Hädangången – Likfärd

0
919

Black metal vecchia scuola, grezzo e atmosferico, di quello la cui eco abbiamo imparato a sentire anche solo guardando la foto di una foresta innevata. Questo è ciò che possiamo trovare in questo “Likfärd” (che significa qualcosa come “viaggio nella morte”), né più né meno, con tutti i limiti e i pregi del caso. Si tratta dell’ep di debutto (naturalmente autoprodotto e in tiratura limitatissima) di Hädangången, one man band svedese dietro la quale si cela il mastermind e factotum Vindsval, già attivo nei forse più noti Mara, che qui dà pieno sfogo al lato più naturalistico e (potremmo dire) paesaggistico della sua creatività musicale, mescolando in maniera egregia melodie dolenti, cruda violenza, la consueta e gelida accoppiata tremolo-blast beats e squarci ambientali. Tutti ingredienti che conosciamo molto bene (e da tempo) ma che, se dosati con la necessaria sapienza, sanno ancora carpire quelle famigliari emozioni uditive che in fondo chi ascolta questo genere musicale va disperatamente cercando dal 1993 o giù di lì. E giusto per sottolineare che questo è un lavoro che guarda decisamente al passato, c’è anche il vecchio trucchetto della voce (uno screaming etereo ma potente) registrata direttamente nei boschi, in questo caso quelli intorno a Göteburg, che quanto meno risulta funzionale nel ribadire un certo primitivismo sonoro di fondo e l’intima connessione tra musica e natura.

Il fantasma dei vari Ulver, Nargaroth, Angantyr, ma anche Isengard e Darkthrone, aleggia  come una presenza ingombrante su tutte le canzoni ma poco importa perché, se è vero che i riferimenti stilistici e le varie influenze sono immediatamente percepibili a chi abbia almeno un minimo di dimestichezza con questo genere di sonorità, è altrettanto vero che in un lavoro di questo tipo non è l’originalità a tutti i costi quella che dobbiamo ricercare quanto piuttosto, come dicevo prima, il coinvolgimento emotivo.

E sotto questo aspetto “Likfärd” non tradisce le aspettative ed anzi si dimostra riuscito laddove riesce a unire efficacemente un black metal dal piglio malinconico e meditativo (su tutte spicca la conclusiva “I Nordens Dvala”, dove la linea di chitarra portante è ottimamente accompagnata dal cantato) a momenti ambient minimali e dal sapore notturno (l’intermezzo “Hägring”, con i classici rumori del bosco, è emblematico in questo senso).

In definitiva, pur provenendo dalla Svezia, il progetto Hädangången ha un sound tutt’altro che tipicamente svedese e si inserisce invece in un filone in senso lato atmosferico (termine che oggi indica un sottogenere specifico ma che qualche tempo fa veniva utilizzato con un significato molto più ampio) che ultimamente sta conoscendo una certa rinascita. Ascolto consigliato quindi, in attesa magari di un’uscita dal minutaggio più corposo.