Con cadenza periodica andiamo a farci un giro tra le cantine più umide e polverose del Cile, la cui scena underground negli ultimi anni si è sorprendentemente arricchita di gruppi dediti alla forma più grezza e gracchiante di black metal, seconda in questo probabilmente solo a quella portoghese. In molti casi si tratta di progetti solisti i cui componenti sono coinvolti in svariate altre bands e progetti paralleli, che in gran parte propongono le stesse sonorità, magari con qualche variazione sul tema (e tutto ciò è decisamente true). Non sfugge a questa regola il progetto Vel’ Har, one man band di H.S.V.H. (già in Dark Horde e Henosis, tra gli altri), che si presenta con il classico logo pipistrelloso e l’immancabile foto con candelabro (comincio a pensare che sia sempre lo stesso e che se lo scambino solo per fare le foto) a contorno di questa demo breve ma intensa, originariamente edita in formato tape dalla semisconosciuta Mahamvantara Arts Records nel 2020, poi ristampata diverse volte ed ora di nuovo fuori in vinile 10” per l’altrettanto poco nota Sentient Ruins Laboratories, segno che le poche copie disponibili evidentemente sono andate via come il pane perché la smania collezionistica è sempre presente tra gli incorreggibili maniaci di questo genere. Fatta questa premessa, andiamo al contenuto musicale: cosa aspettarsi da questa demo? Ma ovvio, circa venti minuti di puro e integerrimo raw black metal vecchio stampo, con tutte le cosine raw al loro posto di sempre, né più né meno, e tanti saluti a tutto ciò che è venuto dopo il 1994.
Questa è l’impostazione di buona parte dei gruppi della scena underground cilena e anche in questo caso non ci si allontana dai consueti luoghi comuni del genere, nell’ambito di un revival nostalgico attaccato con i denti e con le unghie al tempo che fu, che comunque riesce a produrre qualche prodotto interessante in un mare di uscite abbastanza trascurabili. Il nostro amico fa buon uso degli elementi classici, e quindi vai di tremolo picking e blast beats a valanga, incorniciati da uno screaming acuto come nella migliore tradizione del genere, perché mamma Darkthrone e papà Gorgoroth non devono restare delusi dai loro figlioletti.
C’è da dire che comunque la demo funziona, sarà in parte per la breve durata e in parte per l’atmosfera ritualistica che trasuda dalle note, veicolata anche da alcuni momenti più dark e dai classici interludi “satanici”, ma soprattutto perché i pezzi in fin dei conti sono ben costruiti e qualche melodia qua e là fa bene il suo lavoro nell’insieme, pur nel quadro di una proposta assolutamente prevedibile. Raw black metal punto e basta, e questo è quanto. Come sempre decidete voi se vale la pena anche solo ascoltare senza troppi patemi un lavoro così concepito e suonato, che resta testimonianza di un certo modo di intendere il genere e che, sono pronto a scommetterci, potrà ritagliarsi il suo piccolo spazio di “culto” nella ristretta nicchia di riferimento alla quale si rivolge.