Musica e natura sono sempre stati un binomio vincente in ambito black. Eppure trovarsi di fronte a un album che, invece di celebrare la terra in un’ottica pagana, mette a nudo quello che è uno dei principali problemi dell’era moderna, appare come una novità. “Wastelands”, seconda release del progetto atmospheric black metal italiano Morwinyon, si focalizza infatti sulla crisi dell’ecosistema di cui siamo al contempo vittime e carnefici. Quello che ne risulta non può che essere un album in cui predomina un clima di nostalgia, dolore e annichilimento. Sin dai primi secondi di ascolto è facile ritrovare l’eco della release precedente, “Pristine”. Il clima è pressoché analogo, con un approccio evocativo dato dall’abile uso dei synth e dalla presenza di scream e drumming particolarmente raw. La differenza risiede però nella qualità complessiva, che appare notevolmente migliorata e rende “Wastelands” un lavoro più maturo e distaccato dagli impasti sonori tipici del panorama raw black metal attuale. La sensazione che predomina in tutta l’opening track è quella di trovarsi ad assistere a degli scenari di cui non abbiamo alcun controllo, ed è proprio qui che risiede la grande abilità dei Morwinyon: disegnano paesaggi col suono. Una bella caratteristica che sicuramente necessita di essere ancora esplorata a pieno dal duo.
Le canzoni si susseguono infatti con grande staticità, per certi versi anche ripetitiva, e l’impressione, arrivati a “Indifference”, è quella di stare riascoltando un brano già sentito. Un peccato considerando la cura che è stata dedicata alla scelta e alla scrittura delle parti di synth, un focus tanto predominante da porre certe sezioni dell’album sulla terra di confine con quello che potremmo definire dark ambient. “An Agonized Look” è la piccola gemma del disco, con un intermezzo centrale particolarmente evocativo e la presenza di parti più raw. Queste ultime lasciate estremamente più grezze rispetto a quelle che troviamo nelle altre tracce e che finalmente riescono a trovare il loro posto senza venire sommerse dai sintetizzatori. Nel complesso “Wastelands” è un album piacevole, perfetto per chi è in cerca di sonorità più tranquille o di musica in grado di suscitare delle riflessioni. Seppure l’atmosfera e la grande attenzione alle parti melodiche ne costituiscano infatti i punti di forza, è pur sempre vero che si sente una mancanza di originalità e di azione complessiva. Delle carenze che possono facilmente essere sanate e che mi portano ad attendere con curiosità i futuri lavori del duo nostrano.