Malauriu

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Da poco di nuovo in pista con l’ultimo “Promo 2021”, i siciliani Malauriu da qualche tempo si sono ritagliati il loro spazio nel folto sottobosco underground tricolore, a colpi di black metal nudo e crudo che riesce comunque a conservare una certa impronta personale. Abbiamo quindi deciso di scambiare quattro chiacchere con Schizoid, chitarrista e leader della band, per far luce sull’universo concettuale e musicale di questa valida realtà nostrana, che per l’occasione ci ha gentilmente concesso “in anteprima” l’immagine della cover della prossima uscita, uno split in compagnia di Abigail e Malvento, opera di Welt Yama Tattoo (che ha collaborato, tra gli altri, con At The Gates, Goblin e Venom Inc.), che potete vedere qui sotto.

Benvenuti sulle nostre pagine virtuali! Vorrei iniziare chiedendoti di raccontarci brevemente la storia del progetto Malauriu: com’è nato e con quali intenti? Perché avete scelto questo moniker?

Nel 2012/2013 ho ideato Malauriu, un progetto black metal senza troppe pretese, pensavo addirittura di fermarmi al primo ep. Dopo le prime recensioni positive ero molto motivato a proseguire il progetto. Tra alti bassi e tanti cambi di formazione siamo ormai attivi da quasi dieci anni. “Malauriu” è un termine siculo che evoca un cattivo presagio; non volevo per la mia band un nome anglofono ma qualcosa di più personale e particolare che potesse rievocare la mia terra.

Vuoi parlarci dell’attuale line up (finalmente stabile, credo…)?

Dal 2018 la line up è stabile, non è molto semplice trovare musicisti per suonare black metal in Sicilia, purtroppo. Dopo l’ingresso di Venor e di S.T. abbiamo lavorato stabilmente a svariate releases e successivamente è arrivato Morg, nostro batterista dapprima live e adesso anche in studio. Da poco abbiamo ultimato due brani per lo split Malauriu – Abigail – Malvento.

Come nasce un pezzo dei Malauriu? Qual è il vostro modus operandi in sede compositiva?

Solitamente un brano di Malauriu nasce dalla stesura dei miei riff: deve essere qualcosa di più spontaneo possibile e mai forzato. Poi sviluppiamo i brani in sala con batteria e basso, scriviamo i testi e adattiamo gli arrangiamenti vocali.

In sede di recensione di alcuni vostri lavori ho spesso accostato la vostra proposta al black metal più scarno, secco e tradizionale, con influenze dirette provenienti dalla così detta “prima ondata”. Sei d’accordo? Quali band citeresti (se ce ne sono) tra i vostri numi tutelari o principali influenze?

Le nostre influenze sono molte, dipende anche dal periodo dei nostri lavori e dalla line up. Sicuramente la prima ondata ci ha influenzato tanto e band come Bathory e Hellhammer per me sono fondamentali.

Spesso date alle stampe lavori di breve durata. Si tratta di una scelta voluta oppure dettata (anche) da contingenze del momento? Anche lo split mi sembra essere uno dei vostri formati prediletti. Per quale motivo?

Fare split o ep è semplice, diretto e non richiede troppi sforzi a livello di tempo e denaro. La stesura e registrazione di un album è qualcosa di importante e ci stiamo prendendo il nostro tempo per farlo. 

La morte sembra essere una vera e propria ossessione nel contesto del concept della band, sia musicale che visivo. È così? Sotto quali aspetti affrontate questa tematica? Quali sono gli altri temi di cui trattano le liriche e da cosa traete ispirazione?

La morte fa parte della nostra vita.I nostri dischi sono sempre pregni di morte. Gli altri temi trattati nelle canzoni sono legati alla nostra terra, alle letture esoteriche o a tematiche sessualmente esplicite.

Quanto è importante per la resa dei vostri pezzi il fatto che la produzione abbia un piglio così ruvido, artigianale ed essenziale?

Io cerco sempre un buon compromesso tra un sound low-fi/old school e  un sound non eccessivamente sporco. Le produzioni troppo cristalline e moderne non mi piacciono ma allo stesso tempo non voglio un sound estremamente raw dove si fatica a distinguere gli strumenti o la voce.

Parlando in maniera più specifica del vostro ultimo “Promo 2021”, cosa ci puoi dire dei due pezzi contenuti in questa uscita, a livello di registrazione (che mi è sembrata quasi “in presa diretta”) e di emozioni che era vostro intento catturare?

Il primo brano è un inedito che avevo in cantiere da tempo, molto atmosferico e veloce; il secondo brano, invece, è più lento e cadenzato. Entrambi i testi sono stati scritti da Nigra Latebra ed hanno tematiche molto oscure ed esoteriche. Il secondo brano era già uscito qualche anno fa, ma abbiamo voluto rifarlo con la voce di Venor. Le registrazioni sono abbastanza grezze e sono state fatte tutte in sala prove in questi ultimi mesi, tra un lockdown e l’altro.

Mi è piaciuto anche il cover artwork, un po’ alla Chris Moyen, se vogliamo. È uno stile che ogni tanto adottate, nel classico bianco e nero, mentre in altri casi avete scelto di utilizzare il rosso (per la copertina di “Morte” ad esempio) o, ancora prima, il viola, con la presenza sempre costante di teschi ed ossa. Vuoi dirmi qualcosa in più a riguardo? Come realizzate gli artwork di copertina? C’è un significato particolare, che si sposa col contenuto del disco?

Cerchiamo di realizzare degli artwork più in linea possibile con le tematiche del disco. Ci affidiamo sempre a professionisti del settore come Azmeroth Szandor (Heretical), Maxime Taccardi o Welt (Yama Tattoo). Solitamente do un’idea al grafico e successivamente lui la sviluppa; cerco di non dare troppe direttive per far sì che l’artista possa esprimersi al meglio.

Invece, più in generale, come descriveresti il percorso musicale dei Malauriu, dagli esordi ad oggi?

Il percorso musicale dei Malauriu non ha una direzione vera e propria, potrei definirlo in continua evoluzione e involuzione.

Come credi che le nuove tecnologie (ormai in effetti non più così nuove) abbiano cambiato il modo di fare e di ascoltare black metal? Vi sentite ancora legati al formato fisico?

La tecnologia ha reso tutto veloce e accessibile a tutti, ci sono pro e contro. Il formato fisico lo reputo essenziale, dal cd-r al vinile, è importante che ci sia almeno un formato fisico per ogni release. Preferirei non fare più musica piuttosto che fare solo musica per il digitale anche se il digitale gioca un ruolo importante per la divulgazione della musica.

La Sicilia, dagli anni Novanta, ha sempre proposto interessanti realtà nell’underground metal estremo (mi riferisco ovviamente alla “scena mediterranea”, con il suo approccio più folk, ma anche a gruppi che si rifanno ad un sound più glaciale e tipicamente nordico): com’è oggi la “scena” da quelle parti? Vi sentite in qualche modo inseriti in quel contesto? Consiglieresti ai nostri lettori qualche disco recente di un gruppo siciliano che ritieni particolarmente valido?

La scena oggi è più viva che mai, con tante band e tante release. La Sicilia, da sempre, ha partorito tantissime band black metal valide, molte durate pochissimo e cadute nel dimenticatoio, purtroppo. La scena mediterranea di Agghiastru la definisco una scena a sè, molto prolifera dagli anni novanta fino ai primi duemila, che ha esportato all’estero tantissima musica. Non voglio consigliare un disco in particolare ma faccio una lista di band che in tempi recenti hanno dato alle stampe dischi validi (spero di non dimenticare nessuno): Krigere Wolf, Ortro, Fordomth e Mourning Soul.

Una curiosità: avete mai pensato di cantare in dialetto, come fanno (o hanno fatto), diversi vostri colleghi siciliani?

Molti brani del nostro debut ep “Presagi Di Morte” sono cantati in dialetto siculo, in futuro mi piacerebbe un ritorno del dialetto siculo nei nostri brani.

I Malauriu si sono già esibiti live (vedo che avete pubblicato un “Live In Panormus”). Com’è un concerto della band? Cosa cercate di esprimere dal vivo?

I live Malauriu sono di forte impatto visivo e anche sonoro. Teniamo molto ad allestire un palco con elementi funerei; dal vivo cerchiamo di vomitare tutto il nostro odio e marciume al pubblico.

Vuoi dirmi qualcosa riguardo al tuo progetto Ossario, con cui mi pare che cerchi di esplorare sonorità altrettanto grezze ma forse più vicine al black/thrash piuttosto che al black puro.

Ho ideato il progetto Ossario anni fa, avevo da tempo in cantiere una prima versione del logo e alcune registrazioni demo di vari riff. Seppur con riff vicini a Malauriu, li ritengo progetti totalmente differenti. La vena thrash, e a volte anche un po’ death, è molto presente. La mia passione per le catacombe e per i cimiteri è stata un forte incipit per dare vita a questo progetto. Grazie a Krost Von Barbarie e ad Anamnesi, durante il lockdown dello scorso anno sono riuscito a dare alla luce a questi brani e a realizzare un ep, uno split e una raccolta con degli inediti come bonus.

Progetti per il futuro?

Stiamo terminando in questi giorni lo split Malvento – Abigail – Malauriu e poi inizieremo con la ricerca di una label per la stampa. Ci stiamo preparando per alcuni live in Sicilia e proseguendo i lavori per l’album. Spero anche di realizzare e di fare uscire entro il 2022 un album di Ossario.

Bene, l’intervista termina qui. Come di consueto, lascio a te le ultime parole…

Grazie per il vostro spazio e supporto. Black Metal Ist Krieg!