Ci sono dischi di cui si può intuire al volo il contenuto con un semplice sguardo alla copertina e ai titoli, che non offrono sorprese ma non per questo risultano insoddisfacenti, e questo “Satanik Overdose Of Hell” appartiene senz’altro a tale categoria. I Satan Worship nascono come duo formato da Leatherface Perkele (voce, basso) e Max The Nekromancer (chitarra), entrambi membri dei black-speed metallers Sodomizer, ai quali si è da qualche tempo aggiunto in pianta stabile Mark The Grave Digger Rapist (ex Sextrash, death/thrash metal band brasiliana di culto, non a caso omaggiata dalla cover di “Alcoholic Mosh”) e hanno alle spalle una demo e due full length. Per completare il quadro degli ospiti illustri aggiungiamo che l’album è stato mixato e masterizzato da Andy LaRoque, che ha anche contribuito con un assolo su “Sange De Drac”. Ma se la produzione è decisamente al passo con i tempi ed evita ogni gratuita cacofonia, la musica è assolutamente e dannatamente old school, e non poteva essere altrimenti considerato il background dei personaggi coinvolti nel progetto. Incorniciate da un’intro e un’outro che non sono altro che divagazioni strumentali francamente superflue, abbiamo infatti otto canzoni dirette e “in your face”, sparate in faccia all’ascoltatore senza troppi complimenti, in bilico tra thrash d’annata (di scuola tedesca ma non solo), black/thrash feroce e aggressivo sulla scia di gruppi come Bewitched, Sabbat e Aura Noir e black sporcato da pesanti dosi di punk, un po’ alla Impaled Nazarene. Il tutto condito da testi davvero “maligni”, che danno l’impressione di essere lo sfogo di adolescenti troppo cresciuti (il che, in un panorama affollato da gruppi con pretese filosofiche troppo spesso mal riposte, non è nemmeno di per sé un male).
E questo è quanto, la recensione potrebbe anche finire qui. Una semplicità che è sinonimo di chiarezza di intenti e non si traduce affatto in pressapochismo compositivo perché i nostri amici sanno il fatto loro e, pur non facendo assolutamente nulla che non sia già stato sentito centinaia di volte, riescono comunque a costruire pezzi efficaci nell’ambito del genere prescelto, mettendoci se non un tocco originale quanto meno un po’ di personalità e una valanga di esperienza e mestiere che deriva dalle loro carriere ormai consolidate nel circuito underground. E così abbiamo buoni stacchi, cambi di tempo e accelerazioni, qualche tastiera qua e là che sottolinea i passaggi più oscuri e perfino un break di chitarra acustica, nel tentativo di diversificare e rendere appetibile una proposta che resta comunque confinata in un recinto ben delineato e definito (e, lo ribadisco, non è necessariamente un difetto).
Il cantato è forse l’elemento più peculiare: uno screaming/growling sopra le righe che sfocia a tratti in uno stile “vomitato” alla John Tardy e nel complesso ha il suo perché, come avviene in maniera molto enfatica in “Dahmer’s Freezer”, che peraltro è uno dei brani migliori del lotto. Tirando le somme “Satanik Overdose Of Hell” è un disco assai godibile, ben suonato, energetico, direi l’ideale per un party metal a base di caproni, croci rovesciate e birra di pessima qualità. Anche se sinceramente dubito che possa durare più di qualche ascolto.