White Rune – Dawn Of The White Rune

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Manco a dirlo, ecco un nuovo combo dalla Finlandia, sempre che nuovo lo si possa definire. I White Rune sono l’ennesima sfaccettatura di quell’eclettico artista che prende il nome di Matias Autio, più conosciuto nella scena black locale come Ruttokieli, già membro di band come Norrhem e Sielunvihollinen, tra le altre. Questa volta il suo spirito compositivo prende una strada differente, andando a scavare nella nicchia ben presidiata del black melodico dai connotati atmosferici al limite del sinfonico. Infatti i White Rune sono una creatura dal sound ben definito, seppur estremamente derivativo, che vede protagoniste tastiere sognanti e profonde, capaci di trasportarci in mondi paralleli e oscuri. Formati appena nel 2021, questo agosto esordiscono pubblicando la compilation “The Spell Of Eternal Fire”, contenente le prime due demo, e questo primo full length di inediti, “Dawn Of The White Rune”, che a conti fatti si rivela una piacevolissima sorpresa, pur senza cambiare le carte in tavola del genere. Quarantacinque minuti di oscurità vampirica suonati con dedizione, ispirazione e abnegazione, che inducono a riporre ancora speranza nei confronti di una scena underground che fa della passione il focus della creazione di dischi come questo. “Dawn Of The White Rune” è il classico album sinfonico e atmosferico che non si discosta dai clichés della seconda ondata per quanto riguarda la produzione scarna e fredda ma assolutamente comprensibile, con i synth che fanno il bello e il cattivo tempo e le vocals in primo piano, prepotenti ma senza mai nascondere del tutto gli strumenti.

Chiaro che aspettarsi qualcosa di nuovo in un lavoro come questo non è lecito ma è un piacere sentire come nel 2022 una band riesca a restare fedele al genere e al contempo a tenere l’attenzione elevata per tutta la durata del platter, scongiurando quella maledetta voglia di skippare, che spesso ti assale quando si ha a che fare con lavori troppo standard. Il disco si snoda su tempi sufficientemente sostenuti, come da tradizione locale, ma non disdegna i mid tempos e un gran quantitativo di cambi all’interno dei singoli pezzi, necessari a enfatizzare gli elementi atmosferici che spesso fanno l’occhiolino al dungeon synth. In questo disco non c’è un pezzo brutto, non una composizione fuori asse, tutto scorre via perfettamente, senza sussulti in negativo, ma si possono intravedere lampi di genio in vari brani come il mezzo capolavoro che prende il nome di “Death At Sundown”, autentico manifesto di come dovrebbe essere suonato il black metal melodico, o l’opener “The Iron Claws Of Satan”, mid tempo che lascia spazio alle classiche sfuriate del genere. Di fondamentale importanza le chitarre del mastermind, che ragionano su scale melodiche quando non si lasciano andare al tremolo; un lavoro minuzioso, quasi maniacale, da parte di Ruttokieli, qui chiamato a vestire i panni di vocalist, chitarrista, bassista e tastierista, con l’aiuto dell’ottimo Soldau dietro le pelli, che fa un lavoro abbastanza lineare ma mai scontato.

“Soulstorm” e “White Rune Rising” ci fanno capire come questo genere possa essere tanto letale quanto morbido e accomodante, mentre “Echoes Of Torment” ci ricorda che alla base del metallo nero ci sono pure rimembranze doom ed epiche. In chiusura la suite, divisa in due atti, non fa altro che dare maggior valore al disco in termini di epicità e complessità compositiva. Un disco che sicuramente non è per tutti, testimonianza di un black metal finlandese per palati fini, ancorato alle sonorità sinfoniche novantiane che hanno fatto la fortuna di Cradle of Filth e Dimmu Borgir della prima ora, seppur meno elaborate e più grezze. Forse non rimarrà negli annali ma i White Rune dimostrano come ancora oggi si possa viaggiare in altre dimensioni con un semplice disco di ottima musica. Drammatici.

REVIEW OVERVIEW
Voto
76 %
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white-rune-dawn-of-the-white-runeTRACKLIST <br> 1. Brought By The Touch Of Death; 2. The Iron Claws Of Satan; 3. White Rune Rising; 4. Soulstorm; 5. Death At Sundown; 6. Echoes Of Torment; 7. Crimson Lament; 8. The Ravenous Part 1 - Altar Of Defeat; 9. The Ravenous Part 2 - Torn Kingdom Come <br> DURATA: 45 min. <br> ETICHETTA: Hammer Of Hate Records <br> ANNO: 2022