Diciamolo senza problemi, questi ultimi due anni sono stati uno schifo un po’ per tutti, per i motivi che ben sappiamo. Ma per fortuna c’è sempre il black metal. Quindi rendiamo grazie alla Odium Records che decide di vomitare sul mercato uno split di tutto rispetto e di parecchio spessore, che sono sicuro delizierà i padiglioni auricolari degli scellerati come il sottoscritto, che ancora amano questo genere nella sua forma più primitiva. Protagonisti di questo split sono due band che hanno una storia non indifferente alle spalle. I polacchi Black Altar sono in giro ormai dal lontano 1996, mentre i norvegesi Vulture Lord infestano la scena dal 1995.
Quindi, tanto per essere chiari, non ci troviamo di fronte a band di wannabes o di pivelli che si pittano il viso giocando a chi è il più cattivo. I Black Altar ci regalano solo due brani, visto che gli altri due sono un’intro ed un’outro. Ok, sono un numero esiguo (si tratta comunque di uno split) ma sono di caratura notevole. Black metal classico che più classico non si può, fatto di blast beats e riffing glaciale, accompagnati da vocals caustiche e incazzate come non mai.
Troppi clichés? Beh, chi se ne frega. Chi vuole innovazioni e amenità simili si accomodi pure alla porta. Anche perché i polacchi ci sanno fare alla grande, è palese che non sono una band alle prime armi e che padroneggiano perfettamente il genere. Riescono anche, nonostante tutto, ad avere un buon gusto per le melodie e le atmosfere, caratteristiche, queste, tutt’altro che scontate.
I Vulture Lord, che abbiamo ospitato sulle nostre pagine virtuali in occasione dell’uscita del recente “Desecration Rite”, invece sono dediti ad un black metal imbastardito col thrash, il tutto condito da una dose di ignoranza non indifferente, cosa che fa sempre più che piacere. I norvegesi sono autori di tre brani più un’outro rappresentanti il loro manifesto musicale, che questi quattro ceffi ti sbattono in faccia senza alcuna remora. Come già detto sopra, black metal thrasheggiante di ottima fattura, in stile Aura Noir, concepito per fare una cosa e una sola soltanto: alzare le corna al cielo e fare headbanging come se non ci fosse un domani. Le strutture dei brani sono semplici, ma efficaci e trasudano “fuck off attitude” e cattiveria gratuita da ogni singola nota.
Ignoranza a palate e black thrash metal veloce e spietato. Ditemi voi cosa si può chiedere di più. Split a mio parere più che riuscito, quindi. Gruppi di assoluta caratura e musica di qualità, che faranno la gioia di ogni blackster che si rispetti. Ovviamente non è nulla di trascendentale né miracoloso, ma a un certo punto va bene anche così. Ben vengano produzioni del genere. Ne abbiamo bisogno.