L’ep è un formato che in passato, forse proprio grazie alla sua breve durata che ne facilita la fruizione, ha fatto la storia del metal estremo (è il caso ad esempio di “Deathcrush” dei Mayhem). In altre occasioni resta comunque un modo pratico per consentire al nome della band di continuare a girare tra un album e l’altro, riassumendo le vecchie produzioni e anticipando le nuove, a volte nascondendo qualche chicca abbastanza interessante. È il caso di questo “Encircle The Spectral Dimension ” dei finlandesi Vargrav, che vede la luce (delle tenebre) a quattro anni di distanza dal precedente full length, quel “Reign In Supreme Darkness” che aveva destato pareri piuttosto positivi. La band capitanata da V-Khaoz, che dal 2020 vede la partecipazione di “prezzemolo” Werwolf alle vocals (superfluo citare gli innumerevoli progetti di cui entrambi fanno o hanno fatto parte), sembra infatti voler fare un po’ il punto della situazione e darci nel contempo qualche indicazione su quello che potrebbe essere il prossimo lavoro di lunga durata che, se queste sono le premesse, si porrà presumibilmente lungo una linea di assoluta continuità rispetto alla precedente discografia.
“Encircle The Spectral Dimension ”, in realtà l’unico pezzo inedito qui presente, ci riconsegna infatti il classico sound sinfonico della band (in effetti una delle poche a proporre questo genere di sonorità nella terra dei mille laghi, famosa per altri tipi di approccio alla materia black), esaltandone gli ormai noti marchi di fabbrica. Violenza ferale e atmosfere magniloquenti alternate in maniera efficace, chitarre affilate, produzione discretamente pulita e buone orchestrazioni tastieristiche, che non fanno solo da contorno ma innervano ogni passaggio ed evidenziano quell’afflato “cosmico” e notturno che rappresenta la cifra essenziale della musica del progetto, sulla scia di gruppi come Odium, Lunar Aurora, Obtained Enslavement, Covenant, Limbonic Art e, naturalmente, Emperor, veri e propri numi tutelari dei Vargrav, che non a caso li omaggiano con la cover di “Ancient Queen”, resa bene e con abbondanza di synth.
Completano il quadro la riproposizione, in una versione leggermente differente, di “The Glory Of Eternal Night”, già presente sul citato precedente album (di cui peraltro rappresentava uno dei pezzi migliori) e la versione live di “Netherstorm”, title track del disco di debutto, che ci dà un’idea di come i Vargrav riescano a riprodurre la loro musica dal vivo, pur con tutti i limiti di una registrazione in presa diretta. In definitiva siamo di fronte ad un ep (o sarebbe meglio definirlo una sorta di singolo “allargato”) come si suol dire interlocutorio, appetibile soprattutto per i collezionisti più incalliti o per chi volesse approcciarsi per la prima volta al gruppo. Un ascolto comunque lo vale.
