I Am The Night – While The Gods Are Sleeping

0
906

Una domanda che ci siamo sempre posti è a cosa servissero le all star band (che si differenziano dai side project), soprattutto quando queste esordiscono sul mercato con un disco discreto per poi svanire nel nulla. Questa volta, senza troppi proclami, è il turno degli I Am The Night, formazione che vede tra le sue fila veri e propri funamboli finlandesi provenienti da scuole eterogenee, come il drummer Waltteri Väyrynen, già con Paradise Lost e Abhorrence (tra gli altri); Markus Vanhala alle chitarre, direttamente dagli Insomnium; l’ex Omnium Gatherum Janne Markkanen al basso; e dietro il microfono il giovane e meno conosciuto Okko Solanterä. Cosa avrà portato questi quattro ragazzi a unire le forze per scrivere un disco? La risposta è semplice, la passione per il black metal della seconda ondata, quello di classe che affonda le radici direttamente in Svezia e Norvegia. Diciamoci la verità, nel 2022 non c’è nulla di sbagliato nel rimembrare i vecchi tempi e scrivere dischi vintage, facendo di questo un hobby (lavoro?) redditizio, riuscendo a soddisfare i più anziani e magari introducendo al genere nuove leve metalliche. “While The Gods Are Sleeping” è tutto questo, un vero e proprio tributo al black metal scandinavo di circa trent’anni fa, un tripudio old school dove è impossibile non percepire la presenza costante, canzone dopo canzone, di maestri seminali come Emperor e Dissection, in maniera quasi ossessiva, come se fosse la recita di un rosario con queste band che fungono da oracolo.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

L’atmosfera gelida fluttua su tutto il disco per quasi quaranta minuti dove non c’è il benché minimo calo di tensione; una caotica tempesta strumentale dedita all’adorazione dell’Imperatore e della Dissezione. Siamo onesti, questi ragazzi non portano niente di nuovo, niente che non sia stato fatto prima o che possa impressionare fino in fondo; tuttavia, prendono un genere che spesso è troppo saturo di band mediocri e lo suonano con classe, quel tanto che basta per consegnarci un lavoro maturo, probabilmente uno dei migliori degli ultimi mesi. Basta osservare la glaciale cover di per renderci conto che la band paga tributo ai capolavori “Storm Of The Light’s Bane” e “In the Nightside Eclipse”, utilizzando una gamma di colori molto simile e infatti, fin dalle prime note dell’intro, veniamo balzati indietro nel tempo, mentre “Hear Me O’ Unmaker” non fa che avvalorare il concetto; un brano che sembra uscito dal primo album degli Imperatori, con ammirevole riverenza. Sarà questo il leitmotiv del disco, un alternarsi di brani che sembrano presi direttamente da quei dischi (senza dimenticare il capolavoro “IX Equilibrium”), e se “Dawnbearer” è una tempesta di rabbia incontrollata, probabilmente il pezzo più canonico e tirato del disco, dalla traccia seguente si inizia a volare, con “Ode To The Night”, grazie a un’incredibile intro arpeggiato dal quale Jon Nödtveidt sarebbe rimasto sicuramente colpito.

I Am The Night 2021. Svart Records. From left Waltteri Väyrynen, Markus Vanhala, Janne Markkanen, Okko Solanterä. Photo by Terhi Ylimäinen

La self titled song, al contrario, ha un riff iniziale che puzza di muffa tanto suona retrò, ricordando qualcosa dei Marduk più ragionati, per poi tornare sui lidi più complessi che caratterizzano tutto il disco. L’album non mostra segni di cedimento, neppure nelle battute finali, dove incontriamo il momento clou del disco, “The Owl”, una perla che ci fa sognare gli Emperor più ispirati grazie a un riffing thrashy che evolve in una black metal song a tutti gli effetti, con tremolo, blast beat e tappeti di tastiere sognanti ma mai invadenti, che sfociano nel break atmosferico centrale, al quale segue un cantato pulito di grandissimo impatto emotivo.

Gli I Am The Night scrivono un disco ambizioso, probabilmente per divertirsi, e lo fanno in maniera egregia: ogni singolo pezzo è una storia a sé stante, nulla è lasciato al caso, neppure la produzione, che risulta sporca il giusto e senza moderni orpelli; le tastiere spesso in primo piano fungono da tempesta di ghiaccio mentre le vocals reggono bene gli inevitabili paragoni con i tempi che furono. Se ci sarà un futuro o meno per questa band al momento non è dato a saperlo, ciò che sappiamo è che tra le mani abbiamo una delle migliori release nel genere da inizio anno; e, con tutta probabilità, lo sarà sino al prossimo inverno. Nostalgia.

REVIEW OVERVIEW
Voto
80 %
Previous articleVetus Supulcrum – A Shroud Of Desolation
Next articleGriverion – Suicidal Wisdom
i-am-the-night-while-the-gods-are-sleepingTRACKLIST <br> 1. While The Gods Are Sleeping...; 2. Hear Me O’ Unmaker; 3. Dawnbearer; 4. Ode To The Nightsky; 5. I Am The Night; 6. The Owl; 7. Among The Unseen Ones; 8. Holocaust Of The Angels <br> DURATA: 38 min. <br> ETICHETTA: Svart Records <br> ANNO: 2022