black più moderno o con influenze estranee possa apprezzare tutto ciò che è contenuto in questo disco: come si diceva una volta, questo è vero black metal, come dev’essere suonato; prendere o lasciare.