Ossaert – Offerdier

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A due anni dall’uscita di “Pelgrimsoord”, l’enigmatica entità olandese Ossaert fa il suo ritorno con “Offerdier”. Una terza release che, a un primo sguardo, sembra seguire il percorso tracciato dai due album precedenti: enigmaticità e furia, con le radici ben salde nel black metal vecchia scuola, ma sarà davvero così? “De Lichtkrans En De Waan” apre le danze e ci troviamo subito di fronte a un riff di chitarra estremamente catchy, che in qualche modo riesce a dare un senso di epicità senza discostarsi mai dal mondo black. Le digressioni e i cambi armonici rendono l’ascolto molto interessante e mai scontato, un risultato non facile da ottenere vista la grande ripetitività delle parti strumentali. Voce e drumming sono carichi, violenti, prepotentemente blasfemi, eppure l’atmosfera è completamente diversa rispetto a “Pelgrimsoord”. Manca quell’aura di disperazione e furia incontrollata che contraddistingueva entrambe le release precedenti e, a confermare questo cambio di ambiente, ci pensano le successive “Ritueel I” e “Ritueel II”.

L’oscuro spirito di Zwolle sceglie infatti un cambio di rotta con le due tracce centrali, dando spazio al suono dei sintetizzatori e creando circa dieci minuti di musica estremamente criptica e di atmosfera. L’effetto è molto gradevole, per certi versi ipnotico, e apprezzo la scelta di creare una digressione simile nella parte centrale dell’album piuttosto che a inizio disco, come siamo abituati a sentire.

L’ingresso di “Het Geschenk En Het Bestaan” riesce a legarsi bene con il momento precedente, Ossaert sceglie infatti di riproporre alla chitarra una continuazione della melodia di synth ascoltata fino a poco prima, una scelta molto scaltra che riesce a dare un senso di unità al tutto. In questa ultima traccia predomina una sensazione: la sovversione dell’ordine spirituale, un tema che in qualche modo sembra essere molto caro alla mente dietro Ossaert che, in questo caso, riesce a sfruttare i conclusivi passaggi corali e renderli tremendamente blasfemi. Insomma, quello che poteva sembrare un normale e naturale proseguimento del percorso fatto finora si è rivelato solo una somiglianza di forma.

In quest’ultima release infatti ritengo ci sia un grande ammorbidimento rispetto ai lavori precedenti e, per certi versi, una maggiore sperimentazione non più confinata al black metal rabbioso e disperato a cui ci aveva abituati. Un cambiamento che però non stona con il sentiero intrapreso, anzi. “Offerdier” è un risultato coinvolgente, accattivante e mai banale, che prelude a degli sviluppi molto interessanti.