Hollow Woods – Cold Winds Cleave The Earth

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Ancora Finlandia, ancora black metal, ancora Signal Rex: l’iperattiva etichetta lusitana, che instancabilmente ci sommerge di putridume underground, è ormai piacevolmente diventata ospite fisso sulle nostre pagine virtuali. Questa volta è il turno degli Hollow Woods, band i cui componenti non sono noti (classico dei classici) che, dopo un paio di demo pubblicate tra il 2018 e il 2020, approda all’esordio sulla lunga distanza con questo “Cold Winds Cleave The Earth”, che già dal titolo lascia trasparire un’impostazione stilistica decisamente vintage e ci fa intuire, con un margine di approssimazione molto basso, ciò che andremo a sentire una volta premuto il tasto play. Black metal finlandese sì, ma non troppo: gli Hollow Woods infatti evitano in buona parte l’idioma black metal regnante in patria e si lasciano influenzare (anche) da altro, nel senso che in questo disco le tradizionali melodie fredde e sferzanti ci sono ma restano in sottofondo, a tutto vantaggio di sonorità più frenetiche e feroci, che tuttavia non nascondono un certo piglio epicheggiante.

E lo si nota specialmente in alcune canzoni dove fanno la loro comparsa parti in clean vocals, non troppo invadenti ma piuttosto efficaci, dal timbro evocativo e paganeggiante, che ben si inseriscono nel contesto generale classicamente furibondo e rigorosamente low-fi, andando anche a diversificare leggermente una proposta che altrimenti avrebbe davvero rischiato di risultare troppo uguale a sé stessa e ai propri modelli di riferimento: un buon esempio di quanto appena detto è la conclusiva “To The Shrouded Shores” che, insieme alla title track posta in apertura, rappresenta il picco dell’album e mette in evidenza le caratteristiche salienti del black metal targato Hollow Woods. Se si volessero fare dei nomi, si potrebbe accostare la musica dei nostri eroi in parte a Immortal e Gorgoroth del loro periodo “classico” e in parte a roba proveniente dall’Europa dell’Est (tipo Hate Forest, Branikald e simili), proprio per quel particolare afflato epico che aleggia sulle composizioni. Non aspettatevi però nulla di sconvolgente: per la gran parte della sua durata il disco viaggia tranquillamente su livelli qualitativi accettabili, seguendo dignitosamente i sentieri tracciati anni or sono da molti altri gruppi, senza sussulti che facciano sgranare gli occhi all’ascoltatore (almeno a quelli che masticano con una certa frequenza questo genere di sonorità).

Eppure, come talvolta capita in lavori di questo tipo, si finisce comunque per farsi coinvolgere dall’atmosfera primordiale e selvaggia evocata dalle note ed inevitabilmente si deve riconoscere alla band la capacità di maneggiare questo sound con una certa personalità. Gli Hollow Woods vanno sul sicuro ma riescono in qualche modo a centrare l’obiettivo: niente espedienti; solo odioso black metal, espresso in pezzi diretti ma non per questo approssimativi o banali, costantemente permeati da una certa aura mistica, che si connette alle consuete tematiche legate al freddo, all’inverno e alla natura e, in questo caso e più precisamente, anche al lavoro del linguista ed etnografo finlandese Kai Donner, vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo e sotto qualche aspetto pioniere dei moderni metodi di ricerca sul campo adottati in ambito antropologico: i suoi studi riguardarono soprattutto i popoli siberiani di lingua ugrofinnica e la foto raffigurata in copertina fu scattata proprio durante una delle sue spedizioni in Siberia. In fin dei conti un discreto album di black metal, con radici ben piantate in quella che fu la così detta “seconda ondata”. Come diceva il filosofo: “so pure, so cold”…

REVIEW OVERVIEW
Voto
68 %
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hollow-woods-cold-winds-cleave-the-earthVOTO: 68 TRACKLIST <br> 1. Cold Winds Cleave The Earth; 2. A Frozen Glance; 3. Evergreen Vigil; 4. Transcendent Echoes; 5. Glacial Hell; 6. To The Shrouded Shores <br> DURATA: 38 min. <br> ETICHETTA: Signal Rex <br> ANNO: 2021