Tra i confini della fredda e misteriosa Polonia negli ultimi anni si è visto un notevole proliferare di band e ciò che lascia stupiti positivamente noi addetti ai lavori è la personalità con la quale suonano queste band, spesso e volentieri con testi in lingua madre, che lentamente stanno forgiando un sound tipico, sempre più riconoscibile nell’infinità di realtà estreme dello stesso genere. Caratterizzati da un sound violento, rustico al limite del primitivo, dedite a tematiche negative e misantropiche, non disdegnano riferimenti melodici e malinconici. che differiscono tuttavia dal filone finlandese/tedesco per una maggiore influenza oscura e maligna che rende le composizioni più ostiche ma più magiche. Senza volerci girare troppo intorno gli Angrrsth fanno parte di questa schiera. Questi quattro briganti di Toruń, al loro esordio sulla lunga distanza dopo un valido ep edito nel 2018, hanno deciso di superarsi e “Donikąd” è un vero concentrato di violenza e depressione. Oggigiorno fare un disco di classico black metal atmosferico che possa destare interesse risulta sempre più complicato, considerata l’inflazione del genere: o sei una band dal blasone consolidato oppure riesci nell’intento di mescolare i soliti ingredienti al meglio e tirare fuori un prodotto che, seppur non aggiungendo nulla al già saturo mercato, riesce a farsi apprezzare per le sue qualità, obiettivo che gli Angrrsth effettivamente centrano appieno.
E aggiungiamo che questa band dal nome impronunciabile di qualità ne ha parecchie. “Ciało Me Wyklęte” apre il disco nel modo migliore possibile facendoci capire cosa passa per la testa di questi bifolchi polacchi e mostrando da subito tutti i loro punti di forza, passando dalla tecnica sopraffina a un songwriting che riesce a convincere da subito: ma a colpire è soprattutto la mostruosa performance vocale di Hermann, che fa della versatilità il suo maggior pregio. Messo da parte il canonico scream acuto tipicamente black, il frontman della band si cimenta in harsh vocals che danno spazio a scream sussurrati e sofferti, alternati a urla disperate e ad alcune parti cantate in un clean mai monocorde, che rappresentano uno dei vari punti di forza dell’intero disco.
Mostruoso il lavoro dietro le pelli di Simon, batterista tecnico e mai lineare, che sa bene quando spingere sull’acceleratore o rilassarsi in parti più cadenzate, dando spesso battaglia con l’ascia di Grisch, mai sazia di cambi tempo e atmosfere che ci regala lead basilari ma carichi di stanchezza di vivere, come richiesto dal genere. Grazie alla snella struttura dei brani e alla durata non eccessiva, se si escludono l’epica “Niebiański Pogrzeb” e la conclusiva “Ostatni Akt”, l’ascolto del disco fila liscio e senza intoppi, creando quella sensazione di freschezza che spesso manca ai dischi dello stesso genere. La Godz Ov War Productions come di consueto ci offre un disco curato nei minimi dettagli, con una discreta produzione che riesce a creare quell’atmosfera rarefatta ma al contempo cruda e priva di additivi modernisti che potrebbero intaccare la credibilità di una proposta che vuole esprime morte e pena. Difficile trovare un brano che possa risaltare rispetto agli altri, gli Angrrsth riescono nel difficile compito di scrivere un disco organico e compatto che li lancia negli inferi dell’underground polacco più becero e maledetto.