Terza uscita per l’etichetta nostrana Black Mass Prayers che, dopo gli interessanti “When The Clouds Approaches And Covered The Moon” dei Lykten e “Loss” degli Urluk, ci propone l’ep di debutto dei Valadier, quartetto proveniente da Macerata e formatosi solo un anno fa, che mi ha decisamente sorpreso per la qualità di una proposta che riesce a rielaborare in maniera assai convincente un sound canonico e tradizionale, senza scadere nemmeno per un momento nell’effetto fotocopia. Questo “Stronghold Of The Everlasting Pyre” è un concentrato di black metal di stampo medievaleggiante, che unisce alle partiture più classiche ampi squarci atmosferici e acustici dal sapore folk, particolarmente riusciti ed anzi fondamentali nella costruzione del feeling generale del lavoro, sospeso tra una certa epica ruvidezza e un piglio più sognante e fantasy, duplicità efficacemente rappresentata dalla foto in copertina, che non poteva che ritrarre le rovine di un castello.
E se è indubbiamente vero, come suggerisce la presentazione di questo lavoro, che la band rievoca (a suo modo) l’approccio dei primi dischi di gruppi come Satyricon, Enslaved e Hades, a mio avviso un ulteriore accostamento potrebbe essere fatto con i Graven e soprattutto con i Summoning, maestri nel costruire un certo tipo di atmosfere da medioevo tolkeniano, da cui i nostri amici sembrano prendere qualcosa, inserendo però ogni influenza nel quadro della loro visione, che accomuna un apprezzabile piglio retrò ad un’evidente cura in fase di produzione, che permette di distinguere le varie sfumature e scongiura inutili cacofonie. Ogni canzone ha la sua particolare indole ma si inseriscono tutte in un panorama coerente, privilegiando i tempi cadenzati ma senza rinunciare a qualche passaggio più tirato.
E così si passa dall’evocativa ma rocciosa opener alla baldanzosa ed epica “Pathway Though Fire And Doom”, forse l’episodio più diretto del lotto, per arrivare al fiabesco cantato femminile in clean incastonato nella title track, fino alla conclusiva “Only The Stone Shall Remember Thy Name”, che con la sua buonissima alternanza tra raw black metal e momenti acustici (anche qui fa la sua comparsa una voce pulita, questa volta maschile) rappresenta probabilmente l’apice di questo lavoro e il biglietto da visita della band. “Stronghold Of The Everlasting Pyre” nella sua semplicità suona incredibilmente naturale e si pone nel solco di un certo tipo di black metal con consapevolezza e credibilità, senza scimmiottare nessuno come troppo spesso accade. Complimenti ai Valadier! Adesso sono curioso di ascoltarli al debutto sulla lunga distanza.