Già da inizio anni novanta l’Australia ci deliziava con la frangia del black metal più caotica ed estrema: basti pensare a icone come Bestial Warlust, Sadistik Exekution, Deströyer 666 e tanti altri che alimentavano la “second wave” australiana. Col passare degli anni l’underground nella terra dei canguri non ha smesso per un attimo di evolversi, sino ad arrivare ai giorni nostri con band dalle palle quadrate come, ad esempio, gli Advent Sorrow, gli esotici Tamerlan Empire e, appunto, i Runespell. Proprio quest’ultima band, formata dal solo e misterioso Nightwolf, oggi torna sul mercato con il nuovissimo “Verses In Regicide”, quarto full length in soli quattro anni. Nightwolf è un nostalgico ed è ancorato ai tempi che furono, anche se più che un australiano pronto a sfidare le onde con la tavola da surf, ci potremmo immaginare uno scandinavo intento a perdersi tra i boschi senza l’ausilio di una bussola: dev’essere un tipo convinto di quello che fa, considerato che in tutte le uscite del suo progetto la sua missione è cantare vicende ancorate ad ambientazioni medievali, tra valore, virtù e tragico destino. I dischi dei Runespell pertanto seguono un filo conduttore ben delineato ed elementare: classico black metal dai connotati vintage, contaminato dal pagan tendente al viking, epico e maestoso. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di essere onesti, a noi i Runespell non sono mai piaciuti più di tanto, vuoi per una proposta eccessivamente derivativa, vuoi forse per un pregiudizio alla base ma più probabilmente per le produzioni che rendevano ogni disco della band inascoltabile, penalizzando pure le buone idee che il carismatico Nightwolf trasformava in musica, come ad esempio accaduto in “Order Of Vengeance”.
Il black metal dei Runespell è becero, senza synth o tastiere; qui si picchia severamente, e per far questo non ti basta una buona tecnica individuale, il contesto deve essere idoneo, tradotto: se in un disco non capisco cosa cazzo suoni è difficile che possa apprezzare tutti i tuoi sforzi. Ci accingiamo quindi ad ascoltare questo nuovissimo “Verses In Regicide” ed è subito un’immensa sorpresa. Finalmente riusciamo a capire il contenuto di un disco dei Runespell; la produzione è sempre acerba, come da tradizione, ma non come nei predecessori, violentati dalla stessa: qui, nonostante i suoni rimangano primitivi, si riesce a distinguere ogni strumento, ogni riff e le linee melodiche che il menestrello australiano mette in musica, senza sforzarci per intuire se si tratti del basso, della batteria o della chitarra. Poco meno di quaranta minuti di inni pagani che ci fanno tornare indietro nel tempo, tra cavalieri, battaglie e onore: “Structure Of Collapse” è un’opener con le contropalle, veloce, evocativa e imperiale, dove il grande lavoro delle chitarre incrociate, tra arpeggi e riff in tremolo, esplode in un ritmo in blast che dà poi spazio a numerosi cambi di tempo, con le vocals effettate che fanno il loro sporco lavoro.
“Vengeance Rain” cambia copione, sostituendo il mid tempo al blast beat, anche se l’andazzo è quello: accelerazioni e rallentamenti enfatizzano sempre l’incredibile guitar work, che risulta costantemente comprensibile, cosa quasi impossibile negli altri lavori. Nightwolf, grazie al lungo minutaggio di ogni song, riesce a spaziare tra varie atmosfere, offrendo cambi di tempo curati e mai improvvisati che danno dinamicità a ogni pezzo: basta ascoltarsi “Tides Of Slidhr”, autentica suite del disco, dove il nostro eroe riesce a dare il meglio di sé dal punto di vista compositivo. Non mancano gli episodi strumentali, necessari a creare quell’atmosfera ideale per farci rifiatare tra una battaglia e l’altra. Se sia il disco della consacrazione della band sotto l’ala della Iron Bonhead non lo possiamo sapere ma come umili conoscitori del genere diciamo che “Verses In Regicide” non solo è il miglior disco dei Runespell ma è un buon disco di black metal guerrafondaio e battagliero, una manna dal cielo per chi è amante dei Virgin Steele ma non può fare a meno di appendersi una croce rovesciata al collo e farsi un bel corpse paint ogni mattina. Sorpresa.