La Finlandia si è da tempo impadronita dello scettro di terra più prolifica per quanto riguarda un certo tipo di black metal rispettoso dei canoni più tradizionali, con una gran quantità di uscite, alla quale corrisponde nella maggior parte dei casi un buon livello qualitativo. È il caso di Korpituli, one man band dietro la quale si cela l’omonimo factotum S. Korpituli, che si occupa di ogni aspetto del disco, dalla composizione alla produzione, e che, come di consueto, è impegnato anche in altri progetti underground, come Iku-Turso e Nachtvrucht. “As Infinity Shadows Of The Nightsky” (titolo che fa molto Emperor, se vogliamo) è la seconda fatica sulla lunga distanza per questo progetto, ad un anno circa dalla pubblicazione del full length d’esordio “The Ancient Spells Of The Past”, del quale segue sostanzialmente le coordinate stilistiche, insistendo sul sentiero di un black metal dal piglio atmosferico, a metà strada tra il sognante e il malinconico, che tuttavia non sfocia mai in territori post-qualcosa e non indulge in modernismi di nessun genere, restando invece con i piedi ben piantati nella vecchia scuola finlandese, a cavallo tra la seconda metà degli anni novanta e i primi anni del nuovo secolo. Le canzoni, che hanno tutte una durata media intorno ai sei minuti, prediligono un andamento cadenzato ed ipnotico, che cala l’ascoltatore nel mood misterioso e magico del disco senza fretta, attraverso un riffing ossessivo e un uso intelligente della melodia, che fa capolino qua e là mantenendo desta l’attenzione.
Ovviamente non mancano le parti più tirate, con effetto zanzara arrabbiata e blast beats d’ordinanza, ma possiamo dire che il nostro amico tende in generale a concentrarsi sulla creazione di pezzi non eccessivamente veloci, con chitarre grezze e circolari ed uno screaming straziante e sinistro a farla da padrone, senza dimenticare qualche inserto di tastiere e parti narrate che mettono in evidenza il lato quasi depressivo che la musica talvolta assume. Il tutto incorniciato da una registrazione che rimane ruvida, riportandoci alle radici del genere ma evitando accuratamente, per quanto sia del tutto artigianale, di scadere nella confusione sonora, il che è un bene.
Chiunque segua questo filone potrà trovare senza dubbio familiare l’ascolto di questo lavoro, che tuttavia non suona del tutto scontato e riesce nell’intento di rimanere fedele alle regole non scritte del “true” black metal di stampo atmosferico, senza però rinunciare a darne un’interpretazione per quanto possibile personale, grazie soprattutto ad intrecci di chitarra minimali ma decisamente efficaci, che sarà gradita specialmente a quanti prediligono un approccio più emotivo rispetto alla consueta colata di violenza senza freni. Ottimi esempi di quanto appena detto sono pezzi come “Endless Whispers Echo” e “Lost, Unspoken Sorrow Of Ages”, probabilmente i più riusciti del lotto, comunque quelli che veicolano meglio la sensazione di essere trasportati in una dimensione parallela che permea tutto il disco.
Ennesimo buon platter partorito dalla terra dei mille laghi (ormai non si contano più), che non inventa nulla in senso assoluto ma va ad inserirsi con dignità nel sempre più complesso mosaico del black metal made in Finland, ovviamente sempre impregnato di oscurità.