Gråande – Gråande

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Dalla prolificità artistica di Nachtzeit ecco venire alla luce un nuovo progetto e l’omonimo ep di debutto: Gråande, che vede la collaborazione con il cantante Nichil e la scelta di creare un percorso agli antipodi degli ambienti evocati dalla musica di Lustre. Ci allontaniamo infatti da quel senso di contatto e immersione nella natura per scoprire cosa ci riserva la totale assenza di quest’ultima, una tematica che inizia a essere sempre più frequente e che non credo diminuirà negli anni a venire. Se con Lustre ci si trovava immersi da sonorità eteree e da spazi sconfinati qui la sensazione è immediatamente claustrofobica e disperata, il senso di morte e annichilimento è ben più che tangibile. I synth sono infatti diventati un complemento ostinato e alienante, per certi versi psicotico, e dalla voce non emerge nulla di più che un senso di devastazione. “Sjöar Ovan”, la prima delle due tracce, è un distillato di tutte le peggiori sensazioni che gli uomini possono provare, il senso di morte la fa da padrone e non si tratta di nulla che si possa vagamente ricondurre a una fine eroica o gloriosa. Insomma, se le premesse erano quelle di rendere in musica la distruzione che può venire solo dal distacco tra uomo e natura, penso che già in questi primi minuti di ascolto siano state più che rispettate.

La successiva “Evighetens Kvarn” non è di certo da meno, anzi, è una riproposizione di tutto l’immaginario precedente con l’aggiunta di molta violenza. Sicuramente lontana dalla via di uscita che alcuni avrebbero desiderato voler trovare, ma molto più coinvolgente della traccia precedente. Qui la voce finalmente trova lo spazio per sfogarsi e, invece dei synth, è il drumming a diventare l’elemento ossessivo, quasi a voler includere sempre un elemento di fondo alienante.

Inutile dire che Gråande rispetta tutte le aspettative che avevo nei confronti di questa release e, considerando che si tratta di un ep di debutto, per certi aspetti le supera anche. La qualità sonora è infatti molto buona e la scrittura dei brani segue già una direzione abbastanza precisa, indubbiamente merito dell’esperienza maturata dal suo fondatore. Un nuovo capitolo che potrebbe riservare delle belle sorprese per il futuro e che senza dubbio va ad aggiungere una doverosa dualità al percorso artistico di Nachtzeit.