Da vent’anni i Midnight di quel simpatico pazzo di Athenar ci devastano i padiglioni auricolari con una miscela arrogante e maleducata di black/speed e heavy metal d’annata, consacrata alla triade sesso-violenza-satana, sulla scia di gente come Venom, Abigail, Gehennah e Sabbat e con un piglio decisamente grezzo e stradaiolo che li ha portati a diventare una sorta di istituzione in questo particolare filone. Il loro tour celebrativo “20 Years Of Hell, Speed & Sleaze!” è passato per Londra, dove era presente il nostro Schizoid per raccontarci una serata che non poteva che essere folle e adrenalinica!
Stasera siamo al New Cross Inn di Londra per celebrare i vent’anni dei Midnight, band black/speed metal di Cleveland. La location ha un’atmosfera punk molto suggestiva, con un palco quasi al livello del pavimento e un impianto audio non eccezionale, ma comunque ci piace questo genere di atmosfera così come la gente presente. Le band di supporto hanno uno stile musicale piuttosto diverso dal genere solitamente proposto su questa piattaforma ma vale comunque la pena spenderci qualche parola, pur senza entrare troppo nel dettaglio. I Final Dose, band hardcore punk con influenze black, propongono un set di circa venti minuti, con brani abbastanza classici. Il cantante offre un’ottima prestazione vocale e ha una buona presenza sul palco, peccato solo per alcuni brani un po’ troppo statici.
L’altra band di apertura è l’unica che si adatta davvero alla serata, cosa sempre più rara. Avevamo già visto i Devastator dal vivo un po’ di tempo fa e non erano sembrati male, ma questa volta li apprezziamo di più grazie a uno spazio adeguato. La setlist dura circa quaranta minuti e include il loro ultimo singolo “Liar In Wait” e molti brani dal loro ultimo album “Baptised In Blasphemy”, uscito nel 2020, oltre a una bella cover dei Motörhead, “Iron Fist”, suonata come penultimo brano. La proposta musicale di stampo black ‘n’ roll è interessante, anche se gli assoli sembrano un po’ sconclusionati e troppo improvvisati a tratti, quasi come delle jam session. Il cantante mi ricorda molto Tom Angelripper, sia per l’atteggiamento che per il suo Ibanez Destroyer rosso. La band ha potenziale, ma ci sono alcune cose migliorabili; speriamo che crescano in futuro.
E finalmente arrivano i Midnight, i protagonisti indiscussi della serata. Entrano dalle porte principali del locale e attraversano la folla, dato che non hanno un backstage vicino al palco. L’atmosfera è già davvero tesa con l’intro “Funeral Bell”, e il pubblico si scatena immediatamente con “All Hail Hell”. Ci ritroviamo coperti di birra tra cori da stadio e crowd surfing. Il concerto è una bolgia continua, la band sembra divertirsi e incita il pubblico. Suonano una serie di brani senza interruzioni, inclusi classici come “Black Rock ‘N’ Roll”, “Satanic Royalty” e “Evil Like A Knife”, lasciando spazio anche alle uscite discografiche più recenti. Il chitarrista si unisce al crowd surfing insieme ai fans durante la performance.
Il pubblico, ormai stanco e grondante di sudore, chiede comunque a gran voce un bis dopo “Violence On Violence” e la band torna sul palco per suonare “Unholy And Rotten”, chiudendo così il concerto. Il cantante viene portato in giro dalla folla come in una processione prima di scomparire con il resto della band attraverso l’uscita principale. Questa serata dimostra ancora una volta che la scena underground è davvero viva.