Che Baptist sia un personaggio irrequieto l’abbiamo capito anni fa, quando il serpente dalle sette teste Mavorim iniziava a inanellare un disco dopo l’altro e, non pago, dava i natali pure a quell’oscura creatura che sono gli Eisenkult. Proprio in questi ultimi giorni di un’estate infernale il nostro eroe decide di partorire l’ennesimo progetto che, come da consuetudine, ricalca la strada della sua band principale, con qualche deviazione per dare sfogo ai suoi più inquieti pensieri. Ed ecco che in questo split si confrontano ad armi pari gli Eisenkult con i nuovissimi Atronos, ennesima incarnazione di Baptist, in un duello tra black metal di purissimo stampo teutonico, sferzate classiche, urla da esorcismo e rimembranze pagane al limite del folk. Ma che novità possiamo aspettarci? Diremmo nessuna, gli Atronos sono il classico ago della bilancia tra gli Eisenkult e i Mavorim, con un pizzico di “sperimentazione” in più, ma sono la vera sorpresa di questo split grazie alla proposta decisamente efficace, seppure derivativa.
Con Baptist a occuparsi esclusivamente delle vocals, il resto della tavola è apparecchiato da Henker (già in Ad Mortem, Blodskut, Andras e chi più ne ha più ne metta) e il tutto suona decisamente old school ma con un occhio rivolto alla tendenza del momento, con melodia e violenza in un equilibrio chirurgico. Nelle quattro tracce presenti i due beniamini non si risparmiano e riescono ad attirare l’attenzione soprattutto sul riffing incessante e su linee vocali ben bilanciate tra scream/harsh, growl e sfaccettature in clean.
Le liriche, esclusivamente in tedesco, sono udibili grazie ad una produzione eccellente che rende giustizia anche alla parte strumentale senza creare confusione, nemmeno nelle parti più veloci. Se dovessimo identificare la band con una canzone, probabilmente sarebbe “Ich Bin Der Sieg”, che riassume in cinque minuti la strada percorsa con un’eccellente alternanza tra piglio epico e chitarre sempre melodiche e affilate. Dall’altra parte, nella loro terza uscita ufficiale, gli Eisenkult enfatizzano il lato più brutale della loro proposta, senza tralasciare le divagazioni alle quali ci avevano già abituato, con inserti di strumenti folk e clean vocals evocative a fare capolino tra un pezzo e l’altro, per quattro brani che effettivamente non aggiungono molto a ciò che la band ha prodotto in passato.
Lavori come questo sono sempre simpatici da ascoltare, utili soprattutto per conoscere nuove realtà, ma la loro longevità, come spesso accade per gli split, è davvero relativa. Dopo qualche ascolto possiamo dire che la performance degli Atronos sovrasta quella dei relativamente più navigati Eisenkult, con i primi che riescono a brillare per soluzioni elementari ma efficaci, mentre i secondi sembra siano rimasti un po’ bloccati nel loro limbo. Palla al centro.