Djevelkult – Drep Alle Guder

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Pure in un genere come il black metal esistono le eccezioni, prendendo il termine assolutamente con le pinze. Una di queste sono i norvegesi Djevelkult che, a differenza della gran parte delle band del genere, che producono dischi senza soluzione di continuità, si prendono quattro anni esatti tra una release e l’altra. I diavoli di Gjøvik nel 2014, anno d’uscita del devastante debut “I Djevelens Tegn”, riuscirono subito ad attirare l’attenzione per via della proposta rabbiosa, che bissarono con il buon “Når Avgrunnen Åpnes” del 2018, autentica furia cieca; e quest’anno è il turno di “Drep Alle Guder”, che marca un nuovo confine per la band. Se nei primi due lavori avevamo a che fare con dei killer fuori controllo questa volta, pur non lesinando violenza, i nostri amici riescono a calibrare meglio il tiro, unendo la cattiveria tipica del loro marchio di fabbrica a nuove melodie e rallentamenti, che portano il disco su altri livelli, pur marcando sempre gli stessi territori. Questi ulteriori quattro anni dal precedente disco sono serviti a mescolare le carte in tavola ma soprattutto a creare un nuovo spirito all’interno del combo che, separatosi dal vecchio drummer, sostituito egregiamente da E. Brye, consegna alle tenebre un disco che presenta una band quasi irriconoscibile nella proposta, più matura ed eterogenea, seppur fedele alla scuola ortodossa norvegese, ma anche con una produzione più asciutta e pulita, che perde un minimo di potenza ma guadagna assolutamente in comprensione e trasparenza.

Partiamo col dire che “Drep Alle Guder” è davvero un buon disco, che convince sotto tutti gli aspetti; chiaro, stiamo parlando di un lavoro di black metal oltranzista, con tutti i clichès richiesti: ci sono le urla laceranti di Mr. Dødsherre, i tremolo picking, i blast beats, testi che inneggiano al diavolo, così come non mancano i break che creano atmosfere inquietanti, ma la cosa bella è che prima i Djevelkult partivano per la tangente e difficilmente modificavano l’approccio durante lo scorrere del disco e ora invece questo non accade. Ascoltando questa nuova fatica, che si snoda per trentaquattro minuti di metallo, infatti ci imbattiamo in un pezzo come la slayeriana “Den Forhatte”, con un riff tagliente come pochi e i suoni che rendono giustizia a dischi di fine anni ottanta (con le proporzioni del caso, ovviamente); oppure l’epica “I Kuldens Vold” che, dopo un arioso arpeggio che non sfigurerebbe in un disco di metal classico, esplode in tutta la sua maestosità; o ancora “Voidwalker” che, con quelle chitarre così melodiche, è fortemente debitrice alla scuola svedese di qualche decennio fa.

Le vocals rimangono il marchio di fabbrica della band, anche se per certi versi costituiscono una sorta di croce e delizia del disco: se da un lato lo scream/harsh del leader maximo si sposa perfettamente con la proposta del gruppo nei momenti più violenti e brutali, dall’altro non riesce ad appagare in pieno quando i tempi rallentano e si concedono momenti più intimi, tranne nella bellissima “Fordømmelse”, dove il nostro beniamino sfodera una prestazione di assoluto livello, alternando sapientemente un growl claustrofobico a uno scream carico di rabbia spietata, mentre la band tesse drappi mortuari di rara bellezza, concedendosi nel finale una coda al limite dell’atmosferico e raggiungendo uno dei punti più alti del disco insieme all’opener, autentico gioiello che, nella parte centrale, rende tributo al thrash metal di vecchia scuola bay area, tra grandi riff e una prova vocale mai monocorde. Cos’altro aggiungere su un disco di blasfemo e ortodosso true black metal come questo? Di sicuro che i Djevelkult in questi ultimi quattro anni, anziché lanciarsi sul mercato discografico, saturo e inflazionato, hanno messo in ordine le idee e hanno fatto passi da gigante per quanto riguarda il lato tecnico e compositivo, scrivendo un disco che ci ha stupito sotto tutti i punti di vista. The beast must die!

REVIEW OVERVIEW
Voto
77 %
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djevelkult-drep-alle-guderTRACKLIST <br> 1. Drep Alle Guder; 2. Dødbringer; 3. Den Forhatte; 4. I Kuldens Vold; 5. The Life Destroyer; 6. Voidwalker; 7. Fordømmelse; 8. Perfect Obliterate <br> DURATA: 34 min. <br> ETICHETTA: Soulseller Records <br> ANNO: 2022