Esattamente un anno fa pubblicavamo la recensione dell’ultimo studio album del combo di Berna, “Tüüfuswärk”, lavoro che ci piacque notevolmente e che evidenziava una crescita stilistica a solo sei anni dal disco d’esordio, dimostrando una crescita sia compositiva che tecnica. Non sazi di aver imparato a suonare gli strumenti, questi ubriaconi svizzeri, usando la scusa del decimo compleanno della band, decidono di ri-registrare totalmente il debut album “Plump U Primitiv”, aggiungendoci tra parentisi “(10 Jahr Furchtbar)”, giusto per non lasciare niente al caso! Solitamente evitiamo di dare troppo spazio a queste iniziative, spesso e volentieri sfruttate dalle case discografiche per coprire qualche periodo di stasi compositiva della band o per mere operazioni commerciali, ma qui stiamo parlando di un gruppo il cui nome significa “vomitare” e che quindi merita ogni attenzione. La nostra curiosità è stata appagata perché, ascoltando questa versione di “Plump U Primitiv”, siamo rimasti stupiti nel constatare come questa gang di pervertiti sia realmente maturata. Per chi non li conoscesse, i Chotzä possono essere definiti come un ibrido che affonda le radici nell’old school, più precisamente agli albori della second wave, debitore di un sound diretto e ignorante come quello dei Darkthrone o dei Carpathian Forest ma con un’attitudine sporca che ricorda i Motörhead o i Mötley Crüe più pornografici. Mescolando questi magici ingredienti, negli anni i Chotzä sono riusciti a dare forma a un sound personale e riconoscibile all’interno della scena estrema svizzera, tanto da esserne diventati una delle band di punta, grazie alla loro personalità sfacciata e volgare, con testi scritti in “bärndütsch” (svizzero-tedesco), che girano attorno alla classica triade sesso-droga-violenza, con l’immancabile satanismo che sta sempre bene ovunque.
Non si prendono sul serio, ma quando c’è da spingere sull’acceleratore questi diavoli dalla pancia gonfia di alcol non si fanno pregare. Questa nuova edizione del primo disco (la prima stampa è del 2014) è un vero e proprio massacro che non ha alcuna similarità con la prova originale in studio, più scarna e suonata decisamente peggio. Senza girarci attorno “Plump U Primitiv” è un inno alla virilità, un disco maschilista e becero che sostiene l’alcolismo e la maleducazione ma ciò non ci stupisce perché i Chotzä non hanno l’aureola sulla testa e non sono persone a modo che usano mezzi termini: i sette pezzi che compongono questo disco sono vigliacchi e rognosi, sputano disprezzo vero in faccia alla santità e alle buone maniere come proiettili scagliati violentemente da distanza ravvicinata e mai indolori.
La band riesce, grazie alla sua personalissima proposta, che non disdegna una certa attitudine punk, assoli dalle rimembranze vagamente classic metal e qualche suggestione dark, a creare un disco dinamico e sempre sul pezzo, che non stanca mai l’ascoltatore ed anzi lo incuriosisce sino agli ultimi pezzi: due bonus track non ancora pubblicate, tra le quali spicca l’oscura ed evocativa “Wäusä Wii”. Mixato e prodotto in maniera ottima, con suoni puliti e potenti, “Plump U Primitiv” non rappresenta la classica rivisitazione/operazione nostalgia ma un vero e proprio nuovo lavoro dove l’impegno di Szivilizs e Raven Dust risulta evidente e diretto a dare nuova forma e sostanza alle vecchie composizioni. Questa tipologia di uscite di solito è consigliata esclusivamente ai collezionisti più incalliti ma questa volta non possiamo esimerci dal proporre questo lavoro a chiunque ama il metal estremo e vuole approcciarsi a questo duo svizzero che, seppure non candidato a qualche concorso di bellezza, riuscirà sicuramente a contagiarvi con la sua rabbia verso Nostro Signore.