Outlaw – Reaching Beyond Assiah

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In un anno finora non proprio felice per la qualità delle produzioni più estreme in ambito underground, ci pensano gli Outlaw a ridarci qualche speranza. La band originaria di São Paulo rilascia il suo terzo sigillo, “Reaching Beyond Assiah”, che non delude l’hype creato dall’ottima comunicazione della sempre attiva AOP Records, riuscendo ad alzare l’asticella con un disco che probabilmente è tra uscite più succose di questi ultimi mesi. Prima di partire con proclami azzardati diciamo subito che non abbiamo a che fare con un capolavoro che cambierà le sorti del genere ma con un disco di pregiata fattura, che si posiziona in quella nicchia di black metal con base atmosferica ad alto tasso tecnico e soluzioni ancorate alla più tradizionale second wave che però strizzano l’occhio a sensazioni epiche e progressive grazie alla struttura mai scontata dei pezzi. Terzo disco, quello della verità, e il giovane combo brasiliano non sbaglia, anzi va decisamente oltre quello che potevamo immaginare dal punto di vista strumentale, lirico e tecnico, compiendo una progressione rispetto ai primi buoni lavori in termini di violenza e velocità, grazie anche alla maniacale cura negli arrangiamenti, resi nei minimi particolari dal mix finale presso i Necromorbus Studios.

Approcciandoci a questo “Reaching Beyond Assiah” il primo impatto è dato dalla bella cover che raffigura un nervosissimo demone dalla pelle blu avvolto dal fuoco mentre il titolo fa riferimento all’esoterismo ebraico: “Assiah” significa “il mondo dell’azione”, quello in cui viviamo anche se, a grandi linee, sembra che i testi descrivano una sorta di fuga dalla realtà terrena per raggiungere una qualche forma di illuminazione; un concept anticosmico, che abbandona i temi luciferini e legati all’induismo dei primi lavori per buttarsi a capofitto in argomentazioni più astratte ma sempre oscure. Musicalmente invece la band prosegue lungo una direzione già ben comprensibile nelle precedenti uscite, restando ancorata a quella scena europea dove la base melodica rimane totalmente protagonista, rifacendosi a realtà come Necrophobic, Mgla e Watain. Questa volta però Daniel Souza ha creato un disco quasi cinematografico e molto ambizioso, complesso e stratificato, con soluzioni tanto estreme quanto classicamente metal e un approccio che si lascia andare a suggestioni nostalgiche ma guarda al futuro con un tocco moderno. Sette capitoli che non lasciano fiato se non per i costanti e ariosi break atmosferici intensamente drammatici, che fungono da spartiacque in un’opera ben equilibrata in un elegante mix di frenesia, chitarre melodiche, batteria devastante, marziali mid tempos, il tutto permeato da un costante alone “svedese”.

Ottimo il lavoro dietro le pelli di T. che dà spessore e dinamismo ai pezzi, con gusto sopraffino e ferocia, anche se il guitar work non è da meno per intensità e claustrofobiche costruzioni melodiche. Un appunto pure sulle vocals, che non ricalcano il tipico screaming ma uno stile più harsh, intriso di dolore e disperazione, e sembrano gridare quasi una “liberazione” dal male, un desiderio di fuggire da questa realtà per mondi differenti. Un capolavoro? No. Pioneristico? Neppure. Semplicemente un ottimo disco che rientra nella categoria “must have” per tutti gli amanti del metal estremo; maledetto e violento, si candida prepotentemente al podio tra le migliori uscite dell’anno. Raffinato.

REVIEW OVERVIEW
Voto
81 %
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outlaw-reaching-beyond-assiahTRACKLIST <br> 1. Bliss Of Soul; 2. To Burn This World And Dissolve The Flesh; 3. Beyond The Realms Of God; 4. The Unending Night; 5. Everything That Becomes Nothing; 6. The Serpent's Chant; 7. Reaching Beyond Assiah <br> DURATA: 45 min. <br> ETICHETTA: AOP Records <br> ANNO: 2023