Irae – Assim Na Terra Como No Inferno

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Nel vasto panorama underground estremo portoghese, una delle scene sicuramente più prolifiche degli ultimi anni, che ha da tempo delineato le proprie coordinate stilistiche, tanto da poter essere definita una scuola, il progetto Irae spicca come uno dei più longevi e interessanti. La one man band di Vulturius, personaggio decisamente attivo ed impegnato, come da copione, in decine di altre realtà (tra cui vale la pena di citare Decayed, Viles Vitae, Morte Incandescente e Flagellum Dei), sulla piazza da circa vent’anni, torna con un nuovo lavoro, il sesto sulla lunga distanza, dopo due anni dal predecessore “Lurking In The Dephts”. Questo “Assim Na Terra Como No Inferno”, che esce sotto l’egida dell’onnipresente Signal Rex (etichetta che ha quasi il monopolio della scena lusitana), segna un relativo cambio di direzione, rivelandosi come l’album più vario e maturo del progetto, laddove il precedente era sì valido ma piuttosto accademico per composizione e resa finale, e probabilmente uno dei migliori prodotti partoriti dal Portogallo negli ultimi tempi, differenziandosi dalla marea di dischi provenienti da quella terra, in gran parte facilmente sovrapponibili uno all’altro. Intendiamoci, non siamo di fronte ad uno stravolgimento rivoluzionario (il nostro amico non si è improvvisamente dato ai ritmi caraibici o qualcosa del genere) ma in questo lavoro i classici elementi del black metal di matrice portoghese, che tutti abbiamo imparato a conoscere bene, vengono mescolati ad altre influenze in maniera molto equilibrata, per un risultato finale convincente, che riesce a farsi ricordare.

Nel suo complesso l’album infatti ha un suono assolutamente classico ed emergono tutti gli elementi caratteristici della scena alla quale il nostro amico orgogliosamente appartiene, a partire dal riffing etereo, che non disdegna affatto passaggi sinistramente melodici, fino alla produzione casereccia ed approssimativa, che potrebbe risultare disturbante per qualcuno ma che continua a rappresentare una sorta di imprescindibile architrave per questo genere di produzioni, passando per il cantato in uno screaming sofferto e molto distante e per le consuete atmosfere spettrali ed opprimenti. Sotto questi profili non ci sono dunque particolari sorprese e tutto è al proprio posto ma in tutto il disco si fanno largo apprezzabili momenti dal sapore folkeggiante, che talvolta fungono da mero contorno, seppur decisamente azzeccato, di canzoni dall’impianto e dalla resa tradizionale, mentre in altri casi si prendono quasi tutta la scena, finendo per diventare un tratto distintivo di un lavoro che, diversamente, non sarebbe stato troppo diverso rispetto alle molteplici uscite di questo tipo, che invadono la nostra redazione virtuale con cadenza pressoché quotidiana. Ed ecco allora le flebili intrusioni di chitarra acustica, che riportano la mente a melodie popolari ed incorniciano l’opener “V Caminhv Primitiv” (per inciso uno dei pezzi migliori del lotto) per diventare invece protagoniste assolute di “Zangrandv V Rebanhv… Uma Melodia De Loboz”, song dall’andamento cadenzato e carica di atmosfere ancestrali e primitive. Ed ancora le divagazioni tribali di “Relíqvia De Espinhvz”, presenti in misura minore anche in altri stralci del disco ma qui assolutamente preponderanti, che rendono questo pezzo il più particolare del lavoro, insieme al cantato che unisce ad uno screaming rauco e soffocato urla belluine da rituale animalesco.

Vorrei citare conclusivamente anche “Símbolos Do Império”, brano più classico ma decisamente ben riuscito, tra parti lanciate in blast beats, momenti dal sapore marziale ed uno stacco thrash/black circa a metà molto coinvolgente. Sono quindi rimasto favorevolmente colpito da questo album, per alcuni aspetti accostabile al più noto “Huldrafolk” di Wyrd, testimonianza della vitalità di una scena dall’attitudine ferrea, che si dimostra però anche in grado di produrre lavori personali, pur restando in ogni nota nel seminato del genere. Probabilmente, lo ribadisco, il miglior album del progetto Irae, da ascoltare senza riserva alcuna.

REVIEW OVERVIEW
Voto
74 %
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irae-assim-na-terra-como-no-infernoTRACKLIST <br> 1. V Caminhv Primitiv; 2. Pvr Tempvz De Decadênzia; 3. Relíqvia De Espinhvz; 4. Zangrandv V Rebanhv... Uma Melodia De Loboz; 5. Majestade De Sangue; 6. Símbolos Do Império; 7. Enforcamento <br> DURATA: 37 min. <br> ETICHETTA: Signal Rex <br> ANNO: 2022