Pochi giorni dopo l’uscita di “Crux Simplex”, il nuovo album dei Profanatica, Schizoid, con la collaborazione di Sinistro, ha intervistato il mitologico Paul Ledney. Una chiacchierata in piena notte tra aneddoti su GG Allin, il presente e il passato dei Profanatica e una vita dedicata alla blasfemia senza scendere mai a compromessi. Ringraziamo per la trascrizione Noise Maniakk.
SCHIZOID: “Crux Simplex” è stato rilasciato solo pochi giorni fa, marchiando un’altra significativa pietra miliare nella tua carriera. L’album mantiene il marchio distintivo e il suono massiccio e definito della band, senza compromessi commerciali. Ci sono stati cambiamenti significativi dall’ultimo disco?
PAUL: C’è qualche cambiamento. Arthur Rizk ha fatto il mastering, e volevamo una produzione pesante, comunque non commerciale ma più pulita, più simile al death metal old school, che picchiasse più duro, perché le persone ancora associano il black metal alla Norvegia e regioni limitrofe, mentre la nostra roba suppongo sia black/death metal, che nel 1989/90 era black metal. Suonava in quel modo: doveva essere pesante, molti bassi, quasi come un death metal più malvagio. Quindi abbiamo cercato di ottenere più di quel sound, più mordente al suono, anziché più riverberato come gli ultimi due prima di questo.
SCHIZOID: Puoi parlarci del titolo dell’album?
PAUL: Si traduce semplicemente in “croce semplice”: penso sia stato uno dei casi in cui abbiano semplicemente preso un pezzo di legno e l’abbiano inchiodato lì (Gesù, ndr). L’altra cosa da menzionare è che “Crux Simplex” è basato sulle prime dieci delle quattordici stazioni della Via Crucis. Quindi il materiale era lì, e ho passato molto tempo a manipolarlo non solo in modo da renderlo testualmente appropriato, ma anche da bastardizzarlo: c’è un po’ di sarcasmo, un po’ di blasfemia, un po’ di storytelling; è stato piuttosto difficile. Ho provato a dare ad ogni verso diversi significati, e in questo caso mi ha richiesto più tempo di quanto mi aspettassi, ma nella prima traccia c’è un verso e alcune parole che fanno riferimento alla seconda traccia, e così via.
SINISTRO: Quindi hai creato un senso di continuità tra le canzoni.
PAUL: Sì, un po’.
SINISTRO: Ci sono parecchie band black metal e war metal che hanno testi molto semplici e diretti, non ci sono molte band che provano a comunicare qualcosa attraverso le loro canzoni. È qualcosa che forse si cercava di fare all’epoca, anche se leggendo molti testi dei Mayhem (con la lineup originale) erano soprattutto racconti mirati a scioccare il pubblico, ma penso sia un buon momento per rendere i testi un po’ più profondi e significativi, qualcosa come, a mio parere (potresti non concordare), i Morbid Angel provarono a fare con successo nei loro album dei tardi anni ’80.
PAUL: Sì, capisco. Mi trovo d’accordo. Abbiamo cercato di aggiungere un po’ di profondità, lavorarci di più, perché è comunque molto ridotto all’osso, ma ci abbiamo messo molto più impegno, nel modo in cui le canzoni fluiscono l’una nell’altra, se sono in un buon ordine. Se mi venivano in mente delle parti, le ripetevo più volte nella mia testa e me le appuntavo, le provavo, e questo metodo ha funzionato. Mi ci è voluto più tempo per creare (l’album, ndr), ma penso ne sia valsa la pena. Non siamo stati pigri su nessuna parte: l’artwork, i testi, i riff.
SCHIZOID: Solitamente componi il materiale insieme al resto della band?
PAUL: Per questo album, sì. Non c’è stata nessuna “scrittura e condivisione dei riff via Internet”, perché ora abitiamo nella stessa zona, quindi abbiamo potuto provare una o due volte a settimana, probabilmente per oltre sei-otto mesi, scrivendo e provando i pezzi in presa diretta. A me piace provare unplugged con i drum pad, in modo da poter provare i riff e poter parlare nel frattempo, laddove molti altri chitarristi che ho conosciuto vogliono solo jammare, e a me non piace. Lo faccio una volta che perfezioniamo certe parti, ma non mi piace provarle subito a tutto volume e non riuscire a discutere mentre scriviamo.
SCHIZOID: Cos’è che ti motiva a creare nuova musica e andare in tour, nonostante la difficoltà economica legata all’aumento dei costi post pandemia e guerra?
PAUL: Non lo so, cerco di non lasciarmi fermare da nulla. Per la motivazione: se creiamo qualcosa, ci fa stare bene e possiamo crederci pienamente. In passato, non era sempre così: diversi lavori, diverse famiglie e situazioni lo rendevano difficile. C’era sempre un tirare a sorte per cui era più facile non farlo in passato, non era pigrizia ma dovevamo semplicemente essere accorti e non forzarci. Ma adesso, dopo aver incontrato persone che apprezzano davvero (e non solo tanto per dire, perché ci sono nuovi fans e persone che ci fanno i complimenti e collezionano tutta la nostra roba, e allora mi rendo conto che sono davvero appassionate), non le voglio deludere, quindi spero che rimangano con un’impressione duratura. Ci sono una o due persone che capiscono davvero (l’idea dietro l’album, ndr) e mi dicono cosa ne pensano o mi mandano le e-mail dopo, e allora capisco che queste persone fanno sul serio, apprezzano davvero. Quindi, dopo tutto questo tempo, glielo devo.
SINISTRO: Questa è un’ottima attitudine, non è facile con la commercializzazione della musica estrema come il death metal e il black metal rendersi conto che ci sono davvero persone che apprezzano quello che fai, anziché ragionare nell’ottica di vendere un prodotto. Quella non è assolutamente una buona attitudine.
PAUL: Durante uno dei nostri tour, stavo in mezzo alla pioggia e una delle altre band (di cui non farò il nome) mi ha detto “che cazzo stai facendo? C’è tipo un grado di temperatura là fuori, dobbiamo andarcene!”, ma io dovevo restare là ad autografare la loro roba (dei fans, ndr), perché avevo visto persone che avevano il nostro demo. Come potevo non farlo? Ho autografato un paio di demo che quelle persone avevano preso molti anni fa, e mi dissero “ricordo il giorno che mi arrivò nella posta”, e io “cazzo, ricordo il giorno che mi arrivò I.N.R.I. dei Sarcófago, ricordo il giorno che comprai Seven Churches”, quindi ecco perché.
SCHIZOID: Che cosa ascolta Paul oggi parlando di musica metal e non?
PAUL: Poison Idea, Heresy, altra vecchia roba punk, gli Hellhammer, “Seven Churches”, il demo dei Necrovore, vecchi demo death metal dove il sound era malvagio, come i finlandesi Abhorrence, Black Witchery. Mi piacciono abbastanza i vecchi Sarcófago, mi piace ascoltare la roba che suono. Al di fuori del metal ascolto solo punk o nient’altro. L’unica cosa un minimo differente che ascolterei è il vecchio garage rock anni ’60, sviluppatosi contemporaneamente a Rolling Stones e Beatles. È quasi punk nell’attitudine, questi ragazzi formavano le loro band nei loro garage e scrivevano canzoni, e alcune di loro avevano molto screaming sullo sfondo, in una maniera che considero proto-punk in un certo senso. C’è molto di più che non mi piace rispetto alla roba che mi piace, ovviamente. E non mi piace ciò che chiamiamo “laptop metal”.
SCHIZOID: Sei soddisfatto della tua collaborazione con la Season Of Mist?
PAUL: Finora sì. Stando a Michael (fondatore dell’etichetta, ndr), in Underground Activists (sotto-divisione dell’etichetta, ndr) lavorano le stesse persone che gestiscono alcune delle band più grosse. E nella mia visione Season Of Mist ha una distribuzione mondiale, quindi non mi interessa così tanto quali altre band stanno o non stanno sulla label. Mi importa solo quanto ci troviamo bene con loro, e non hanno provato a censurare la nostra musica in nessun modo.
SINISTRO: Questo è importante, specialmente per una band che utilizza i vostri temi: la blasfemia ricopre una parte fondamentale.
PAUL: Sì, e nemmeno me ne preoccupavo in realtà: quando tutto è uscito, a loro importava solo di aiutarci a promuovere, e non ci hanno mai suggerito niente del tipo “forse dovreste fare un po’ meno di questo o di quello” e tirarsi indietro. Niente del genere.
SINISTRO: Hai dato loro il prodotto finito e basta.
PAUL: Sì, e dato che Arthur Rizk ha fatto il mastering, loro erano contenti che lui avesse dato il tocco finale.
SCHIZOID: Com’è nata la collaborazione con Paolo Girardi per l’artwork del vostro penultimo album? Considero Paolo uno dei migliori pittori dell’ultimo decennio.
PAUL: Lo è. Stava facendo parecchie copertine, e se non ricordo male, voleva prendersi una piccola pausa, perché si stava esaurendo per lo stress. Gli ho mandato una e-mail chiedendogli se volesse farne un’ultima. È stato divertente, mi ricordo che ero in cucina mandandogli l’e-mail e dicendogli di guardare “The Shining”, mentre io gli avrei mandato uno schizzo, e mia moglie mi ha detto “non conosci questo tizio, vero?” e io “no, sto solo cercando di aiutarlo a entrare nel mood”. Dopo quell’e-mail ha risposto di sì, e so che la Season Of Mist è stata molto contenta del suo coinvolgimento. Gli ho anche detto che non volevo somigliasse a nessuna delle copertine che ha fatto, come se non fosse nemmeno stato lui a dipingerla.
SINISTRO: Personalmente penso (ma credo lo pensino molte altre persone) che non ci siano molti altri artisti nella scena che collaborano con le band metal (soprattutto estreme) che fanno questo tipo di lavori. È incredibile, mi piace davvero tanto, lo metterei nella mia top 3 con Dan Seagrave, Necrolord e simili artisti storici.
PAUL: Sì, sicuramente. Ragazzi, avete visto il dipinto vero e proprio di persona? Perché ha fatto un qualche tipo di show, io non l’ho mai visto, ma ho una foto ricevuta via e-mail di un tizio italiano, dovrei ritrovarla. Non so come si chiama, ma l’ho visto ai concerti da quelle parti, è sempre presente quando suoniamo lì. Voi magari lo conoscerete. Abbiamo incontrato Paolo Girardi e penso abbia apprezzato il nostro concerto, non ricordo dove fosse, ma gli abbiamo dato il 12’’ ed era contentissimo.
SINISTRO: Fighissimo. Sembra anche un bravo ragazzo!
PAUL: Sì, è un wrestler, vero?
SINISTRO: Sì.
PAUL: Guardando (il prodotto finito, ndr), ha fatto esattamente ciò che volevamo. Penso che se una band usa un artista e l’artwork è troppo simile (ad altri suoi lavori, ndr), è colpa della band per limitarsi a scegliere qualcosa senza avere nessuna grande idea. Le mie idee sono un po’ differenti ma non sono io che cerco di renderle differenti, semplicemente vengono fuori così. Per dire, “The Curling Flame Of Blasphemy”, uscito su Hells Headbangers: molte persone pensarono che la copertina somigliasse troppo a “Dawn Of Possession” degli Immolation, ma io volevo che avesse quell’aspetto, ce lo meritavamo e il tizio (il grafico, ndr) l’ha fatto. Questo è ciò che vorrei vedere. Se fossi giovane, scorrendo dei vinili, e mi imbattessi in un qualsiasi disco dei Profanatica, lo vorrei acquistare subito. Questo è l’effetto che voglio.
SCHIZOID: Tra le città europee, quale pensi che abbia il pubblico più folle? Potresti raccontarci qualche aneddoto a riguardo?
PAUL: Sì, e sapete cosa sto per dire? Penso probabilmente l’Italia, per via della passione delle persone. Il nostro miglior show è stato a Parma.
SINISTRO: Parma è nota in Italia per essere la capitale del war metal! (ride, ndr)
PAUL: Sì, non posso dire molto a riguardo, ma se chiedete a qualcuno che era lì, vi sapranno dire cos’è successo. Chi c’era, sa. Ne parliamo, ma solo con chi era presente. I pianeti si sono allineati, mettiamola così: c’era sangue.
SINISTRO: Ricordi con chi stavi suonando?
PAUL: Demonomancy, Rites Of Thy Degringolade, più la band di Marco (Salluzzo, dei Demonomancy, ndr) e forse uno o due opener. Era come un mini-fest.
SINISTRO: Ricordi che anno era?
PAUL: 2018? Era a marzo. Era il nostro primo tour da quelle parti. Non voglio dimenticare nessuno: l’Italia è ottima per noi, la Polonia e la Repubblica Ceca pure, quelle persone sembrano affamate di concerti, pure la Svezia essendoci passati per la prima volta, e anche Parigi.
SINISTRO: Parigi è molto estrema, sì.
PAUL: E mi dispiace dirlo, ma questo è più o meno tutto. Per il resto in Europa stanno tutti con le cazzo di braccia incrociate, e non lo capisco. Non mi piace.
SINISTRO: Io mi sono trasferito nel Regno Unito cinque anni fa. Provenendo dalla Sicilia, dove non c’è molto metal, ero molto eccitato all’idea di trasferirmi là pensando che tutti i concerti sarebbero stati pazzeschi, e poi ho visto tutti stare lì ad annuire con la testa.
PAUL: Ahhh, ancora quattro anni dopo continuo a non sopportarlo. Dicono “oh, ci stiamo concentrando sulla musica!”, e io rispondo “andate a concentrarvi da qualche altra parte, andate a guardarvi un cazzo di film”, capito? Io sto cercando di dare il massimo con le mie vocals, e le persone si limitano ad applaudire alla fine?
SINISTRO: Stai cercando di dar loro uno show, farli divertire, e loro non lo fanno.
PAUL: Forse è solo un comportamento “black metal vs death metal”, ma preferisco di gran lunga quello death metal rispetto alle braccia incrociate. Ci sono anche musicisti che sul palco fanno il compitino, ma io non voglio. Quando sparlo così tanto delle band, su cosa dovrebbero o non dovrebbero fare, fin da ragazzino, è perché posso farlo. Oggi sembra che puoi letteralmente fare di tutto: stare là in piedi con una birra in mano, indossando degli occhiali scuri, e alla gente basta così. Fanculo! Nella migliore delle ipotesi, sarà uno show mediocre. Basta con questa roba. Persone con le braccia incrociate, cos’altro avete oltre a quello? Quest’altra volta, quand’eravamo qui (in Europa, ndr), non a Parigi, in Italia, Svezia o Polonia, ma da qualsiasi altra parte, ho chiesto alle persone “non avete Internet? Avete visto come altre persone si comportano (ai concerti, ndr)?”. In Polonia, quando suoniamo, le persone non si trattengono, fanno sul serio, e questo è ciò che voglio. Quando dico che ci lamentiamo (del pubblico poco ricettivo, ndr), intendo che ce ne lamentiamo per tutta la durata di un viaggio di sette ore, ne parliamo con diverse persone, e dicono “beh, può dipendere dal diverso range d’età, diversi giorni della settimana, alcuni potrebbero dover lavorare, alcuni non possono venirvi a vedere, sono un po’ troppo vecchi, magari alcuni non si sentono troppo bene, magari di norma si scatenerebbero” e io rispondo “eh, forse”.
SCHIZOID: Avete piani per un tour europeo per promuovere questo nuovo album?
PAUL: Nel 2024 verremo sicuramente lì, in Europa non siamo ancora riusciti a trovare buone band per il tour. Le persone da quelle parti hanno impegni di lavoro, e quando chiedo loro che lavoro fanno mi ritrovo poi a rispondergli “mi stai prendendo per il culo? Trovati un altro lavoro quando torni, tipo in un negozietto di alimentari o qualcosa del genere”. Dicono tipo “ohh, possiamo prenderci solo 22 giorni”, e io gli dico “va bene, facciamo quei 22”, ma per qualsivoglia motivo non possono. Se veniamo lì, non vogliamo giorni liberi e almeno tra 25 e 30 concerti. Non riesco a trovare nemmeno qualcuno disposto a fare due settimane. E sì, abbiamo anche chiesto ad alcune band di nostri amici, ma si tratta di gente con vere e proprie carriere quindi non potevano farlo. Ma alcune delle band più giovani avevano motivazioni assurde.
SCHIZOID: La cinematografia horror ha influenzato la tua musica? Quali sono i tuoi film e registi horror preferiti?
PAUL: Sì, l’ha influenzata! Ma per me le influenze sono qualcosa di talmente radicato che diventano una parte di te e vengono fuori in maniera naturale, e non sai dove e quando. D’altro canto, va pure bene apprezzare il concept di un film e volerlo mettere in musica. Ma una vera influenza, per me, è quando qualcosa è assolutamente radicato in te, come quando hai guardato un film più e più volte.
Uno dei miei film preferiti di tutti i tempi è “Hereditary”, a cui devo dare molto credito perché non sono snob in materia di film come lo sono per la musica, quindi mi piacciono parecchi tipi di horror, e anche se magari qualcosa potrebbe essere considerato stupido o comico lo guarderò comunque. Per me è come una pausa dal creare.
SINISTRO: Sì, è un po’ l’effetto de “L’Armata Delle Tenebre”: è abbastanza ridicolo come film, ma lo guardi comunque perché è divertente.
PAUL: Sì, e mi sta pure bene che molti miei amici non riescano, ma io non lo prendo così seriamente, e abbiamo abbastanza background per cui posso citare di continuo una frase da quei film e vedere se uno dei miei figli la riconosce.
SINISTRO: Fighissimo! E quello che stai dicendo sull’essere snob con la musica ma non con i film può forse essere dovuto al fatto che sei un musicista… per esempio, io personalmente, ma credo anche Schizoid, non apprezziamo il metal “divertente”, ma apprezziamo i film comici o le dark comedies. Forse perché non è il nostro campo, non so…
PAUL: Sì, forse siccome non dirigiamo film, siamo forse più aperti a generi diversi. Mi piacciono “Hereditary”, ovviamente “The Shining”.
SINISTRO: A24 è una buona casa di produzione, hanno fatto parecchi buoni film horror come “The Witch”.
PAUL: Sì, e per quanto mi piaccia ancora il gore, sto sfortunatamente invecchiando e mi ritrovo ad apprezzare di più qualcosa che è un po’ più intellettuale. Crescendo, non mi interessava l’immaginazione, volevo solo sangue e budella. Ricordo mia mamma che mi chiedeva perché guardassi quella roba, è un po’ più intelligente, e perciò è quasi più spaventosa. E in un certo senso è vero. Forse è anche per questo che le persone che leggono il libro tendono ad essere un po’ deluse quando poi vedono il film, perché era dieci volte più spaventoso nella loro testa.
SINISTRO: Ricordo che quand’ero più giovane, guardando “Il Settimo Sigillo”, pensavo fosse figo ma non esattamente il mio genere, riguardandolo anni dopo invece l’ho adorato e l’ho trovato molto profondo.
PAUL: Sì, è roba a cui continui a pensare giorni e giorni dopo averla guardata. Questo è un po’ ciò che cerco.
SCHIZOID: Potresti condividere qualche dettaglio sul tuo nuovo progetto Bloody Apostles con PP Duvay dei Murder Junkies?
PAUL: In pratica, nel 1989, mettemmo su i Bloody Apostles come band di supporto per GG Allin, scambiandoci idee avanti e indietro via posta: io scrissi i testi e organizzai tutto, ma lui morì prima che potesse cantarci. Provò a cantare sopra la registrazione con il quattro tracce, ma il microfono aveva dei problemi. Portarono un altro microfono, e lui disse “non preoccuparti, tornerò e lo farò”. E poi morì. Ma adesso PP Duvay vive a circa dieci minuti da me, in Connecticut, quindi io e il bassista dei Profanatica Malcolm Tent (che faceva pure parte dei Bloody Apostles, e fu lui a farmi conoscere GG) siamo andati da lui, abbiamo fatto una ri-registrazione con PP alla voce e ho deciso di farla uscire.
SCHIZOID: I vostri costumi di scena mi ricordano un po’ i Mortuary Drape. Che cosa ne pensi dei Mortuary Drape a livello musicale?
PAUL: In termini musicali, sono molto migliori di quanto si penserebbe. Sono professionali e originali al 100%. Mi piace che abbiano una loro direzione. Un’altra band originale potrebbero essere i Mystifier, anche loro hanno un proprio stile e questo mi piace.
SINISTRO: Ti viene in mente qualche altra band estrema italiana che hai visto dal vivo o hai apprezzato nel corso degli anni?
PAUL: Non mi importa troppo da dove provenga una certa band, ma crescendo mi piaceva “Into The Macabre” dei Necrodeath, e l’ultima volta che ho incontrato Stefano (proprietario della Terror From Hell Records) abbiamo parlato proprio di quei ragazzi, credo stesse ristampando dei loro demo o qualcosa del genere. Sono sicuro che ci siano tantissime altre band che sto scordando, una cosa che però devo dire, è che c’è un sacco di merda NSBM che ha preso piede, tra persone e distro. Non voglio fare il contentino, non me ne frega un cazzo, non mi piace. È una copia di bassa lega del sound scandinavo: niente bassi pesanti, chitarre molto tremolo, stesse vocals, niente inflessione nella voce e inizio a vedere molta di quella roba.
SINISTRO: Come ti è venuta l’idea di suonare la batteria e cantare allo stesso tempo? Hai mai conosciuto qualche tuo idolo musicale?
PAUL: Ho incontrato Jerry A. dei Poison Idea, una delle mie band punk preferite di sempre, in Connecticut. Mi sono fatto autografare una vecchia cassetta che avevo comprato nell’84 o nell’85, ed è stato bellissimo. Suonare la batteria e cantare insieme per me è davvero facile, perché ho suonato la batteria per tantissimo tempo prima di cantare, cosa che iniziai a fare perché in qualsiasi band avevo la sensazione di poter fare di meglio io rispetto al cantante di turno per cui stavo suonando la batteria. E potevo, e l’ho fatto, ed è iniziato così, ma considerando che sono sempre stato a mio agio a suonare la batteria sin da piccolo (non per dire che sia bravissimo o altro), era facile fare quei tipi di beat e di vocals, e mi chiesi se potessi fare entrambi allo stesso tempo. Non è qualcosa su cui ho dovuto lavorare, si è tutto incastrato benissimo.
SINISTRO: Un’ultima domanda, io e Schizoid siamo entrambi grandissimi fan di GG Allin. Hai qualche aneddoto da condividere su di lui?
PAUL: Lo chiamavo al telefono, gli dicevo “ehi, sono io senti, questo è ciò che penso dovremmo fare” e lui dava di matto, dicendo “tu chi? Chi cazzo è?”, urlando. E io rispondevo “sono Paul, dei Bloody Apostles, dal Connecticut”, e lui tornava normale. Diciamo che, guardando indietro (prima ancora dei Profanatica, periodo Incantation, tipo ’89), ciò che volevo fare era mischiare crust e death metal con lui alla voce. Se mi avesse ascoltato, sarebbe stato brillante, ma non voleva sentirsi dire cosa fare. Io gli suggerivo idee, scrivevo e gli mandavo testi, a lui piacevano e si fomentava tantissimo a riguardo, ma non era convinto al 100% del sound.
SINISTRO: Non era decisamente un grande fan dell’heavy metal.
PAUL: No, ma gli dicevo che non avrei fatto nulla di smielato, solo punk molto veloce e “downtuned” con un basso più sporco.
SINISTRO: Praticamente, grindcore.
PAUL: Gli dicevo che ci tenevo tantissimo a farlo. Lui era molto buono e paziente con me, finché non portò un’altra band di supporto a due show in cui dovevamo suonare noi, e questa è una cosa che non gli ho mai perdonato. Lo mandai a fanculo. Mi ha fatto perdere molto tempo. Ricordo quando dava di matto al telefono, mia mamma era in cucina, chiedeva chi fosse, e mi ci volevano nove ore per spiegare chi fosse. Non ce la facevo. Ma non so, non si è mai scusato, è morto. Malcolm Tent (batterista dei Bloody Apostles, ndr) pensa che lui sapesse di aver fatto un errore: ha prenotato due band diverse, aveva bisogno di un passaggio da questi altri ragazzi per venire fin qua. A questo punto, perché disturbarsi a venire qui? Non aveva bisogno di noi. L’ultima goccia fu quando lo chiamai per riavere il testo di una canzone che a lui piaceva molto, “Infecting The Corpse Of Jesus Christ”, che avevo scritto a mano per mandargliela senza farmene una copia, e quando avevamo finito (con la registrazione degli strumenti, ndr), gli ho detto “tocca a te”, ma lui diceva cose tipo “mettici pure un po’ di roba in stile Hank Williams Sr. (nella musica, ndr)”, e io gli risposi “che stai dicendo? Abbiamo finito! Devi solo registrare le vocals!”. Non coglieva proprio l’ordine in cui si fanno le cose. Non saprei, adoro il suo vecchio materiale, ma penso che non ce la facesse più. Ho tuttora l’amaro in bocca: abbiamo quasi lavorato insieme, sarebbe stato fantastico.
SCHIZOID: A te le ultime parole se vuoi lasciare un messaggio ai tuoi fans italiani.
PAUL: Il mio messaggio è che il nostro angelo con il pene e la tromba è un simbolo forte contro la paura, e speriamo di poter tornare presto da voi per rivedere i nostri amici italiani.