Kuan

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È con grande piacere che ospitiamo sulle nostre pagine virtuali i Kuan, sperimentale duo chitarristico proveniente da Firenze e formato da Lorenzo Squillonie Lorenzo Vicari. Si tratta di un progetto un po’ diverso rispetto a quelli di cui ci occupiamo di solito ma abbiamo ritenuto opportuno concedere loro il giusto spazio, considerata la particolarità della loro proposta, che pensiamo non abbia molti termini di paragone nell’ambito della scena underground nostrana. Quindi, senza altri indugi, diamo loro la parola… Buona lettura!

Andiamo a scoprire un nome che galleggia nei meandri del metal estremo underground. Loro sono i Kuan: presentateci il vostro progetto.

Ciao a tutti. Il progetto Kuan è nato a febbraio 2021 a Firenze. Siamo un duo chitarristico molto influenzato dal doom, dal drone metal e dalla musica sperimentale. L’idea era quella di fondere tutti questi generi insieme, suonando amplificatori valvolari a volumi elevati, così da creare paesaggi sonori di grande impatto.

La sperimentazione è un qualcosa di molto importanteper voi, e lo si intuisce anche dai generi che “trattate”, come ad esempio il drone, lo stoner, ma anche il rock e la musica psichedelica: è un miscuglio potenzialmente“letale”, che potrebbe portare risultati non vincentise non si riuscisse a trovare un buon amalgama. Ma voi avete trovato una quadra, oserei dire, quasi perfetta. È stato difficile raggiungere una fluidità tra questi generi?

In realtà tutto è venuto naturalmente. Siamo entrati in sala prove con l’idea di suonare appunto ad altissimo volume ma non ci eravamo preparati alcuna struttura. Tutto quello che sentite nei nostri album è pura improvvisazione, che si è evoluta mentre la stavamo eseguendo. Pensiamo che l’amalgama di generi sia dovuto alle varie influenze musicali che abbiamo e a cui facciamo riferimento. Quindi è venuto naturale rifarci a quei tipi di musica.

In che modo il nome della band si innesta sulla vostra visione musicale? E il confine tra arte e musica quanto può essere sottile?

Kuan è un esagramma dell’I Ching, il libro dei mutamenti cinese. Significa contemplazione e pensiamo sia particolarmente adatto alla nostra musica. Pensiamo, infatti, che ciò che suoniamo sia un’osservazione di quello che abbiamo dentro, delle nostre coscienze, che viene poi espresso in musica. Molti hanno accomunato i nostri pezzi a delle colonne sonore ed effettivamente tale accostamento ha senso, la nostra musica può definirsi come colonna sonora di un viaggio interiore. Riteniamo non ci sia un vero e proprio confine tra arte e musica. Pensiamo che la musica possa essere considerata arte ogniqualvolta sia un’espressione vera e sincera dello spirito di chi la suona. Da parte nostra nonci consideriamo artisti, siamo solamente persone a cui suonare dà una grande gioia.

Pensate di potervi spingere ancora oltre nella sperimentazione? Di mettervi ulteriormente in gioco andando magari ad osare là dove altri acts non hanno osato?

Sicuramente vogliamo esplorare ulteriormente, prima di tutto considerando la possibilità di aggiungere altri strumenti all’interno della nostra musica ed anche studiando più a fondo il mondo degli effetti per chitarra, che già conosciamo, ma che ogni giorno ci riserva nuovesorprese. Pensiamo che, per il tipo di musica che facciamo, questo tipo di ricerca sia fondamentale e che possa distinguere la nostra musica dandole un tocco profondamente personale.

Il colore nero, quindi l’oscurità, può essere quello corretto per identificare la vostra musica? Oppure vi sono altre tonalità che potreste utilizzare per descrivere un pattern di batteria, un riff di chitarra o una linea vocale?

Non ci piace confinarci in un solo genere musicale, pensiamo che la musica possa avere infinite sfumature, difficilmente inquadrabili in categorie, e allo stesso modo pensiamo che quello che suoniamo non sia riducibile ad un solo colore, così come lo è la realtà. La vita è composta da infinite sfumature e pensiamo che anche la nostra musica, provenendo dalla nostra interiorità, possa essere associata a molte tonalità. Detto questo sicuramente il nero è una di quelle; guardando dentro sé stessi si osserva anche il proprio lato oscuro.

Un giorno vi piacerebbe addentrarvi all’interno di un concept e inserirlo nel mondo visionario dei Kuan? Se sì quale sarebbe quello più eccitante ed emozionante allo stesso tempo?

Sicuramente quella del concept sarebbe un’idea molto interessante, ma anche molto sfidante. Come dicevamo prima, pensiamo che la nostra musica potrebbe adattarsi bene anche come colonna sonora di ​qualche opera artistica. È difficile pensare ora a un concept specifico ma pensiamo che, se dovessimo cimentarci in qualcosa del genere,si tratterebbe sicuramente di tematiche metafisiche o fantascientifiche, lontane dalla realtà quotidiana.

Come nasce un vostro pezzo e come vengono assemblati i vari strumenti?

Come dicevamo sopra, i nostri pezzi nascono dall’improvvisazione, non sappiamo nemmeno noi cosaandremo a suonare. Pensiamo che questo sia un ottimo modo per mantenere fresca e inaspettata la nostra musica, sia per noi che la eseguiamo che per chi l’ascolta. Pensiamo anche che questo genere di approccio dia a ciò che suoniamo un aspetto maggiormente contemplativo e visionario, frutto appunto di sensazioni che nascono nel preciso momento in cui creiamo la nostra musica

A voi le ultime parole… dandoci magari qualche chicca in anteprima…

Vogliamo concludere ringraziandovi per l’intervista, per un gruppo come noi che si autoproduce e siautodistribuisce è molto importante ottenere visibilità, soprattutto per il genere che facciamo, difficilmente inquadrabile in qualcosa di predefinito. Cogliamo l’occasione, per chi non avesse mai sentito la nostra musica, per dire di dare un ascolto al nostro materiale su bandcamp o su youtube, visto che pensiamo possarisultare interessante per molte persone. Vi lasciamo con un’anteprima al momento in cui scriviamo: a breve rilasceremo uno split, intitolato “The Florence Split” insieme ai nostri amici dei Nantucket, che fanno heavy psych. Pensiamo sia importante contribuire a far rinascere una scena di musica ad alto volume nella nostra città, soprattutto alla luce della situazione odierna, ormai parecchio desolante in fatto di musica “heavy”. Oltre a questo un prossimo album dei Kuan è già in lavorazione e vedrà la luce nei prossimi mesi.