Prima fatica discografica per i tedeschi Sacrifixion, sotto l’ala protettrice della storica etichetta underground americana di Valley City, la Hells Headbangers Records. Il gruppo, nonostante sia al primo ep,è composto da vecchie conoscenze della scena underground tedesca: infatti nel trio troviamo l’ex cantante dei Cruel Force, Carnivore, alla voce, e Avenger (già in Nocturnal, Front Beast e Szarlem) alla batteria, artisti veterani del metallo germanico, che si aggiungono al bassista e chitarrista Popesku. I nostri aprono il loro antico rituale black/thrash con “The Bloodied Pits Of Savagery”, traccia che non lascia dubbi sulla potenza sanguinaria che ci assalirà durante tutto l’ascolto. Una rullata iniziale ci accompagna in questo brano, il cui titolo è già tutto un programma: ritmo super serrato, che non lascia spazio a pause e non consente di riprendere fiato. Carnivore si fa sentire fin da subito, mettendo in mostra tutta la sua tempra d’acciaio, accompagnato da riff che si rifanno alla vecchia scuola, abbondando di magnanimo vigore d’annata, a metà strada tra il Sudamerica e la Germania anni ottanta. Il nostro kampfpanzer avanza spedito e al comando troviamo sempre Carnivore,ancora più irruento nella seconda traccia “Unmarked Shallow Graves”, che potrebbe davvero distruggere il vostro impianto con il suo riffing spasmodico che atterra ogni speranza di rialzarsi dalle “tombe poco profonde”scavate dal blast beat.
Girando lato del vinile vi scontrerete con entità che cercheranno di farvi annegare nei vostri incubi… “Drowning In A Nightmare”: lasciatevi avvolgere dalla quiete iniziale dell’intro, per poi essere travolti da un vortice sospinto dalla ferocia di una tempesta improvvisi; sarete piacevolmente trascinati nella voracità dei riff e spinti nell’oscurità della voce di Carnivore,per poi risuscitare ai colpi severi e frenetici di batteria. Il ritornello poi è un vero inno alla potenza musicale del gruppo e suona fottutamente marcio e cattivo. Particolarmente indicato per i vostri momenti di sclero quotidiano.
Se nutrivate ancora dubbi sulla brutalità dei nostri, la quarta ed ultima traccia confermerà la necrosi musicale messa in atto dai Sacrifixion: violenta e claustrofobica fin dall’inizio, la title track saprà travolgere a dovere i vostri buoni propositi di non scatenarvi in un pogo sfrenato. Resistere infatti è impossibile e questa è una conferma del buon lavoro fatto dalla band e dell’esperienza musicale dei tre. “Shower Me In Death” in conclusione è un disco che sicuramente non porta nulla di innovativo nella scena ma mette in mostra la capacità dei membri del gruppo di suonare metal of death crudo e fuori controllo, nella sua essenza più pura ed incontaminata. Gloria alla vecchia scuola!