Ascoltare il primo full length degli spagnoli Velo Misere equivale un po’ a incontrarsi con Doc Brown di “Ritorno Al futuro” e fare un salto indietro di venticinque anni a bordo della DeLorean. Eh già, perché a quanto pare per il quintetto originario di Madrid pare essersi completamente cristallizzato nella metà degli anni novanta. Un male? Assolutamente no, visto il risultato. Come già detto, i Velo Misere danno alle stampe il loro primo full length per la favolosa Altare Productions (e in cd per la Lunar Apparitions), dopo la solita trafila di demo ed ep, cogliendo subito nel segno e dimostrando una maturità notevole per una band relativamente “giovane”, visto che si è formata nel 2016. Sicuramente il fatto che alcuni dei suoi membri facciano o abbiano fatto parte di acts quali Aversio Humanitatis e Primigenium fa sì che il gruppo sia ben conscio di cosa sia il genere e di come bisogna muoversi. E la musica? Beh, la musica è di spessore notevole. Molto più che notevole. Non appena comincia l’opener “Visión De La Sombra” tutto appare chiaro e cristallino: black metal, suonato e interpretato come dovrebbe sempre essere. Sette pezzi per una durata di quaranta minuti circa, nei quali l’influsso delle band norvegesi del periodo citato più sopra è più che evidente (Emperor su tutte), anche se gli spagnoli non si limitano a copiare come dei bravi amanuensi ma cercano sempre di rendere la loro proposta il più varia e articolata possibile.
Non ci sono ovviamente tecnicismi o amenità simili ma piuttosto una ricerca di soluzioni che, nella loro semplicità, risultano vincenti. Parlo dei cambi di tempo, delle aperture melodiche e della sezione ritmica che cambia spesso di velocità nell’uso dei blast beats. Soluzioni che ai più potrebbero sembrare scontate e banali ma che invece risultano fondamentali per dare all’intero lavoro una dinamicità e una fluidità che non lo fanno mai sembrare scontato e prolisso. Il tutto gode di una produzione volutamente low-fi, nella quale le vocals caustiche e acide donano all’insieme un’ulteriore aura di oscurità e cattiveria gratuita, anche perché paiono provenire da un abisso senza fondo.
Non so come la pensiate voi che state leggendo le parole di questo umile scribacchino, ma io di dischi e di band come questa non mi stanco e non mi stancherò mai. Perché sono queste le realtà che tengono vivo il black metal. Perché lo suonano e lo interpretano con il cuore, perché ne sono devoti e perché è ciò che probabilmente sanno fare meglio. È anche grazie a gruppi come i Velo Misere che il nostro genere preferito è tutto meno che “morto” o “finito”. Altre parole sarebbero solo sprecate. Io me lo ascolto ancora una volta. L’ennesima. E dovreste farlo anche voi. Subito.