Nomen est omen, dicevano i latini, e mi pare evidente che da una band che si chiama Necromutilator non possiamo aspettarci eleganti sperimentazioni o raffinatezze di sorta. E infatti la band mantovana, formata da tre brutti ceffi e in giro ormai dal 2009, ci disintegra i padiglioni auricolari a colpi di black/death/thrash d’annata rozzo e crudele, che fa della devozione assoluta alla vecchia scuola e dell’attitudine fieramente underground le sue armi migliori (anzi le uniche). Una formula che i nostri amici avevano già adottato nei due album precedenti (il debutto “Eucharistic Mutilations” del 2014 e il successivo “Black Blood Aggression” del 2019) e che riproducono senza particolari variazioni in questo nuovo “Oath Of Abhorrence”, fuori per la sempreverde Osmose Productions, dando continuità ad una proposta musicale che non vuole assolutamente cercare strade nuove ma che può giovarsi, dopo anni, di una maggiore esperienza compositiva ed esecutiva.
E le carte vengono immediatamente scoperte, fin dalla ferocissima opener “Raise The Necroapocalypse”, preceduta da una breve intro rubata a chissà quale film horror di serie b, che mette subito le cose in chiaro: i Necromutilator non arretrano di un centimetro e continuano a volgere il loro sguardo al passato, completamente indifferenti a tutte le trasformazioni che il metal estremo ha subito negli ultimi trent’anni.
E da lì in poi è una continua aggressione feroce e barbarica, senza soluzione di continuità, fino alla conclusiva “Malevolent Blood”, con pezzi sempre incazzati e veloci, caratterizzati da un riffing polveroso e violento, batteria frenetica, atmosfere sanguinarie e catacombali, rallentamenti soffocanti piazzati qua e là, stacchi più pesanti e carichi di groove assassino e assoli al fulmicotone che più classici non si può; il tutto impreziosito da un cantato che è un rantolo demoniaco a metà strada tra screaming e growling e da una registrazione che mantiene intatto il necessario grezzume senza tuttavia cadere (per fortuna) nella cacofonia più becera. Oltre ovviamente alle consuete lodi al satanasso e blasfemie variamente assortite.
I Necromutilator procedono con sicurezza, non inventano e non vogliono inventare niente ma dimostrano di sapersi muovere a loro agio sulle strade battute ormai decenni or sono da mostri sacri come Venom, Bathory e primi Mayhem, passando per Possessed e Sarcofago (e più in generale tutta la scena sudamericana a cavallo tra la seconda metà degli anni ottanta e i primi anni novanta), strizzando l’occhio anche alla classica scuola thrash tedesca e (perché no?) alla tradizione italiana che in questo particolare filone vanta gruppi di tutto rispetto (Bulldozer e Necrodeath su tutti) e nell’ambito della quale anche i nostri amici finiscono inevitabilmente per posizionarsi.
I Necromutilator anche in questa loro ultima fatica si mantengono coerenti con la loro attitudine e il loro approccio unidirezionale, primitivo e acerbo (ma consapevole) per cui da questo “Oath Of Abhorrence” non dovete aspettarvi nient’altro che quello che promette, senza troppi fronzoli, e allora probabilmente ne uscirete soddisfatti. E c’è da giurare che la band proseguirà su questa strada anche in futuro. Quindi, se cercate altro, andate tranquillamente a cercarlo altrove.