La Werewolf Records dell’instancabile Lauri Penttilä, sempre puntuale nel promuovere nuove realtà pescate nel torbido della scena underground finlandese, questa volta ci propone l’esordio sulla lunga distanza dei Chamber Of Unlight, originariamente un duo formato da Necrosis e Kassara (già in Deathchain, Ajattara e Trollheims Grott) ed ora un quintetto di cui fanno parte personaggi ben rodati ed impegnati in vari progetti, anche piuttosto noti. Musicisti di lungo corso quindi, che mettono la loro esperienza al servizio di un disco tempestoso, mortifero e nebbioso, che recupera lo spirito di certo black metal made in Finland alla Behexen, per una volta meno focalizzato sulle melodie (che comunque ci sono e innervano la struttura dei vari pezzi) e invece più propenso alla creazione di atmosfere necro e cimiteriali, strizzando l’occhio ai vicini norvegesi e svedesi e tenendo i piedi sempre ben piantati nella solida e ormai trentennale eredità proveniente dalla così detta “seconda ondata”. E queste poche righe sarebbero in realtà già sufficienti a descrivere a grandi linee cosa ascolteremo una volta premuto il tasto play: e infatti, dopo la breve e classica intro atmosferica, ecco che “Crowns Of Divinity” mette immediatamente le carte in tavola, con la sua frontale scarica di blast beats, il riffing serrato e lo screaming tradizionalmente demoniaco, che veicolano un feeling macabro e notturno.
Tutto come da copione ma tutto fatto molto bene: e queste caratteristiche le ritroviamo nel corso dell’intero album, che resta monolitico ma riesce a non risultare troppo prevedibile in quanto, da un lato, i pezzi sono ben strutturati e si lasciano andare a passaggi sinuosi pur rimanendo fondamentalmente ancorati alla forma-canzone più canonica e, dall’altro, la produzione fa emergere il giusto equilibrio tra sporcizia e levigatezza dei suoni, mantenendo un innegabile fascino old school, dato dalle ormai abituali imperfezioni in fase di registrazione e missaggio, senza tuttavia offuscare la professionalità dei musicisti.
Va sottolineato (è una costante quando si parla di black metal finlandese) l’uso intelligente delle tastiere: lo strumento viene dosato con sapienza, senza mai risultare preponderante sulle trame chitarristiche, e risulta fondamentale nel conferire uno spessore ombroso e malefico ad alcuni passaggi, ammantandoli di una certa qual aurea sinfonica che ne esalta l’andamento ora malinconico ora sinistramente epicheggiante: per avere un’idea di quanto appena detto, date un ascolto a brani come “On The Path Of Thy Shadow” e “Summoning The Spirit Of The Dead”; quest’ultima in particolare è una plastica rappresentazione delle potenzialità della band, nel suo equilibrio tra gelida furia e atmosfere medievaleggianti, tra rovine di vecchi castelli che sembrano ancora nascondere terribili segreti.
Quello che manca è forse il guizzo definitivo, la canzone d’impatto che ti si stampa immediatamente in testa per non uscirne più, ma non possiamo di certo lamentarci della qualità generale di quest’album, sia a livello compositivo che esecutivo. “Realm Of The Night” raccoglie dignitosamente il testimone di tanto black metal scandinavo a cavallo tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio e i Chamber Of Unlight vanno ad inserirsi, con cognizione di causa, tra le fila della old/new wave finlandese (penso a gruppi come Warmoon Lord, The True Werwolf, Malignament, ed altri). Quindi, cosa aspettate? Prendete il vostro candelabro nero d’ordinanza e, dopo un face painting anche approssimativo, addentratevi nel “regno della notte”.