Da vent’anni, ed anzi di più, il connubio tra black metal e tematiche a sfondo vampirico ha dato i suoi frutti macabri e marcescenti: dalla sensualità sanguinaria, barocca e romantica dei Cradle Of Filth di “The Principle Of Evil Made Flesh”, alle invocazioni incomprensibili, oscure e gracchianti dei Black Funeral di “Wampyr-Throne Of The Beast”, sono state moltissime le interpretazioni di questo concept, ormai diventato un topos, al pari delle foreste innevate: alcune più legate alla tradizione letteraria o cinematografica, altre invece più vicine alle leggende ed ai racconti popolari; insomma la figura del vampiro ha sempre esercitato il suo fascino indefinibile sul mondo del black metal, trovando nella musica, variamente declinata, il proprio necessario contraltare descrittivo. In questi ultimi tempi poi moltissime realtà provenienti dai più profondi e marci recessi dell’underground stanno riscoprendo questo leitmotiv: ci siamo occupati di recente, ad esempio, dei Wampirvs Sinistrvs e degli Unholy Vampyric Slaughter Sect, tra gli altri, ed anche i due progetti coinvolti in questo split (che esce per la sempre più attiva etichetta lituana Inferna Profundus Records, in formato vinile 12”) si vanno ad aggiungere alla già nutrita schiera di coloro che cantano le gesta dei nostri amabili succhiasangue notturni.
Ad aprire le danze è Vampirska, un progetto statunitense dedito ad un black metal decrepito, grezzo e misterioso, costruito sulle classiche melodie di scuola finlandese (con una particolare predilezione per Horna e Satanic Warmaster), tanto che, se non ne conoscessimo la provenienza, potremmo tranquillamente giurare di trovarci di fronte ad un band proveniente dalla terra dei mille laghi.
Al di là della scarsa propensione per l’originalità, bisogna assolutamente riconoscere che i due pezzi qui presenti sono davvero ben concepiti e realizzati: “As Their Faces Fade From My Memory…” è una lunga suite di oltre undici minuti di durata che, tra arpeggi lunari, urla demoniache e melodie trascinanti ottimamente confezionate, riesce ad essere al tempo stesso violenta e sognante, primitiva e suadente; e così pure la seguente “Encompassing Death’s Lightless Flame”, più quadrata ma costruita anch’essa su intrecci melodici degni di nota, e con un break centrale dal gusto prettamente heavy veramente da brividi, che conferisce al pezzo la necessaria dinamicità.
Altrettanto ruvido è il black metal dei Wampyric Rites, trio dell’Ecuador che, per non essere da meno, ci propone una song dal minutaggio considerevole, divisa in due capitoli: la prima parte di “Tragedy Of Existence” è quella decisamente meglio riuscita, tra screaming al vetriolo, linee di chitarra ossessive e ruvide come carta vetrata ed un’atmosfera cimiteriale esaltata dall’uso insistito dell’organo, che a tratti diventa il protagonista assoluto ed incontrastato, insieme ad un cantato che assume la forma di una macabra, rituale e cantilenante litania; meno sorprendente è invece la seconda parte, che conclude il lavoro in maniera accademica ma comunque non disprezzabile.
Entrambi i gruppi coinvolti in questo split sono e resteranno legati a doppio filo ad una concezione tradizionalmente underground (come dimostrano anche le loro già nutrite discografie, caratterizzate dalla consueta pletora di uscite nei più vari formati, split, demo ed ep, con un solo full length ciascuno, ed in edizione rigorosamente limitata), senza concessioni od aperture di sorta.
Il che va di pari passo con un sound da cantina ed una registrazione assolutamente artigianale, con tanto di chitarre altissime, ronzii, riverberi e tutto il consueto armamentario, che per fortuna non si trasforma in inutile cacofonia ma consente comunque di apprezzare il suono complessivo ed in fin dei conti risulta coerente con la proposta tanto dei Vampirska quanto dei Wampyric Rites.
Se amate il raw black metal vecchio stampo, ma suonato con cognizione di causa e con la capacità di mettere insieme brani che funzionano molto bene, allora un ascolto è decisamente consigliato: due realtà che hanno tutte le carte in regola per costruirsi attorno un alone di “culto”.