Per una volta qualcosa di un po’ differente: niente chitarre zanzarose, niente distorsioni parossistiche, niente urla disumane, niente misteriosi pseudonimi di demoni o simili. Non vi preoccupate, sempre di musica pesante parliamo, in particolare di death metal con qualche variazione sul tema. I Damned To Downfall sono un gruppo di giovane vita (nati nel 2019), formati dal duo Martin Eriksson e Marcus Dahl, polistrumentisti già attivi in altre band, sempre di derivazione death. Dopo il primo eccellente album datato 2021, “Embrace Your Extinction”, è il turno di questo ep di cinque brani che evidenzia un’ulteriore crescita di influenze e songwriting. La cartella stampa promozionale li definisce industrial black metal e cita come band di riferimento, tra le altre, Dark Funeral e Immortal ma se la prima definizione può essere condivisibile, l’accostamento ai succitati compatrioti e vicini di casa sembra quanto meno azzardato. La base dei Damned To Downfall è, infatti, inequivocabilmente un death metal anche piuttosto melodico, che potrebbe ricordare i Children Of Bodom per gli inserti tastieristici e gli In Flames dei tempi d’oro per l’efficacia dei chorus. Il black metal lo si ritrova in qualche riff più tirato, nelle accelerazioni in blast beat ed in uno screaming un po’ soffocato, ma molto espressivo, che rifugge il cliché del growl di genere.
Ne deriva che forse l’accostamento più azzeccato potrebbero essere gli Anaal Nathrakh, soprattutto quelli del periodo “Eschaton” e “Hell Is Empty, And All The Devils Are Here”. I Damned To Downfall non raggiungono i livelli di violenza e qualità del celebre duo inglese, ma hanno tante frecce al proprio arco: un songwriting compatto e scevro di fronzoli, riff taglienti e pesanti, ritornelli che riescono ad essere facilmente memorizzabili, senza diventare fastidiosi, e azzeccati inserimenti elettronici/industrial a dare ulteriore spessore e personalità al tutto.
La contenuta durata del prodotto contribuisce alla sua ottima resa ma attendiamo con fiducia un nuovo full length dove gli svedesi dovranno confermare il loro talento. Se volete prendervi una sosta dal classico black metal e dare una chance a qualcosa di diverso, potete recuperare il primo album o buttarvi su questo “Slavery For You”.