Figli illegittimi di Proclamation e Black Witchery, nipotini degeneri di Sarcofago e Possessed, cugini di primo grado di Bestial Warlust e Sadistik Exekution, dall’Oregon ecco i delicatissimi Weregoat, power trio non di primo pelo perché attivo dal 2009, tra rituali blasfemi, sesso e licantropia, e con alle spalle il full length “Pestilential Rites Of Infernal Fornication” del 2017. Già le foto, i titoli delle canzoni e la copertina raffinatissima ci suggeriscono il contenuto musicale di questo ep, che esce sotto l’egida della Iron Bonehead Productions, etichetta che con questo genere di uscite, che inneggiano al capro e alla patonza, ci va sempre a nozze. “The Devil’s Lust” è un breve distillato di black/death metal dal piglio animalesco, che parte con la consueta intro dal sapore ritualistico ed immediatamente si trasforma in un vortice caotico, veloce e grezzo, dove il tremolo picking e i blast beats regnano incontrastati, salvo qualche oscura melodia nascosta tra le pieghe di cotanta malsana ferocia sonora, mentre uno screaming acidulo si alterna ad un growling assolutamente bestiale.
Caratteristiche queste che ritroviamo in tutti i pezzi che compongono questo bignami di devozione alla vecchia scuola, per uno stile che i nostri amici definiscono “barbaric war fukkin metal”. E quando parlo di vecchia scuola in questo caso intendo specialmente quella degli anni ottanta, quando le varie correnti del metal estremo che si svilupperanno successivamente non avevano ancora trovato la definizione dei propri canoni compositivi e tutto ribolliva in un gran calderone indistinto ma decisamente creativo; e infatti troviamo diversi, fulminei assoli, tipici di quello stile, così come ampie influenze di quello che era il metal estremo sudamericano di quegli anni.
Non vi è molto altro da aggiungere se non che la band riesce comunque a rendere la propria proposta un minimo interessante, con l’inserimento di alcuni passaggi più lenti e cadenzati oppure di brevissimi inserti di tastiere (che fanno solo da contorno, ovviamente) e di samples provenienti da chissà quali film horror di serie b. Insomma, avete capito di che si tratta, un piacevole riassuntino, che non aggiunge e non toglie niente alla scena estrema, ma che placherà, almeno per la sua breve durata, gli istinti sanguinari dei più accaniti sostenitori di questo genere di sonorità.