I Mimorium incarnano alla perfezione la scuola black metal finlandese nella sua più pura essenza, incorporando nel loro sound tutti i tasselli fondamentali del genere. Nonostante si sia formata di recente, nel 2016, la band esce sul mercato con il terzo full length “The Route Of Haeresis”, che risulta un ottimo sequel del già discreto “Blood Of Qayin”, seguendo il filone già battuto da Malum, Serpentfyre e compagnia blasfema. Il combo questa volta si presenta con un disco composto da otto assalti che non cambiano l’equilibrio al quale ci aveva abituati nei primi due lavori, una soluzione basata quasi esclusivamente su invocazioni al maligno, brutalità e velocità, con rari momenti cadenzati e tanta melodia nella furia di riff che la band ci rifila. Non è facile ascoltare un platter intero dei Mimorium, devi avere “le palle” per affrontare un concentrato di violenza come questo; quando si ha a che fare con dischi simili spesso si passa oltre tanto sono derivativi ma non con i Mimorium, che sono già riusciti a ritagliarsi un piccolo spazio di “culto” nella scena locale. Questa volta si alza l’asticella con un disco che, se da un lato non sposta una virgola rispetto ai due precedenti capitoli, riesce ad avere un’impostazione più matura e ragionata, grazie a un songwriting più vario, tra riff d’alta scuola, blast, tremolo e mid tempos più marziali che smorzano l’effetto tempesta tipico di questi lavori.
Dall’inizio alla fine “The Route Of Haeresis” è un autentico massacro ma scorre che è un piacere, cosa difficile quando si ha a che fare con sonorità di questo tipo, e ciò grazie alla performance davvero compatta della band e al cantante Vox Malum decisamente sugli scudi. Il trittico iniziale composto da “Invocation Of The Nameless One”, “Mirror Dimension” e “Liberate The Transcendent Essence” è quanto di più violento ci potremmo aspettare, con quest’ultima già destinata a diventare un classico della band, grazie al ritornello accattivante che rimane subito in testa e un ottimo utilizzo di vocals incrociate tra scream e growl. Tutto cambia con “Succumb To Nightmares”, saggio di bravura dove questi animali dimostrano di saper scrivere pezzi inquietanti anche togliendo in parte il piede dall’acceleratore, creando un pezzo carico di angoscia, dove parti estremamente lente si alternano a rabbiose sfuriate in un connubio eccezionale. Si passa quindi a “Hand Of The Heretic”, probabilmente il momento più elevato del disco, dove i nostri cinque satanisti riassumono l’essenza dei Mimorium, con l’intro acustica e sinistra che fa esplodere una canzone epica di rara bellezza, dove il connubio tra brutalità e melodia risulta perfetto come quello tra sportività ed eleganza in una BMW.
Non ci sono cali di tensione e “Her Place In Shade” è l’ennesimo saggio di epicità, che dà spazio a un degno finale evocativo con “Circle Of Serpents”, gran brano che unisce randagia bestialità a frammenti più cadenzati, melodici e ragionati. A una prima parte del platter più spedita ne segue quindi una seconda più epica, senza mai mettere da parte la rabbia tipica dei Mimorium, che con “The Route Of Haeresis” segnano un ritorno maturo e probabilmente sopra le aspettative di chi già li seguiva. Un must have per i seguaci del black metal di scuola finlandese, che infuocherà le già calde settimane estive e si farà apprezzare a lungo, grazie anche a una produzione potente e di classe superiore che conferisce maggiore longevità a un platter di per sé già bello. Imponente.