I Funeral Winds sono ormai un nome di riferimento della scena black metal e il recente approdo presso la prestigiosa Osmose Productions ne è la riprova. La one man band olandese, opera omnia di Hellchrist Xul, si è fatta notare nel corso degli anni con una serie di album fedeli alla linea, tanto gelidi e feroci quanto spesso qualitativamente superiori alla media. “Stigmata Mali” è il terzo full length uscito negli ultimi quattro anni, sintomo di una fervida vena creativa, che non accenna a prosciugarsi neanche a distanza di più di trent’anni dal debutto (la prima demo è datata addirittura 1992). La musica dei Funeral Winds è sempre uguale a sé stessa e “Stigmata Mali” ne è un efficace manifesto: un black metal ferale, glaciale, pesante, privo di compromessi e contaminazioni, che corre veloce come un lupo in una notte artica alla ricerca della sua preda. A riff taglienti e malevoli, di stampo assolutamente anni novanta, si accompagna una batteria spaccaossa, che indulge senza remore in lunghi blast beats e mantiene una struttura delle canzoni quasi sempre semplice ed immediata.
All’atmosfera sulfurea ed esoterica i Funeral Winds preferiscono infatti un assalto frontale spietato e veloce, atto a martellare l’ascoltatore senza pietà. Questa essenzialità, così come l’attitudine fiera e primitiva, sono il punto forte dell’album, che, ovviamente, non rivoluzionerà il genere, ma piacerà a chiunque ami il metallo nero nella sua versione più pesante. La voce di Hellchrist Xul è il solito gracchio moderato che, più che aggiungere qualcosa alla parte strumentale, la accompagna e la asseconda. Detto di una produzione che raggiunge il giusto punto di equilibrio fra pulizia e sporcizia, segnaliamo come pezzi migliori dell’album la title track, la terremotante “The Angles Of Darkness” e la finale “Bornless Foreverer”, dove la band alza il piede dall’acceleratore per dare spazio ad alcune riuscite melodie quasi di stampo doom.
Se avete gradito gli altri album della band olandese, sicuramente questo “Stigmata Mali” incontrerà i gusti del vostro palato, benché non aggiunga poi molto ad una discografia già di per sé piuttosto regolare. In definitiva, si tratta di un ottimo lavoro che conferma lo status di band di alta qualità dei Funeral Winds.